La gita di Capodanno


Vietri sul Mare




30 dicembre 2013 Luned�

Usciamo di casa che � ancora buio, l'appuntamento col pullman
� previsto, infatti, per le 6,45 in Via Tiburtina,
pochi passi da percorrere; per fortuna,
il bus arriva puntuale,
passa poi a prendere gli altri gruppi che ci aspettavano
chi a Casal Bertone chi a S. Paolo
e via a prendere la Roma-Napoli per raggiungere la prima meta della gita
Siamo in 50 persone ad aver aderito a questo piccolo viaggio che,
oltre alla festa della sera di Capodanno,
prevede anche la visita a svariate cittadine della Campania.
Dopo un viaggio tranquillo,
qualche breve sosta ai grill, verso le 11.00 raggiungiamo la prima meta prevista: Vietri sul mare.






 

 

 


Il cielo non perfettamente sereno impedisce al mare
di risplendere in tutto il suo azzurro
ma il mare � sempre bello da vedersi
anche se � un po' cupo.
cominciami a girare per le stradine del paese,



tipiche stradine dei paesi di struttura medievale, un po' in salita
un po' in discesa con vicoli, scalinate, archi e portici.


Vietri infatti, dal 1997, � stata dichiarata dall'Unesco,
Patrimonio dell'umanit�







E' un Comune di circa 8 e 500 abitanti che si trova di fronte
all'entrata settentrionale della citt� di Salerno, all'inizio della Costiera Amalfitana.
Il centro dell'abitato vietrese si estende in collina a ridosso della costa
ed alle pendici di esso si stende la Marina,
frazione che affaccia direttamente sul mare.



Storia

Vietri sul Mare storicamente � identificata con l�antica Marcina,
insediamento costiero prima etrusco-sannita,
poi porto romano.
L�origine precisa di Marcina non � ancora del tutto definita
anche se l�ipotesi pi� diffusa
indica in Marina di Vietri,
per la precisione nella valle del fiume Bonea
alle falde del Monte San Liberatore,
la sua presunta collocazione.
La pubblicazione a stampa della voce Marcina inizia nel XV secolo
quando in Europa cominciano a diffondersi le prime edizioni tipografiche
della Geografia di Strabone;
la vera e propria diffusione del termine presso gli storici
e nella pubblicistica si ebbe con il geografo Filippo Cluverio,
il quale nel 1642 scriveva:
�Marcinae oppidum illud est, quonunc dicitur vulgo Veteri�.
Inoltre alcuni documenti medievali del �Codex Diplomaticus Cavensis�
della Badia di Cava,
i quali accennano all�esistenza di rovine di una urbs vetus
che sarebbe alla base dell�odierno toponimo Vietri.
In documenti del 969 e del 972 si dice
�intus ipsa civitate, qui fuit ipsa cibita de beteri (=veteri)�;
in quello del 972 si precisa che
�de locum de beteri ista et illa parte flubio Bonea iuxta litore maris�.
La zona vietrese, con l�ancoraggio di Fuenti,
possedeva un porto riparato, un approdo unico nella zona,
dal momento che il lido della vicina Salerno,
prossimo alla foce dell�Irno, era esposto ai marosi e soggetto ad insabbiamento.
Alla luce di questa considerazione �nautica�,
le migliori condizioni di sicurezza suggerirebbero,
dunque,
la foce del Bonea,
e di conseguenza Vietri,
come sito ideale per l�insediamento di un emporio commerciale etrusco;
in pi� alla luce della conformazione geografica del territorio,
� quello vietrese l�unico centro sul mare,
a sud di Punta della Campanella,
a cos�breve distanza da Nuceria Alfaterna.
La sua storia fino al 1806 � stata associata a quella di Cava de' Tirreni
di cui era frazione.
Marina di Vietri, infatti,
era usata dai monaci della Badia come porto commerciale per gli scambi
soprattutto con le zone a Sud di Salerno,
quelle della Piana del Sele.
Dal 1806 al 1860 � stato capoluogo dell'omonimo circondario
appartenente al Distretto di Salerno del Regno delle Due Sicilie.
Dal 1860 al 1927, durante il Regno d'Italia
� stato capoluogo dell'omonimo mandamento appartenente al Circondario di Salerno.
Oggigiorno il comune ha una forte influenza di Salerno,
per cui vi sono progetti di inserire Vietri sul Mare nell'area metropolitana di questa citt�.
Nel 1944, quando Salerno fu capitale d'Italia per alcuni mesi,
il Re Vittorio Emanuele III alloggi� nella vicina Villa Guariglia,
situata in frazione Raito.







Dopo aver sostato, per alcuni minuti, sul belvedere ad ammirare lo spettacolo dall'alto
e del mare e della Vietri marina,







ci incamminiamo per una passeggiata nella via principale



per inoltrarci poi nelle viuzze laterali sostando via via nella varie botteghe artigialnali
per ammirare le belle ceramiche esposte.



L'industria della ceramica fu iniziata nel tardo Rinascimento,
grazie ai Principi Sanseverino e da allora � sempre stata
un simbolo di Vietri sul Mare. Ne approfitto per comprare dei ricordini per me
per i miei figli e per amici.




A questa industria, nei tempi passati, una forte influenza fu data dai Toscani di cui ci fu una forte migrazione verso Vietri quando fu installata la Vetreria Ricciardi;, poi Saint Gobal, poi dismessa.
E altra influenza ancora fu data dai Tedeschi che, dopo lo sbarco degli alleati, decisero di rimanere a Vietri che piaceva molto per il clima mite. Essi erano molto bravi nella chimica e, come tali,inventarono dei colori per le ceramiche vietresi che sono classificati come irripetibili, quali il giallo di Vietri. Tuttora vivono a Vietri figli, o discendenti, di queste persone.
E, ancora, sono da considerare l'influenza sulla societ� dell'arte della ceramica e dei trasporti con i carretti.
I ceramisti bravi erano quelli che lavoravano con le ceramiche di Solimene e di Pinto.
Ora sono pochi quelli che sanno fare il ciucciariello di Vietri.
Ciucciariello, l'asinello, era usato come mezzo di trasporto delle persone e delle cose tra Vietri e le frazioni alte.
A Vietri, in corrispondenza della ceramica Solimene, di fronte alla Chiesa dei Salesiani, c'era il cambio dei cavalli.
Poco oltre la frazione di Molina, sulla strada per Cava de' Tirreni,
c'era un'officina dove si facevano le ruote dei carretti,
si forgiava il ferro per ricoprire le ruote,
si facevano i freni, detti pezzotti di martellina. La bravura nel lavorare il ferro si manifest�,
anche se in maniera meno evidente rispetto all'agro Nocerino-Sarnese,
quando i Belgi organizzarono i primi trasporti su rotaie
(i tram che collegavano Salerno con Vietri)
e poi con le filovie.
La necessit� di elettrificazione delle linee significava necessit� di fare i tralicci di sostegno
che venivano assemblati con profilati e chiodature ribadite a mano.
Si parla di artigiani, maestri del ferro,
tanto bravi che
nei giorni di festa si riunivano
e davano prova della loro capacit� forgiando in pubblico bocce di ferro:
poi le provavano sui campi di bocce,
sempre in pubblico.
La societ� Vietri sul Mare ha, perci�, radici di orgoglio
di organizzazione delle difesa a mare,
di orgoglio di arti manuali di varia espressione:
da quella dei mastri d'ascia per fare le barche,
a quella delle ceramiche,
a quella delle vetrerie,
a quella dei fabbri.



Verso le 13, 30 andiamo a pranzo al ristorante "Due fratelli" un bel locale che, credo,
sia molto famoso dato che vedo le pareti tappezzate da moltissime foto di personaggi pi� o meno illustri,
tra cui riconosco Raoul Bova,
che si sono fermati l� a mangiare.





Il nostro pasto � tutto a base di pizze e focacce, molto buone,
come le frittelle al pomodoro,
la pizza ripiena, la pizza margherita e la pizza all'origano,
il tutto preceduto da un abbondante antipasto
con prosciutto, salame, mozzarella di bufala, olive, alici marinate,
foglie di insalata
e melanzane grigliate
e per finire,
dolce della casa e caff�.

Dopo il pranzo, ancora un giretto per Vietri poi al pullman per partire alla volta di Salerno.






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