La gita di Maggio

Il Vesuvio




3 maggio 2014 - Sabato


Non � molto bella la giornata, oggi,
fa abbastanza freschetto e il cielo si va rannuvolando
sempre di pi�.
Dato che nel pomeriggio � prevista l'escursione sul Vesuvio,
l'organizzatore cu propone di cambiare programma,
poich�,
se si sarebbe messo a piovere, la salita al cratere,
data l'impervia strada,
sarebbe stata difficoltosa.
Decidiamo di andare,
 allora,
in mattinata, al Vesuvio e, nel pomeriggio,
agli Scavi.



Mentre in pullman ci avviamo ai piedi del vulcano
ci vengono date alcune notizie sulla sua "vita".

Le origini dell'unico vulcano attivo dell'Europa continentale
simbolo indiscusso
di Napoli e dell'intera Campania,
risalirebbero,
secondo i geologi
all'incirca a dodicimila anni fa
quando, probabilmente, l'attivit� sismica
della crosta terrestre
trasform� un precedente vulcano
in quello che sarebbe, molto pi� tardi,
diventato il Vesuvio.
A una serie di eruzioni iniziali,
il vulcano fece seguire
a partire, pi� o meno, dall'VIII sec. a.C.,
un periodo di inattivit�,
a quell'epoca, la sua altezza doveva essere
notevolmente superiore rispetto a querlla attual�e,
che � di 1270 metri
e aggirarsi intorno ai 2000 metri.
Inoltre le sue pendici, oggi, in gran parte, brulle,
dovevano essere coperte da una densa vegetazione,
tipica della macchia mediterranea.





L'inizio dell'attivit� storica del Vesuvio,
culminata con la catastrofica del 79 d. C.
(notizie su questo evento
qui)
che seppell� Pompei ed Ercolano,
viene fatta risalire3 al 65 d. C.
quando l'intera regione campana fu scossa
da un terremoto devastante.
A distanza di sedici annai la tremenda eruzioen,
pi� tardi decritta da Plinio il Giovane,
fu preceduta nuovamente da forti scosse sismiche
alle quali fece,quasi subito, seguito
una devastante esplosione.
Il magma incandescente e i gas,
con la loro incontenibile pressione,
aprirono il condotto sotterraneo
e fuoriuscirono con spaventosa violenza
sotto forma di fango bollente,
la, pietre, lapilli, gas velenosi e cenere
squarciando un fianco della montagna
e portando morte e distruzione tutto intorno.
Gli scienziati ritengono che proprio in quell'occasione
il Vesuvio abbai assunto la forma attuale.
Altre eruzioni di intensit� minore si verificarono
fino al XVI secolo, quando, apparentemente,
il vulcano cess� la sua attivit�.
Essa riesplose, invece, violentemente, nel 1631,
provocando provocando migliaia di vittime
e danni incalcolabili

Dopo numerosi eventi premonitori
quali rigonfiamento del suolo,
piccoli terremoti che si manifestavano gi� da qualche mese
e prosciugamento delle fonti,
all'alba del 16 dicembre del 1631
ci fu un'altra terribile eruzione del Vesuvio.
Il vulcano rientr� in attivit� dopo un periodo di riposo di circa 130 anni,
con l'apertura di una bocca laterale sul versante Sud-Est
con una iniziale fase di attivit� stromboliana
e forse l'emissione di una colata di lava.
Una prima fase espulse ceneri frammiste
all'acqua che scescero a valle a grandi velocit�,
oltre a colonne di vapore.
Successivamente ebbe luogo una violenta attivit� esplosiva dal cratere centrale
con un'alta colonna di ceneri, pomici e gas.

Nella seconda parte della giornata del 16 dicembre e nella successiva del 17
vi fu l'emissione di flussi piroclastici che mieterono le prime vittime a Portici,
Torre del Greco e negli altri paesi ai piedi del vulcano
e costrinsero gran parte della popolazione a cercar rifugio a Napoli.
Nel corso dell'eruzione si ebbero violenti scrosci di pioggia che mobilizzarono le ceneri
deposte sui pendii del vulcano e causarono valanghe di fango
che coprirono la maggior parte dei paesi sulle sue pendici.
Nel corso del secondo giorno dell'eruzione (17 dicembre),
l'arcivescovo ordin� una nuova processione di intercessione
con l'esposizione delle reliquie di san Gennaro e,
secondo molti storici e letterati dell'epoca,
l'eruzione cominci� a scemare proprio quando la statua del Santo fu rivolta al vulcano.

L'eruzione ebbe fine 17 giorni dopo aver eruttato un quantitativo
di circa cento milioni di metri cubi di lava.

Nel 1633 sulla cappella del tesoro
fu scolpita in sua riconoscenza la seguente dedica: Divo Jannuario - Patriae, regnique praesentissimo tutelari - grata Neapolis.



Dal 1631 al 1944 si succedono molte altre eruzioni
la cui attivit� vulcanica � quella tipica del vulcano in condizioni di condotto aperto.
Le eruzioni da ricordare sono quelle del 1717, del 1766, del 1794, del 1822, del 1861,
del 1906 e infine 1944;
i periodi di riposo sono durati al massimo sette anni.
L'attuale conformazione del Vesuvio
� il risultato proprio di tale recente attivit� (dal 1631 al 1944).

L'ultima eruzione � avvenuta il 18 Marzo del 1944
in seguito all'ostruzione del condotto vulcanico,
conseguente al crollo di parte del conetto di scorie centrale.
Il volume totale di lava eruttata fu di circa 21 milioni di mc,
e distrusse gran parte delle abitazioni di San Sebastiano e di Massa di Somma.
Caratteristica di questa eruzione fu il sollevamento di fontane laviche
dal cratere che raggiunsero l'altezza di 1Km.




Il Regio Osservatorio del Vesuvio



Il Regio Osservatorio Vesuviano � il pi� vecchio osservatorio vulcanologico del mondo;
fu costruito per volont� di Ferdinando II di Borbone,
dal 1841 al 1845 su progetto dell�architetto Fazzini.
Oggi l�Istituto � sede di un piccolo museo vulcanologico
e conserva una ricca collezione di minerali e rocce del Somma-Vesuvio
(sono circa 230 i minerali catalogati),
un�importantissima biblioteca vulcanologia e delicati strumenti sismici.
La posizione scelta per l�Osservatorio � particolarmente favorevole
in quanto non � stato mai danneggiato dalle frequenti eruzioni del Vesuvio.
Tra i suoi direttori si contano scienziati di fama mondiale,
tali come Luigi Palmieri, Macedonio Melloni e Giuseppe Mercalli,
inventore della omonima scala che permette la valutazione di un terremoto
sulla base degli effetti prodotti su cose e persone.


La Funicolare



La funicolare del Vesuvio fu inaugurata il 6 giugno del 1880.
Distrutta tre volte dalla lava e non pi� ripristinata
dopo l�eruzione del 1944, fu sostituita da una seggiovia,


e lo termin� nel 1984.
La funicolare del Vesuvio fu resa famosa dalla nota canzone napoletana
�Funicul�-Funicul�� di Peppino Turco e Luigi Denza.


Oggi, sul Vesuvio si sale a piedi.
Siamo arrivati col bus fino a circa 1000 metri percorrendo
uan strada panoramica mozzafiato,
suggestiva la visione del panorama man amno che si sale
per poi proseguire a piedi, lungo un sentiero
in un percorso di circa mezz'ora.









la strada � sempre pi� in salita e ad aumentare la difficolt�
arriva anche la pioggia, non forte, una pioggerella fastidiosa
che ci costringe per� ad aprire gli ombrelli,
un ingombro in pi� per le mani che tra macchine fotografiche
e da ripresa, cellulari, borse non resta pi� un dito libero
tra l'altro, dato che il terreno diventa anche scivoloso,
ci si dovrebbe anche appoggiare ai corrimano lungo il sentiero
per non scivolare, comunque si sale e anche a passo sostenuto
per anticipare, nel caso, l'acquazzone che le nuvole nere promettono.



La fatica e il disagio, per�, vengono compensati
dal bellissimo panorama che si snoda
sotto i nostri occhi, la natura nel suo stato puro, selvaggio e solitario,
malgrado le numerose persone che vi si aggirano, altera e superba
nel suo essere distaccata da noi, ad attestare l'eternit� terrena
 contro la nostra umana caducit�.





Molto suggestivo � anche, ammirare da quass�, il Golfo di Napoli,



anche se la nebbiolina che lo offuscava
non ci ha permesso di contemplare pienamente la sua bellezza.



E poi il cratere, misterioso e accigliato, evocatore di paure e tragedie
Z seppur stupendo nel suo essere abitante, con pieno diritto, di questa Terra.














Decisamente una bella e suggestiva esperienza.

la discesa � stata molto pi� agevole e poi in pullman
per raggiungere Pompei.



Cliccare sull'immagine per accedere al video.




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