La valle dell'amore
"Il primo posto che andremo a visitare" comincia a spiegare la guida
appena il pullman, uscito dal centro abitato di Kayseri (l'antica
Cesarea dell'Impero Romano) prende velocità lungo una specie di strada
provinciale in mezzo alla campagna desertica turca: "sarà la Valle
dell' amore".
Queste parole sono immediatamente seguite da un brusio denso di
complicità, da alcune battutine un po' sopra le righe, c'è anche
qualche darsi di gomito come sempre accade, comunque, quando
l'immaginario collettivo viene solleticato da qualcosa che si crede
pruriginoso.
Vedo la guida sorridere: "Sempre così mi capita" poi continua "quando
annuncio ai gruppi questa visita. Non parliamo poi se sono gruppi di
religiosi, più di una volta, qualche prete, impaurito della cosa
avrebbe voluto far cambiare itinerario e solo alle mie rassicurazioni
che non si trattava di niente di men che lecito si convinceva a
continuare il viaggio.
Il bello della Cappadocia, almeno la zona che ho visitato io. è la
vastità, chilometri e chilometri di deserto intervallato solo da brevi oasi di verdino, per raggiungere i vari siti
ricchi di storia e suggestione, privi di costruzioni o là dove i resti
ci sono sono sotterranei, poiché le antiche popolazioni per difendersi
dagli attacchi degli invasori scavavano interi edifici nel tufo,
interamente sotterranei.
Come niente si percorrono tre o quattrocento chilometri che, a fine
agosto, primi di settembre, il periodo nel quale ci sono andata io, si
snodano in mezzo ad un paesaggio pressoché desertico, uniforme e
pianeggiante.
Arriviamo, scendiamo dall'automezzo e la guida ci guida appunto lungo
una strada bianca di sabbia fiancheggiata da formazioni rocciose che
dopo pochi metri assumono una ben strana forma, quella appunto che dà,
pittorescamente, il nome alla valle.
In effetti sì, con un po' di fantasia, possiamo intravederci -forme
d'amore-.
Ci viene da sorridere un po' a tutti....
beh, ma cosa vi aspettavate in
mezzo al deserto?
"E dopo la prosa" riprende la guida "un po' di poesia, andremo a
vedere -I camini delle fate-, altre formazioni rocciose, più
somiglianti, questa volta, a dei camini fumanti".
Ci spiega che queste formazioni geologiche uniche al mondo si
sono formate nel corso dei secoli a causa dell'agire del vento e degli
altri fenomeni atmosferici.
La Cappadocia è una zona vulcanica e le intense esplosioni avvenute nel
periodo della formazione della crosta terrestre, hanno ricoperto le
colline e le valli di materiale vulcanico trasformando l'intera regione
in un altopiano.
L'insieme di lava, polvere vulcanica, argilla, basalto, formarono alture
fino ai 300 metri che poi la corrosione del vento, della pioggia, dei
fiumi contribuì a formare il caratteristico paesaggio della zona, inoltre
gli sbalzi della temperatura locale concorsero a formare le fratture
del terreno, mentre lo scioglimento delle nevi a primavera, diedero origine alla
formazione delle spaccature, a volte assai ampie, da rassomigliare a dei
veri e propri canyon.
Questa attività idrica, nel corso dei secoli, rese il suolo coperto da un
ammasso di guglie più consistenti in superficie e nel contempo
asportava masse di rocce in basso, tanto che alcune formazioni
finirono per avere in cima composizioni simili a
cappelli. a funghi, a camini, a.... in un instabile stato di
equilibrio.
Quando l'erosione si estendeva in tutta la base il cappello crollava,
era la morte del camino di fata vecchio ma nello stesso tempo la
nascita di un nuovo camino perché l'erosione riprendeva
sotto il cappello del camino caduto, dando inizio ad un altro giovane camino di
fata
E così per secoli e secoli.
Percorrendo sia a piedi che in pullman l'ampia valle di Avanos di
queste poetiche, suggestive, erotiche formazioni geologiche ne abbiamo
viste moltissime.
Diana
Da "I miei viaggi"
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