Ho scritto le parole qui appresso la notte di Capodanno del 2004, dedicandole ad un sogno, allora molto presente nella mia mente e nel mio cuore che, in modo improvviso e del tutto imprevisto, ha saputo lanciare, nel giardino arido e incolto della mia esistenza, dei semini che hanno fatto germogliare i fiori variopinti e bellissimi della Vita capaci di inondare con il loro profumo la mia anima che, per un attimo, ha sorriso, facendo arrivare la loro visione ai miei occhi che si sono riempoiti di stupore, trasmettendo la loro idea alla mente, squarciandone in tal modo, le tenebre che la rivestivano, con il raggio della luce della trascendenza. Una tale sensazione di Vita mi ha lasciato dentro un segno indelebile che va oltre il cammino quotidiano tangibile e conosciuto, un segno che conserver� gelosamente nonostante la razionalit�, la via dritta, il buon senso comune, il girare al verso giusto, perdendomi ancora nel folle enigma dell'immaginazione e del sogno.



Fantasmagoria
di luci e di colori
nel cielo argento
d'una notte strana,
principio d'un tempo senza fine
che della fine diffonde la novella.
Notte di Capodanno,
notte di festa
che mi vede straniera
a balli e sorrisi d'allegria.
Prigioniera d'un'aspra solitudine
che pur mi conferisce libert�,
col cuore gonfio d'emozioni rare
abbandono l'anima
alla sua verit�,
celata nel silenzio
di pochi versi d'una poesia,
di pochi versi nati all'improvviso,
di pochi versi dedicati a te.
Versi teneri e forti
come il rosso del vino
offerto dalla luna
che ci guarda sorniona
dalla sua immensit�.
Alziamo insieme i calici
brindiamo all'impossibile
che in una notte magica
diventi realt�.
Resta con me, stanotte,
dopo i canti e i giochi,
dopo il vino e i fuochi
dopo il silenzio e il pianto,
dammi la mano,
stringiamo insieme l'attimo,
facciamone una roccia
gettiamola
nel lago grande del tempo
a generare cerchi
l'un dentro l'altro persi
fino a legarci l'anima
con l'ultimo, il pi� grande,
che tutti li comprende,
potrebbe essere il cerchio
della felicit�.


01 gennaio 2004

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