Traghewtto per Tallinn - Estonia

Assaggio di gioia


Helsinki 28 luglio 2011

Appena sento il segnale dell'arrivo di un sms mi torna in mente la frase che, qualche giorno prima avevo letto in un social network del web
- A volte basta anche solo un messaggio per farti tornare il sorriso...o per farti girare i maroni.-
Non posso prendere il cell, sono all'imbarcadero di Helsinki per prendere il traghetto per raggiungere Tallinn, sono piena di bagagli, trolley, beauty case, borsone, buste varie con gli acquisti di souvenir, fatti all'ultimo momento, che non avevo avuto tempo di sistemare e il cell si trova nella borsa che tengo a tracolla e che, regolarmente, si � spostata dietro la schiena.
Mi trovo immersa, oserei quasi dire sommersa, in una fila interminabile, sia davanti che di dietro, di turisti e fermarmi neppure a pensarci, avrebbe voluto dire perdere contatti con il mio gruppo e rischiare di non poter prendere il traghetto visto che il biglietto � ancora in mano all'accompagnatrice che ci aspetta all'�ngresso della Super Star.
E mentre procedo lentamente lungo il tortuoso e articolato corridoio che conduce all'imbarcazione, tra il frastuono delle rotelle dei trolley che sferragliano sul pavimento di lamiera striata, il tramestio di sandali, infradito e ciabatte varie, il cicaleccio delle tante parole che si spandono a formare un cocktail di idiomi, la frase che aveva continuato anonima a girarmi per la mente, comincia a prendere forma e contenuto in speranza, in desiderio, in immaginazione.
Non mi chiedo cosa potrebbe contenere quel messaggio e chi potrebbe averlo mandato ma punto direttamente al nome di chi vorrei che fosse l'autore di quell'sms.
E' umano quell'attimo di congettura che intercorre fra il segnale e l'apertura del messaggio ma stavolta, per causa di forza maggioe, � pi� di un attimo e la mia speranza, decisamente poco discreta, anzi piuttosto prepotente, scostumata, sensuale ha modo di spaziare in lungo e in largo nel mio desiderio e, finch� non comparir� sul display il nome del mittente, le lascio libero sfogo, che voli pure, se lo pu� permettere, dentro al cuore nessuno pu� leggere e quei minuti di assaggio di gioia mi fanno stare tremendamente bene.
ll corridoio sembra interminabile, gira e rigira, sali, scendi ma finalmente ecco l'ingresso del piroscafo.
Lo so, non c'� alcun presupposto per cui tu mi debba fare un messaggio, � molto, ormai, che i nostri contatti si sono interrotti ma quella speranza irriverente, non ha piet� e quell'assaggio di gioia � superlativo, buonissimo.
Mi viene da pensare se anche tu avresti piacere a ricevere un mio sms come sarebbe per me, non lo so, non ce lo siamo mai detto e, forse, questo � stato il nostro limite.
Il traghetto � affollato al pari del corridoio che l'ha preceduto, al piano al quale si accede, attraverso la passerella d'imbarco, non c'� un minimo di posto, saliamo al piano superiore, accantoniamo i bagagli in un angolo miracolosamente trovato libero e ci troviamo da sedere.
La mia poltroncina � davanti all'ampia vetrata che mi permette di vedere il mare, sempre uno spettacolo meraviglioso e, mentre gli altri del gruppo, si cominciano a muovere per raggiungere il bar e cercare qualcosa per il pranzo, posso, finalmente aprire la borsa e tirare fuori il cell.
Devo dire che quasi mi dispiace lasciare quello stato limbico, magari non apro e resto ancora un po' a farmi cullare da quella speranza in simbiosi col rullio della nave che intanto si sta cominciando a muovere per uscire dal porto e raggiungere il mare aperto.
Vabb�, apro, � un messaggio della TIM, uno dei tanti che, in terra straniera, vengono mandati per dare informazioni.
Delusione? Non oso dirlo, perch� non avevo aspettative, un senso di tristezza, di mancanza. di vuoto, come dice la frase non mi sono girati i maroni perch� non ce ne sarebbe stato motivo solo che non mi � tornato il sorriso.

Diana
Da Caleidoscopio "Il sogno"








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