La luna sul lago

 

C�� la luna sul lago stanotte.
Il vento che lievemente increspa la superficie, ormai priva di luce, dello specchio fra i monti, divide il pallido astro celeste in mille lamelle che danzano sull�acqua, immerse in un argenteo scintillio.
Chiudo gli occhi e sovrappongo il tuo volto all�immagine della luna danzante e indugio a guardarti consapevole che il riportarti alla mente mi avrebbe recato ancora un misto di gioia e sofferenza.
Desidero accarezzarlo quel volto, posare le mie labbra su quelle labbra dischiuse in un sorriso e respirare il tuo soffio vitale; voglio quegli occhi dentro la mia anima perch� riescano a leggere quanto � stato scritto dall�illusione di un sogno, vagheggio di tuffarmi fra quei capelli e inanellarmeli fra le dita lentamente mentre, accostando la mia guancia alla tua ti sussurro la storia di un fiore che all�improvviso � nato tra le rocce in mezzo ad una pietraia desolata l� dove non c�era terra per accoglierlo n� raggi di sole per riscaldarlo.
A volte un semino, sfuggendo alla sorveglianza del vento durante la migrazione verso i giusti terreni, finisce per cadere in un luogo che mai avrebbe pensato di essere abbellito da un fiore, troppo impervio ed inospitale per una simile grazia del creato.
Me ne accorsi all�improvviso durante una di quelle mie escursioni in montagna alla ricerca, attraverso un contatto con la natura non contaminata da sovrastrutture che finiscono per falsarne i contorni, di pace e silenzio, di solitudine e pensiero per cercare di ritrovare un po� di me che mi desse la forza di proseguire lungo il cammino di questa mia assurda esistenza.
C�era gi� ieri?
Forse s�.
Ma ancora non era venuto fuori con tutta la sua prepotenza di vita.
Passando infatti non me ne ero accorta.
Ma oggi eccolo mostrarsi in tutta la sua rigogliosa bellezza, i suoi petali di quella sfumatura d�azzurro che assume il cielo qualche attimo prima di essere ingoiato dal buio, si protendono verso il sole, come a reclamare il loro diritto a vivere, lo stelo di un verde intenso, dritto e immobile s�innalza sfidando l�infinito.
E� bellissimo ma non vivr�.
Lui lo sa.
Lo sanno le pietre che non possono offrirgli nutrimento, lo sa il sole che non trova spiraglio per raggiungerlo, lo sa il cielo che non ha decretato la sua nascita, lo sa il vento che cerca di fare piano, passandogli accanto.
Ma non serve.
Era divelto e morto quando passai il giorno dopo.
Non volli pi� fare quel percorso.

C�eri gi� ieri?
Forse s�.
Ma ancora non conoscevo tutta la forza del mio amore.
Poi un semino, sfuggendo al controllo della ragione, durante la migrazione verso il logico e il sensato era finito nel mio cuore con una sorprendente voglia di germogliare.
Non mi accorsi quando entr�.
Soltanto quando il fiore dai petali dell�azzurro che ha il cielo prima di diventare il custode della notte, esplose verso il sole, per reclamare il suo diritto all�amore, mi accorsi della tua presenza, della tua invasione, del tuo significato.
E� un fiore bellissimo ma non vivr�.
Lui lo sa.
Lo sa il mio cuore che non vuole arrendersi, lo sa la mia anima che ascolta i tuoi silenzi, lo sa la mia pelle che respira la tua assenza, lo sa la mia solitudine che uccide la follia.
Cerco ancora il tuo volto sovrapposto alla luna.
M�incammino nell�acqua: voglio raggiungere il tuo volto, � troppo forte e intensa la voglia di accarezzarlo, di sentirlo vivo sotto le mie dita�.chiss�, l�acqua del lago riuscir� a ricoprirmi tutta, sono tanto stanca, riuscirei a riposare il cuore accanto al tuo volto.
Ora sul lago c�� solo la luna danzante, scomposta in mille lamelle argentate, che custodisce il segreto del fiore che non poteva vivere.



<BGSOUND SRC="http://www.lostino.com/Media/Lara%20Fabian%20-%20Adagio(it).mp3" AUTOSTART="TRUE" LOOP="TRUE" CONTROLLER="TRUE" WIDTH="180" HEIGHT="40" ALIGN="CENTER" PLAYCOUNT="10">