Il codice da Vinci

 
 Jacques Sauni�re, famoso curatore del Louvre, una notte, viene trovato, brutalmente colpito a morte , all’interno dello stesso museo parigino.
Ma prima di cadere l’uomo riesce ad aggrapparsi ad un dipinto di Caravaggio e a far scattare l’allarme: la pesante saracinesca di ferro cala immediatamente, bloccando l’ingresso al suo assassino inseguitore cosa che permette a Sauni�re, di fare in tempo, in un ultimo gesto disperato, a distendersi sul pavimento disponendosi come il celeberrimo disegno di Leonardo Da Vinci, l’uomo di Vitruvio.
Quando giungono i primi soccorritori si trovano davanti ad una scena agghiacciante: vicino al corpo nudo senza vita alcuni numeri e un nome: Robert Langdon.
Cos� ha inizio il thriller che � diventato un fenomeno editoriale tradotto in quarantaquattro lingue e con oltre quaranta milioni di copie vendute e che ha suscitato moltissime critiche e polemiche per i suoi risvolti etico/religiosi. Molti studiosi hanno, innfatti, criticato questo libro a causa delle imprecise ricostruzioni storiche, documentali e artistiche, infatti, l’idea di fondo del romanzo � che la chiave del segreto del Graal, che la Chiesa si � prodigata a nascondere attraverso “la pi� grande opera di insabbiamento della storia”, sia da ricercare nell’allusivo linguaggio della pittura.
E’ da qui che Robert Lanqdon, studioso di simbologia religiosa, affiancato da Sophie Neveu, nipote del curatore ucciso, partir� per ripercorrere attraverso indizi nascosti in importanti opere d'arte, il cammino del Santo Graal, uno dei pi� grandi misteri dell'umanit�. Parecchi critici hanno anche sostenuto che le idee principali del libro siano state tratte da opere precedenti e meno famose di altri scrittori, come, ad esempio, il saggio “Il Santo Graal” di Michael Baigent e Richard Leigh, i quali hanno perfino citato Dan Brown in tribunale per plagio. La controversia giudiziaria si � conclusa a favore di Brown, stabilendo che Il codice da Vinci, pur riprendendo alcuni elementi dell’opera dei due storici, non � stato copiato. Una curiosit�: forse uno dei personaggi del romanzo, lo storico Leigh Teabing, � stato scelto utilizzando il cognome di Richard Leigh e l’anagramma del cognome di Michael Baigent
Tra realt� e fantasia Dan Brown riesce a rapire e a coinvolgere, costruendo una trama incalzante e avvincente grazie all’utilizzo deil’esoterismo e del simbolismo della religione e dell’arte. Io penso che, pur ritenendo valide le critiche e le apprensioni da parte del mondo cattolico a causa del riaccendersi del dibattito sull’attendibilit� dei vangeli, quest’opera vada presa alla stregua di un bel romanzo, avvincente, intrigante, accattivante per la sua prosa scorrevole e godibile alla lettura e non come un libro di storia e che vada dato merito all’autore pi� per la sua buona capacit� narrativa e per la sua ottima fantasia, in grado di intrecciare finzione e realt� in una disarmante verisimiglianza pi� che alla sua funzione di saggista documentarista storico.
E’ un buon libro, pu� far trascorrere qualche ora piacevole, pu� portare, perch� no?, a qualche riflessione profonda ma va preso per quello che �: una storia, niente di pi�.