La solitudine dei numeri primi

 

Mattia pensava che lui e Alice erano cos�
due primi gemelli,
soli e perduti,
vicini ma non abbastanza per sfiorarsi davvero.
A lei non l'aveva mai detto.
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Sono chiamati “numeri primi” perch� divisibili soltanto per se stessi e per l’unit�, quindi destinati, nell’universo matematico a procedere in una solitudine affascinante e misteriosa seppur alienante.
Ci sono, fra questi numeri primi, quelli “gemelli”, quelli cio� separati da un solo numero nel mezzo, come 11 e 13, ad esempio, tanto vicini, tanto
simili ma condannati, come le rotaie parallele, a non potersi mai incontrare. Ci sono delle anime che, al pari dei numeri primi, cammineranno affiancate senza mai riuscire a colmare quella distanza fra una rotaia e l’altra per potersi dare la mano.
Alice e Mattia, due vite pesanti di ricordi, di sensi di colpa, di incomprensioni, si cercheranno da sempre ma non riusciranno a trovarsi.
L’autore accompagna, con destrezza, estrema attenzione nelle sfumature psicologiche, sensibilit�, i suoi personaggi dall’infanzia alla maturit�, in un percorso di vita difficile e particolare immerso in una diversit� di avvenimenti che, casualmente, finiranno per coincidere nel destino loro assegnato.
Alice, fin da piccolissima � costretta ad obbedire ad un padre despota ed egoista che la costringe, suo malgrado, a seguire lezioni di sci, per volerne fare una campionessa. La reazione psicologica della bambina � quella del bisogno di orinare ogni volta che, appena indossati gli sci, inizia la discesa e, il suo scarico d’ansia, consiste poi nel trovare il modo di soddisfare questa sua esigenza fisiologica senza che gli altri si accorgano di nulla.
Una volta per�, complice anche il latte della colazione, non � solo la pip� che impelle nel pancino di Alice e, non riuscendo a trattenersi, se la fa addosso.
Cerca poi di perdere contatti col gruppo nell’intento di raggiungere l’albergo da sola e rimediare all’incidente prima che chiunque altro possa accorgersene ma esce fuori pista e precipita in un vallone, chiedendosi, prima di perdere coscienza se i lupi ci fossero anche d’inverno.
Quella gamba spezzata e mai risanata del tutto, quel suo essere zoppa, quel mai accettarlo completamente come un regalo da parte di suo padre non richiesto, sar� la sua “diversit�” vitale.
Mattia, un bambino intelligente e bravo a scuola, ha una sorella gemella, ritardata mentale, che lo fa sentire a disagio sia in classe che nelle amicizie fuori scuola, anche perch� avverte, troppo netta e cattiva la curiosit� della gente.
Un giorno, mentre assieme alla sorella, stava attraversando il parco per raggiungere la casa di un compagno di classe che lo aveva invitato alla sua festa di compleanno, pensa di lasciare la bambina ad attenderlo, seduta su una panchina, per non patire ancora quel disagio, l’avrebbe ripresa al ritorno ma, al suo ritorno Michela era scomparsa, forse finita nel fiume che scorreva l� dappresso, visto che era da sempre stata attratta dall’acqua.
Alice e Mattia frequentano la stessa scuola superiore anche se non nella stessa classe ed � l� che le loro anime si attraggono, destinate per� a non incontrarsi mai, incapaci di aprirsi completamente a loro stessi e al mondo che li circonda.
Cresceranno: Mattia si laureer� ed andr� ad insegnare matematica in una prestigiosa universit� degli Stati Uniti, Alice diventer� una provetta fotografa, prover� anche a sposarsi ben presto finendo in un naufragio esistenziale ma non riusciranno, almeno per questa esistenza a dare concretezza a quel desiderio delle loro anime di stare insieme.
Un plauso a Paolo Giordani, al suo esordio come narratore, per aver cos� bene saputo caratterizzare il mondo dei diversi d’anima, incomprensibile ai pi�, in questo nostro mondo attratto dal protagonismo, dall’arrivismo, dalla ricerca della presenza ad ogni costo, con un linguaggio semplice, pulito, scorrevole e assai gradevole a leggersi.

 A questo romanzo � stato assegnato il Premio Strega 2008 per la narrativa.

 

 

  Paolo Giordano

LA SOLITUDINE DEI NUMERI PRIMI

ED. MONDADORI

 

 

 

 

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