Il mio viaggio a Kayseri


Non ci sono riuscita, questa volta, a guardare fuori dall�obl� l�aereo prendere quota, un�improvvisa paura me l�ha impedito.
In passato l�ho sempre fatto e mi piaceva vedere l�apparecchio staccarsi da terra ed innalzarsi e quella striscia bianca che corre in mezzo alla pista diventare sempre pi� piccola fino a scomparire del tutto e quell�immergersi nelle nuvole quando ci sono eppoi ritrovare al di sopra il blu e il sole pi� splendente.
No, questa volta � stato il vuoto allo stomaco che si avverte nell�attimo in cui l�aereo si stacca da terra a dirmi che ci stavamo innalzando e, con la coda dell�occhio vedo, infatti, le nuvole via via sempre pi� vicine fin poi a diventare bambagia sottostante.
Quel mare che stiamo sorvolando dovrebbe essere l�Egeo e la terra che appare subito dopo, la Grecia.
L�aereo procede e pare stabile, se non fosse per qualche leggero dondolio che, stando ai posti quasi in fondo, ogni tanto si sente, sembrerebbe di stare fermi.
Mi guardo intorno, la mia vicina di destra legge un quotidiano.
Il vicino di sinistra guarda fuori, qualcuno parla sommessamente.
Ogni tanto uno scossone e il pensiero che si � appesi al cielo affiora prepotente alla mente.
Ad intervalli quasi regolari arrivano gli annunci dalla radio di bordo, questa volta rigorosamente in lingua turca, comprensibilissima ai pi� mi dico con un po� di ironia, alcuni annunci vengono fatti anche in inglese, ma anche quello lo mastico poco e, ogni volta che volo con Compagnie estere mi chiedo perch� mai non facciano tali annunci anche in italiano, visto che non tutti gli abitanti della penisola debbano per forza conoscere le lingue straniere, misteri!
In ogni caso le partenze in aereo sono sempre avvolte da un�atmosfera strana.
Come il vettore comincia a muoversi sulla pista di decollo, nella cabina�tubo (perch� tale � dove sono sistemati i passeggeri), si fa un insolito silenzio che sembrerebbe ostentare sicurezza o indifferenza ma che, volendo o no, nasconde apprensione.
Non � la prima volta che volo ma questa volta, chiss�, suggestionata dai numerosi incidenti aerei accaduti nei giorni precedenti quello della mia partenza, mi era venuto un po� di magone, insomma non stavo sull�aereo con la tranquillit� con cui avevo volato le altre volte.
Provo ad acquietare la mia tensione con una bella dose di fatalismo che quando va ad incollarsi fra cielo e mare, serve�.se ha da essere�sar��..
Sempre in apprensione silenziosa cerco di sentire cosa l�aereo mi dice con i suoi rumori e suoni, se il motore canta bene, come se fosse facile interpretare il canto del motore di un aereo, se il suo rombo ha un suono gradevole, senza stonature.
L�arrivo ad Istanbul � previsto per le 15,30 circa e sono ancora le 12 e 50 minuti.
Prendo il libro che ho comprato in aeroporto, preso al volo perch� gi� era iniziato l�imbarco e, guarda caso, � di Fabio Volo �Il giorno in pi�� e comincio a leggere o meglio, cerco tanto di farlo, dovrei prestare pi� attenzione, intanto la compensazione d�aria nelle orecchie, il senso di sturamento, insomma, che pare togliere quel tappo che, in quota, si forma, fa cambiare armonia al rombo del motore che, a quel che posso capire, pare regolare.
Ti penso.
Chiss� perch�, quando sono appesa al cielo mi viene da pensare pi� intensamente alle persone a cui voglio bene.
Ti penso e tra le tante belle sensazioni che, di te, mi vengono in mente, c�� anche quella delle troppe cose che non ti ho mai detto.
E� mi sorprendo a constatare come quante cose avrei voluto dirti e non l�ho fatto, potrei non potertele pi� dire , potresti non poterle mai sapere.
Quass�, al di sopra delle nuvole, dove il sole splende pi� intensamente e il cielo appare pi� infinito, dove la realt� del mondo sembra lontana e precaria, tutto sarebbe pi� facile magari riuscirei anche a vincere la tua resistenza come l�aereo sta vincendo quella dell�aria e prendendo a prestito le sue ali che si stagliano nell�azzurro vigorose e splendenti, potrei riuscire anche a volare.
E� un pensiero che mi stringe il cuore ma so che una volta che rimetter� piede a terra non riuscir� comunque a dirti quanto vorrei perch� le sovrastrutture spazio-temporali sono in agguato con le loro unghie pronte a ghermire e sbrindellare le mie parole, le mie sovrastrutture e le tue.
Non sempre tutto � consentito nella realt� gi� in basso.
Mi avvolgo intanto delle piacevoli sensazioni che mi d� sempre il pensarti e riuscendo a calmare quell�inquietudine che mi aveva sorpresa alla partenza , prendo un foglio e una penna e comincio a scrivere, a scriverti, chiss�, mi dico, quel foglio s� che potrebbe volare ed arrivare fino a te, gi�, appesa al cielo, nel regno dei s ogni, posso anche fantasticare.
Un improvviso abbassamento di quota mi comunica che stiamo per arrivare ora riesco a guardare fuori: case, strade, campi si avvicinano sempre pi�, avverto il rumore netto del carrello che sta uscendo dal suo abitacolo, vedo la pista ed ecco il tocco morbido delle ruote che si posano sull�asfalto. Un primo tratto � fatto.
Ora ci sar� una lunga sosta in aeroporto in attesa del prossimo imbarco che mi porter� a Kayseri in Cappadocia.
 

 

 

 

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