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Agra

Il Taj Mahal





Finita la visita alla fabbrica della lavorazione del marmo
si va a pranzo in un discreto ristorante,
la solita precauzione nella scelta dei cibi e delle bevande e,
dopo un'oretta di riposo, ci rimettiamo in marcia verso il Taj Mahal.

Dopo che Abi ci consegna il biglietto d'ingresso



ci mettiamo in fila per entrare





rigorosamente disposti su due file separate, quella dei maschi
e quella delle femmine



e dopo essere passati al controllo di borse, zaini e
quant'altro potesse contenere oggetti,
e dopo un'energica palpata sul corpo per vedere se addosso
tenessimo qualcosa di pericoloso



entriamo nel mausoleo.



Del Taj Mahal se ne � cominciato a parlare subito dopo
aver messo piede in India �, infatti, il monumento pi� rappresentativo
di questo stato, sia per la sua magnificenza architettonica
sia per la romantica storia che ha accompagnato
la sua costruzione,
non per nulla � chiamato, infatti,
il tempio dell'amore

Spazia lo sguardo cercando di orientarsi in questo insieme di giardini
di edifici, di viali, di scalinate
che ispirano pace, armonia
soavit�, bellezza,
nella loro maestosit�.

Il Taj � stato dedicato dall'imperatore  Shah Jahan

alla moglie Mumtaz Mahal
che significa "la prescelta del palazzo"
infatti ella � stata la sua moglie prediletta.
Mumtaz mor� nel 1631 dando alla luce il suo quattordicesimo figlio,
mor� in campo di battaglia,
avendo accompagnato il marito
in una campagna militare.
Narra la leggenda che prima di morire, Mumtaz
espresse al marito il desiderio di avere una tomba
bellissima che nessuno potesse mai eguagliare
in bellezza e grandiosit�
Il marito affranto dal dolore, tanto da perdere il senno,
fece venire presso di s� i migliori architetti e artigiani
ai quali commission�  la costruzione del complesso
affidando,
secondo le ipotesi pi� probabili,
 ad Ustad Isa Khan Effendi, un persiano di Shiraz,
la direzione dei lavori, a Ustad Ahmed, suo allievo,
la direzione delle rifiniture e a Ismail Khan quella della cupola.



I lavori per la costruzione del mausoleo, iniziati nel 1632,
durarono 22 anni e si conclusero nel 1654.
Tra le 20.000 persone che vi lavorarono si contano anche numerosi artigiani provenienti dall'Europa e dall'Asia Centrale.
Tra di essi vi era anche un artista italiano: Geronimo Veroneo.

Il Taj Mahal venne costruito
utilizzando materiali provenienti da ogni parte dell'India e dell'Asia.
Oltre 1.000 elefanti e bufali vennero impiegati durante le costruzioni,
per il trasporto delle materie prime.
Il marmo bianco venne portato da Makrana,
il diaspro dal Punjab e la giada e il cristallo dalla Cina.
I turchesi erano originari del Tibet e i lapislazzuli dell'Afghanistan,
gli zaffiri venivano da Sri Lanka e la corniola dall'Arabia.
In tutto 28 diversi tipi di pietre preziose e semi-preziose,
vennero incastonati nel marmo bianco
per un costo totale di circa 32 milioni di rupie.
I lavori di costruzione furono finanziati
grazie ai proventi della vendita del salnitro,
componente per la fabbricazione della polvere da sparo,
oggetto di ingenti acquisti da parte dei paesi europei dell'epoca,
impegnati nella guerra dei trent'anni.

L'unico materiale locale utilizzato fu l'arenaria rossa
che decora le diverse strutture del complesso.
Per i lavori di costruzione,
invece di utilizzare bamb� per realizzare le impalcature
(come era di tradizione in quelle zone),
furono utilizzati mattoni.
Al termine dei lavori l'enorme impalcatura doveva essere smantellata
e per alcuni questa operazione avrebbe richiesto all'incirca cinque anni.
Per risolvere questo problema,
l'imperatore stabil� che chiunque avrebbe potuto prendere per s� i mattoni dalle impalcature:
secondo la tradizione in una notte
l'intera impalcatura fu smantellata.
In questo ordine fu costruito il complesso:
plinto, mausoleo, minareti, moschea e jawab e il portale d'ingresso.



La citazione del corano che, sul portale, si legge negli intarsi,
detta Al-Fair, cio� alba, termina con queste parole:
"O anima che riposi, ritorna la Signore,
in pace con Lui ed Egli in pace con te.
Entra come uno dei suoi servitori
ed entra nel suo giardino."



Il portale ha, nell'architettura islamica, un'importanza particolare:
esso rappresenta il punto di transizione tra il clamore del mondo esterno
e materiale
e la pace e la tranquillit� dello spazio sacro e spirituale interno.
E' un complesso bellissimo, alto 22 metri e molto lavorato con torri, nicchie,
cupolette, tutto in perfetta e piacevole armonia.

Entriamo e ci troviamo nel giardino, Abi ci spiega che esso ha la forma di un quadrato
che � la forma tipica dei giardini dei Moghal, ed � diviso in quattro parti uguali
da due canali che si incrociano nel mezzo, ogni quadrato poi
� suddiviso, a sua volta, in altro quattro quadrati e, pare che
in ognuno di essi, furono piantate 400 piante.

Abi cu fa notare la ricorrenza del numero 4, 4 sono, infatti,
anche i minareti che circondano il mausoleo e ci dice che 4 � il numero
che per l'islamismo ha un valore mistico e simbolico.
La struttura del giardino si rif� molto alla visione del paradiso
in quel periodo esso era visto come un giardino ideale
abbondantemente rifornito d'acqua.
Nei testi mistici dell'Islam, poi,
esso era descritto come composto da quattro canali che si incontrano
in una montagna o una cascata centrali,
che dividono il tutto nei quattro punti cardinali.
La visione del giardino come simbolo del paradiso � ulteriormente rafforzata
dalle scritture presenti sul portale principale,
che presentano un invito ad entrare nel paradiso.





Abi ci toglie le macchine da ripresa perch� non � consentito fare filmati
n�  portare le macchinette da ripresa dietro,
 legge, poi ho letto in internet, che risale a quando le macchine da ripresa
erano assai grandi quindi capaci di contenere anche materiale pericoloso
che avrebbe potuto danneggiare il complesso, legge mai cambiata anche ai nostri giorni in cui
le macchine da ripresa sono assai piccole incapaci di contenere la bench� minima cosa.
Per la visita ci d� un'oretta.

Percorrendo i vialetti in mezzo ai giardini fra alberi e e aiuole di fiori,







bellissimo � il mausoleo che si riflette nell'acqua del canale centrale
che percorre,
in lungo il giardino.
spicca, illuminato dai raggi del sole al tramonto
il candore del marmo



oppure che si specchia nel fiume Yamuna che corre
su un lato del complesso



candore che diventa opaco, man mano che il sole scende oltre l'orizzonte.



Saliamo al mausoleo entrando nella cripta dove sono le tombe di Mumtaz
e del marito.







Anche qui dentro l'ambiente � abbellito con preziose decorazioni.
La visita � breve, non si pu� sostare e guidati dai gendarmi che controllano
l'afflusso dei visitatori, giriamo intorno alla cripta e usciamo.



Da notare, (la foto non � mia ma trovata in rete
proprio per quanto voglio dire)
come la tomba dell'imperatore sia diversa da quella della moglie,
l'unica cosa asimmetrica di tutto il complesso, perfettamente a specchio.

Al lato ovest del mausoleo c'� la moschea in arenaria rossa, fatta costruire,
forse, per santificare il luogo e nel lato deste una costruzione simile,
chiamata jawab, che non si sa bene a cosa fosse servita forse, solo,
per mantenere la simmetria.



Veramente una grande opera che sono stata contenta di aver visto.

Riprendiamo il pullman per tornare in albergo, una frettolosa riassettata
a viso e capelli, un cambio di abito, una frugale cena e via di nuovo
ci aspetta una rappresentazione teatrale.

Bello ed elegante il teatro ed anche pieno di pubblico che, credo,
formato esclusivamente da turisti,
e gradevole la rappresentazione.
E' la storia romanzata della nascita del Taj Mahal,
per fortuna ogni poltrona � dotata di cuffia con traduttore
cos� non c'� stato problema di comprensione.

Mentre sul pullman stiamo rientrando in albergo, Abi, ci dice
che il negoziante al quale si � rivolto per poterci far vedere
oggetti tipici di abbigliamento � disponibile e quindi possiamo andare.
Il negozio � a pochi passi dall'albergo e lo raggiungiamo a piedi.
Il negoziante � un artigiano, originario dell'Himalaya, per cui
vende cose in cachemire nonch� in seta.
Belle coae ci sono, paschemine di ogni foggia e colore, sari coloratissimi,
foulards, camicie ed altri capi di abbigliamento pi� o meno costosi.
Compro un foularino di seta sull'azzurro il colore che a me piace di pi�
mi attirava anche un bel sari ma poi ho pensato che in Italia
non avrei saputo quando e dove metterlo e ho lasciato perdere.
Fine della giornata passata ad Agra.

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