La gita di Maggio
Pompei
La città nuova
3 maggio 2014 - Sabato
Usciamo dagli scavi, dall'ingresso dell'Anfiteatro,
voltiamo a sinistra, dove comincia l'abitato della città nuova.
per una breve passeggiata e visita.
Oggi Pompei è una cittadina che occupa un territorio
di 12 Kmq. con una popolazione di circa 26.000 abitanti.
Fu abitata anche dopo l'eruzione del 79 d.C.
in un territorio
detto Campo Pompeiano che ha avuto molte vicissitudini
durante i secoli scorsi.
Importanti erano una chiesa dedicata al Salvatore e un castello
che appartenne ai Caracciolo.
Tutto ciò costituì un feudo patrizio che passò di mano in mano
secondo gli avvenimenti politici del Regno di Napoli.
Nel 1873 l'avvocato Bortolo Longo (1841 - 1926), uomo pio e caritatevole
si fece promotore, fra gli abitanti, della devozione del SS. Rosario
e fondò il santuario della Madonna del Rosario, attorno al quale edificò,
con l'aiuto dei fedeli, ospizi ed orfanatrofi,
in breve tempo il santuario divenne centro di fervida vita religiosa,
famoso per la vergine.
Qui convergono da ogni parte d'Italia, numerosi pellegrinaggi
che, per lo più, si svolgono nel periodo estivo ed autunnale.
L'imponente santuario, che ha titolo di Basilica, e il cui
arcivescovo rettore è di nomina pontificia, è opera di Antonio Cua.
Iniziato nel 1870, fu consacrato il 7 maggio del 1891 e, successivamente,
ampliato negli anni 30 su progetto dell'ing. Mons. Spirito Chiappetta.
In alto, sulla facciata a due ordini, domina la statua in marmo
della Madonna del Rosario del Chiaromonte.
L'interno, a tre navate, è una quantità enorme di marmi policromi;
affreschi e mosaici decorano la cupola e le pareti.
Sull'altare maggiore, abbiamo ammirato la venerata
Vergine del Rosario
Dalla navata sinistra si accede al Tesoro, che racchiuse
suppellettile votiva e religiosa di notevole pregio
ed una tavola raffigurante San Paolo.
Storia del dipinto della Madonna del Rosario.
Bortolo Longo
nel suo intento di propagandare
la pratica del Rosario tra i Pompeiani, si recò a Napoli per comprare un
dipinto della Madonna del Rosario. L’idea era quella di acquistarne uno già
visto in un negozio, ma le cose non andarono così. Per puro caso infatti
incontrò in via Toledo Padre Radente (suo confessore) che allo scopo gli
suggerì di andare al Conservatorio del Rosario di Portamedina e di chiedere,
in suo nome, a suor maria Concetta De Litala un vecchio dipinto del Rosario
che egli stesso le aveva affidato dieci anni prima. Bartolo seguì tale
suggerimento, ma fu presto preso da sgomento quando la suora gli mostrò il
dipinto: una tela corrosa dalle tarme e logorata dal tempo, mancante di
pezzi di colore, con la Madonna in atteggiamento antistorico, cioè con la
Vergine che porge la corona a santa Rosa, anziché a santa Caterina da Siena,
come nella tradizione domenicana. Bartolo fu sul punto di declinare
l’offerta, ma ritirò comunque il dono per l’insistenza della Suora. Nel
tardo pomeriggio del 13 novembre 1875, l’immagine della Madonna giunse così
a Pompei, su un carretto guidato dal carrettiere Angelo Tortora e adibito al
trasporto di letame. Fu scaricata con la sua consunta copertura di fronte
alla fatiscente Parrocchia del SS. Salvatore, ove ad aspettarla c’erano
l’anziano parroco Cirillo, Bartolo e altri abitanti. Lo sgomento che
inizialmente aveva colto Bartolo, colse anche tutti gli altri presenti,
quando tolta la coperta, fu mostrato il dipinto. Furono tutti d’accordo che
il dipinto non si potesse esporre per timore di interdetto, prima di un
restauro anche solo parziale.
Il primo restauro fu opera di Guglielmo Galella, un pittore riproduttore
delle immagini dipinte negli scavi dell'antica Pompei. La vecchia tela,
esposta nella parrocchia del SS. Salvatore, nei successivi tre anni, subì
ulteriori deterioramenti. Essa fu così restaurata per la seconda volta e
sempre gratuitamente dal pittore napoletano Federico Maldarelli, che si
occupò anche di trasformare la figura di santa Rosa in Santa Caterina da
Siena. Un altro artista napoletano, Francesco Chiariello, sostituì la
malandata tela, allungandola di un palmo, prima che il Maldarelli facesse il
secondo vero restauro.
Il dipinto non fu più posto nella parrocchia del SS. Salvatore, ma su di un
altare provvisorio, in una cappella (detta poi di Santa Caterina) nel
santuario in costruzione. L’immagine della Madonna si coprì ben presto di
pietre preziose, offerte quali attestazioni di grazie ricevute. Papa Leone
XIII nel 1887 benedisse il meraviglioso diadema che cinse la fronte della
Vergine. E tra i diamanti e gli zaffiri che formavano le aureole sul capo
della Madonna e del Bambino si potevano notare quattro rarissimi smeraldi,
dono di due ebrei beneficati.
L’ultimo restauro fu effettuato nel 1965, al Pontificio istituto dei padri
benedettini olivetani di Roma, un restauro altamente scientifico, durante il
quale, sotto i colori sovrapposti nei precedenti interventi, furono scoperti
i colori originali che svelarono la mano di un valente artista della scuola
di Luca Giordano (XVII secolo). In tale restauro furono eliminate quasi
tutte le pietre preziose, onde evitare danni e perforazioni alla tela. In
quell’occasione l’immagine della Madonna rimase esposta alla venerazione dei
fedeli per alcuni giorni nella basilica di San Pietro e il 23 aprile, il
dipinto fu incoronato da papa Paolo VI.
Il ritorno dell’Icona a Pompei, avvenne in maniera solenne, con un corteo di
ecclesiastici e di fedeli che si ingigantiva man mano che si attraversavano
le città, lungo il tragitto Roma-Pompei. A sera inoltrata, il dipinto giunse
a Napoli ove fu accolto con luminarie e fiaccolate, per poi proseguire con
un largo seguito di Napoletani fino a Pompei, ove il viaggio si concluse in
modo trionfale con una grande manifestazione.
Nel 2000, per il 125º anniversario, il dipinto ha sostato per cinque giorni
nel Duomo di Napoli, dove è stato venerato da migliaia di fedeli. Il ritorno
a Pompei è stato fatto a piedi, seguendo il tracciato del 1875, con diverse
soste nelle città della provincia. Per tutto il giorno centinaia di migliaia
di persone hanno affollato il percorso di trenta chilometri che separa
Pompei dal capoluogo.
Il 16 ottobre 2002, il dipinto è tornato a piazza San Pietro, per esplicita
richiesta del papa Giovanni Paolo II che, accanto alla “bella immagine
venerata a Pompei”, ha firmato la Lettera Apostolica Rosarium Virginis
Mariae.
Ci avviamo poi al ristorante prenotato per il pranzo,
un localino non grande ma ben messo e pieno di gente,
cibo buono, sosta al bagno e un po' di riposo prima di avviarci agli scavi.
Intanto il tempo si è ulteriormente incupito e comincia anche a piovere.
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