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Thailandia
Bangkok
Parte terza



18 aprile 2016

Luned�





Alle 6,30, incontro con la guida nella hall dell'hotel e partenza
per il mercato galleggiante di Damnoen Saduak che si trova a 110 chilometri
a ovest di Bangkok, nella provincia di Ratchaburi.

Dopo pochi chilometri ci fermiamo per vedere il mercato
sulle rotaie del treno.
.


E' un mercato molto caratteristico, le bancarelle di carme, frutta e verdura
si snodano lungo i binari e, come sentono il fischio
che annuncia il treno che sta arrivando

>



in fretta e furia i venditori fanno sparire le bancarelle con una maestria
ormai consolidata da anni, e il treno pu� passare.
Le bancarelle sono costruite su dei binari fatti in casa
in modo che quando passa il treno possono spostarsi, con facilit�, un paio di metri pi� indietro
e i teloni che le ricoprono per proteggerle da sole ed eventuale pioggia
sono messi su due pali che, manualmente, spostano indietro la tettoia.
La linea ferroviaria che attraversa questo mercato
� una linea piuttosto vecchia che dalla cittadina di Maeklong porta a Bangkok
che dista una sessantina di chilometri circa.
La guida ci dice che il mercato esiste in quella zona da decenni
e solo in un secondo momento il governo ha stabilito di costruire questa ferrovia
senza espropriare i terreni dei venditori
che quindi hanno deciso di rimanere l� dove erano sempre stati.
E quindi, ogni giorno, per otto volte,
il treno passa attraverso il mercato di Maeklong provocando l'avanti e indietro
delle bancarelle e il fuggi fuggi degli acquirenti
e dei turisti per trovare un adeguato riparo a ridosso di case e botteghe
per non essere travolti dal convoglio
che non va proprio pianissimo.

Quando arriviamo, bench� sia ancora abbastanza presto, il mercato � gi� molto affollato
sia da thai, per fare la spesa quotidiana poich� pare che sia il mercato migliore
per il pesce che � sempre fresco e a buon prezzo,
sia da turisti curiosi di assistere al passaggio del treno, come anche noi, del resto.
Iniziamo a camminare sui binari, facendoci largo tra la folla e cercando
di dare un'occhiata alla merce esposta.
C'� un persistente odore di pesce, a volte quasi puzza
da far dubitare della sua freschezza, poi carne tagliata al momento
e frutta e verdura di ogni genere e, ad un tratto,
eccolo il fischio del treno e in men che non si dica
le rotaie vengono sgomberate.
La guida ci raduna e fra spintoni vari ed inciampi su cose che, in quel momento,
non si ha il tempo di vedere cosa siano, ci fa acquattare in un vicoletto
gi� abbastanza affollato.
Tutto bene, il treno passa e, quando ancora si vede sfumare l'ultimo vagone,
si ricompone il mercato.
Ancora qualche minuto e torniamo al pullman.







Altra sosta per visitare una fattoria
dove si produce zucchero estratto dal cocco.



Pare che questo dolcificante faccia anche bene.

Giriamo un po' fra i vari banchetti su cui si trovano pentole
e pentoloni fumanti
che contribuiscono a far aumentare il caldo gi� molto insistente di suo.









E si riparte verso il mercato galleggiante di Damnuen Seduak.

Alle 9.00 arriviamo all'imbarcadero per imbarcarci su una long tail boat,
una motolancia, insomma, per un'escursione di circa mezz'ora
lungo i canali che caratterizzano questa zona della Thailandia.

La barca procede abbastanza lentamente proprio per farci ammirare
lo stile di vita che si svolge lungo le rive di questi canali
uno stile tipico delle campagne thailandesi, nonch� le abitazioni,
caratteristiche le palafitte, le coltivazioni di riso
e la vegetazione spontanea.













Ed eccoci arrivati al canale Damnoen Saduak dove si trova il mercato galleggiante.
tipico e curioso mercato, attrazione dei turisti, come ci dice la guida.
Bancarelle tutte in fila che costeggiano le rive,
su cui � esposto di tutto ma proprio tutto,
imbarcazioni di vario tipo che percorrono il canale,
esponendo merci soprattutto frutta e verdura,
che si incrociano con le varie imbarcazioni di turisti
curiosi e divertiti.

Il canale Damnoen Sadauk fu realizzato durante il regno di Rama V nel 1902
quando gli abitanti delle provincie di Rajburi, Samutsakorn e Samutsongkram,
aiutati dai militari, si misero all�opera per scavare questa via d�acqua
necessaria per il trasporto delle merci
e per gli scambi commerciali
nonch� per irrigare i campi durante tutto l'anno
grazie a circa 200 piccoli canali
che collegano Damnoen Sadauk ai numerosi terreni agricoli.
Il canale Damnoen Sadauk collega il fiume Ta Chin e il fiume Mae Klong
e, favorendo, all'epoca,  il trasporto su acqua delle merci
permise di dare una spinta e sostenere la crescita economica di quella regione.
Nel corso degli anni poi
gli agricoltori si sono insediati lungo le sponde del canale
e ancora oggi vivono in abitazioni costruite l�una accanto all�altra
su entrambe le rive del fiume Damnoen Sadauk.







Si procede a passo d'uomo
anzi a passo di remo dato il gran traffico di barche e barchette
che affolla il fiume
avendo modo cos� di guardare le tante mercanzie.









Mentre giriamo, notiamo che i locali acquistano
per lo pi� frutta e verdura
che noi non ci azzardiamo a toccare
sempre per il fatto delle malattie,
anche se il loro aspetto � molto invitante
e ci soffermiamo, invece, vicino alle bancarelle
di souvenir.
 Come ci avvistano, i venditori ci arpionano
con un apposito bastone uncinato per farci accostare
alla loro barca, facendo in modo che la nostra resti ferma.







Finita questa simpatica e pittoresca visita
lasciamo il mercato galleggiante
per andare a vedere la pagoda Phra Pathommachedi
che, ci dice la guida,  ha la stupa
il monumento buddhista, aggiunge poi, pi� alto del mondo
essendo alto, infatti, 120,5 metri.

E' il luogo dove venne introdotto il buddhismo
in Thailandia, per la prima volta.





Non esistono notizie ufficiali riguardo la storia di questo monumento,
ma si ritiene che sia stato costruito intorno al 193 a.C.,
e che somigliasse alla Grande Stupa di Sanchi in India).
Il primo testo in cui se ne trovano riferimenti
� quello delle scritture buddhiste del 675;
tuttavia, i ritrovamenti storici risalgono fino al IV secolo.
Gli storici dell�epoca moderna lo considerano il pi� grande edificio della cultura Dvaravati.

L�incertezza riguardo le sue origini
ha portato alla nascita di numerose leggende
sulla costruzione di questo edificio,
la pi� famosa � la leggenda del Phaya Gong e Phaya Phan.
La storia racconta del re di Nakhon Chai Si,
chiamato Phaya Gong,
ebbe un figlio di nome Phan.
L�astrologo di corte fece una terribile predizione sul suo futuro,
affermando che avrebbe commesso un fratricidio.
Il re decise di abbandonare suo figlio,
che venne poi adottato da Granny Hom,
una donna senza figli che lo fece crescere a Ratchaburi.
Un giorno, l�elefante di un signore locale inizi� ad attaccare la gente:
Phan si rec� sul luogo e riusc� a domarne la furia.
Il signore, scoprendo dell�atto eroico di Phan,
decise di adottarlo come suo figlio.
Phan era molto ambizioso e voleva conquistare il regno di Phaya Gong,
a cui scrisse per richiedere un duello tra elefanti:
Phan uccise Phaya Gong e,
seguendo le usanze,
chiese a sua moglie di sposarlo,
ma lei lo riconobbe immediatamente e gli raccont� la verit�.
Phan divenne re e come primo atto
decise di far giustiziare l�anziana Granny Hom
per non avergli rivelato la verit� sulla sua storia
prima che potesse uccidere suo padre.
Col passare del tempo, per�,
si trov� colto dai sensi di colpa e inizi� a cercare un modo per espiare le sue colpe:
si rivolse a un maestro buddhista,
che gli consigli� di far costruire una grande, alta stupa
che contenesse una reliquia di Buddha.
Questa doveva essere nello stile dello Sri Lanka
e avere un grande gong al suo interno.
Diversi secoli dopo,
il re di Bago volle recuperare il gong
e decise di effettuare degli scavi nelle fondamenta della stupa:
questa collass� e il re cerc� di ricostruirla seguendo lo stile Khmer.



Lasciando la pagoda ci imbattiamo in una fila
di buddhini,
penso provenienti da una scuola
per diventare monaci
che, in modo molto composto
attraversavano la piazza





e, forse stanno andando a pranzo,
come noi, del resto.
Dopo pranzo si torna a Bangkok  ed essendo ancora abbastanza presto
facciamo un ultimo giro
per conoscere un po' meglio questa citt�
che stiamo per lasciare.







Trovo che questa citt� sia sul serio moderato,
il tutto stemperato dai colori delle auto, delle insegne pubblicitarie
e dallo stile dei palazzi















Torniamo poi in albergo
per la cena
e quindi a sistemare le valigie
che domani mattina si parte presto
per Pucket

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