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Turchia Orientale

Antiochia

Antakya

01 - luglio 2019
Luned�




Il volo � previsto per le 7,20,
per cui, come -da regolamento- verso le 5.00
ci ritroviamo tutti noi del gruppo al Leonardo da Vinci di Fiumicino
per sbrigare le varie operazioni di rito da compiere prima dell'imbarco.
Data l'ora l'aeroporto ci appare un po' sonnolento
ma, mano a mano che l'alba lascia il posto al sole,
comincia ad animarsi con la solita fantasmagoria di suoni e colori di sempre.
Fatti i dovuti controlli
in perfetto orario si parte
e, dopo un breve e tranquillo volo,
atterriamo all'aeroporto internazionale SAW di Istanbul
Non conosco questo aeroporto poich� le altre volte che sono venuta a Istanbul,
sono scesa all'Atat�rk.
e come mi informa il buon Google
il SAW � il secondo aeroporto di Istanbul
 costruito perch� il principale, l'Aeroporto Atat�rk,
non era pi� in grado di gestire l'aumento del traffico aereo verso la citt�.
Questo aeroporto � dedicato all'aviatrice turca Sabiha G�k�en,
ed � stato rinnovato fra il 2007 e il 2009 e il nuovo terminal � stato inaugurato nell'autunno 2009.



Nel terminal incontriamo la guida che ci accompagner� per tutto il tour
E' un bel signore sulla cinquantina, dice di chiamarsi Gianni
e parla correttamente l'italiano.
Senza por tempo in mezzo ci dirotta verso i soliti controlli
per andare a prendere l'altro aereo che ci sbarcher� ad Adana.
dove atterriamo verso le 15 e 30.



Recuperiamo i bagagli, usciamo dall'aeroporto
e ci accomodiamo sul pullmino assegnatoci dall'Agenzia,
col quale arriveremo ad Antiochia,
prima tappa del nostro tour.



Curiosamente questo aeroporto � a ridosso della citt�, quasi tra le case,
ci dice infatti Gianni che quando fu costruito era abbastanza fuori
dal centro abitato che poi si � esteso, circondando l'aerostazione di abitazioni.
Ma se ne sta costruendo un altro che sar� a 25 chilometri da Adana.
Comunque questo sue essere tra le case ci permette di dare uno sguardo di insieme
alla citt�, poich� qui non � prevista sosta.
Con i suoi un milione e 600 mila abitanti � la quinta citt�  turca pi� popolata
e si trova nella pianura di Cilicia che oggi si chiama �ukurova
E' attraversata dal fiume Seyhan e confina a nord con il Mar di Levante
la parte pi� orientale dei Mediterraneo.



Gianni ci indica che ad ovest Adana confina con la citt� di Tarso
che noi conosciamo perch� vi nacque Saulo che in seguito divenne San Paolo.

Ci mostra poi, in lontananza un ponte, che non riesco a fotografare,
per cui ho chiesto aiuto a Google



e ci dice che � un ponte romano, fu costruito infatti
durante il regno di Adriano, nel II secolo d.C.
e poich� si trova in una zona a rischio terremoti
� stato riparato molte volte nel corso dei secoli
in particolare all'epoca dell'imperatore Giustiniano
e poi via via da vari califfi.
E' stato molto importante per i collegamenti commerciali fra Anatolia e Persia
ed � usato ancora oggi anche se sono rimaste solo 14 arcate delle 21 originali.
Insomma siamo in piena storia antica
ma non solo poich� Gianni ci parla anche della base aerea militare americana di İncirlik
a 12 chilometri da Adana che � servita in parecchie guerre,
come ad esempio, in questi ultimi anni, in Iraqi.
Brutti discorsi
ma fanno parte della storia contemporanea di cui occorre tenere conto.
Comunque tornando alla storia antica,
Gianni ci dice che Adana fu fondata da Alessandro Magno col nome di Antiochia di Cilicia,
e la storia ricorda la memorabile battaglia di Gaugamela
a circa 100 chilometri da Adana
dalle parti dell'odierno Iraq insomma,
vinta appunto dal grande conquistatore.
 Per farci capire dove ci troviamo, Gianni
appende una cartina della Turchia sulla parte alta del pullmino
sopra il posto di guida.



Appena fuori citt� cominciamo a vedere vaste estensioni di campi coltivati
e la nostra guida ci informa che Adana � famosa per la produzione di arachidi
oltre che di tanti altri prodotti agricoli che danno origine e fiorenti industrie alimentari.



Per arrivare ad Antiochia di Siria, dobbiamo percorrere 185 chilometri
pertanto dopo una novantina di chilometri facciamo una sosta plin plin
dove, tra l'altro, nel grill di sosta, compriamo, ovviamente delle arachidi





Arriviamo ad Antiochia verso le 20.00,
il nostro hotel � il Grand Bogazici, una bella struttura,
camere confortevoli, personale piuttosto disponibile.



Diamo una sistematina ai bagagli, scendiamo per la cena,
dove ci viene servito, tra le altre cose,
il famoso kebab turco, un giretto fuori l'hotel per sentire che aria tira
e poi a dormire che domattina la sveglia � abbastanza presto.


02 - luglio 2019
Marted�

Lasciamo l'albergo alle 8.30 e, a piedi, percorriamo alcune stradine
per raggiungere, come, ci dice Gianni, un posto assai grazioso.

Nel frattempo attraversiamo un mercatino pieno di tante belle cosette artigianali



e un ristorantino niente male in mezzo alle fresche acque di un fiumicello





e poi ecco le cascatelle, la sorpresa annunciata.





Sono una miniatura di cascate,
scivolano dolcemente e sussurrando la loro eterna canzone
toccano terra, formando il torrentello che va poi ad unirsi al fiume Oronte
da cui sono generate.



Le lacrime di Dafne vengono chiamate e devono questa poetica denominazione
al mito di Apollo e Dafne.
oltre che a un boschetto di alberi di alloro situato nelle vicinanze.
Ovidio, nelle sue Metamorfosi, ci narra che
Apollo, dio greco della poesia, della musica e delle profezie,
un giorno critic� Cupido, conosciuto anche come Eros.
il dio dell'amore, insomma, considerandolo poco abile nell'uso di archi e frecce,
Quell'offesa scaten� l'ira del dio,
il quale, per vendicarsi, estrasse dalla sua faretra due frecce:
una dorata, capace di suscitare amore,
con cui colp� Apollo
e l'altra di piombo, spuntata, capace di scacciare l'amore,
con cui colp� la ninfa Dafne, figlia del dio fiume Peneo
e di Gea, la Madre Terra.
Mentre Apollo divampa d'amore per lei, Dafne non fa altro che fuggire da lui,
pi� rapida di un alito di vento.
Apollo sempre la insegue e cerca di fermarla,
gridandole di non essere un contadino o uno zotico,
ma di essere il figlio di Giove e di regnare sulla terra di Delfi, Claro e T�nedo.
La ninfa, per�, non se lo fila per nulla e continua a fuggire in mezzo ai boschi,
mentre il vento le scompiglia i capelli rendendoli pi� leggiadri
e le scopre in parte la veste
Maliziosetto assai per� questo Ovidio...
Comunque proprio sul punto in cui Apollo sta per afferrarla,
Dafne, piangendo, implora l'aiuto del padre Peneo e della madre Gea.
Il suo grido di dolore viene ascoltato e la ninfa viene trasformata in una pianta di alloro:
il petto si fascia di fibre sottili, i capelli si allungano e diventano fronde,
le braccia si trasformano in rami, i piedi si inchiodano in radici
e il volto svanisce in una chioma.
Dafne, per�, anche sotto questa mutata forma,
conserva il suo splendore e Apollo che continua ad amarla:
sente ancora trepidare il suo cuore sotto la corteccia,
stringe tra le braccia i suoi rami come se fossero un corpo
e bacia il legno che ancora si sottrae ai suoi baci.
Cos� il dio decide che Dafne sarebbe diventata la sua pianta
e che i suoi capelli sarebbero stati sempre adornati di alloro,
cos� da portare la ninfa sempre con s�.
Ai nostri tempi Apollo sarebbe stato denunciato per skalking
ma siccome era un dio figlio di pap� dio



gli � stata dedicata una delle pi� belle sculture di tutti i tempi:
Apollo e Dafne
di Gian Lorenzo Bernini che si trova
nella Galleria Borghese di Roma.

Dopo questa romantica passeggiata fra le cascate
prendiamo il pullmino per andare a visitare il museo Archeologico
che � situato nei pressi della citt� vecchia, di fianco al ponte sul fiume Oronte:
l'Hatay Archeology Museum
che prende il nome dalle regione, in cui si trova Antiochia.
o Antakya, come si chiama oggi in turco.









Subito dopo l'ingresso Gianni si sofferma all'inizio di una parete che,
attraverso date e simboli, mostra la storia della citt� di Antiochia
dal paleolitico fino ai nostri giorni.





La citt� fu fondata nell'aprile del 300 a.C. da Seleuco I Nicatore
uno dei generali di Alessandro Magno,
sul sito di un  antico villaggio nei pressi del monte Silpio
dove era presente un tempio dedicato ad Anat (la "persiana Artemide", secondo i Greci).
inoltre Giovanni Malalas, l'unico storico di quei tempi,
dice che c'era anche un altro villaggio, chiamato Bottia,
che sorgeva nella vicina pianura lungo il fiume Oronte
una situazione, insomma,
non molto dissimile dall'agglomerato di villaggi durante la fondazione di Roma.
Vi � poi chi, come Libanio,
ipotizza che possa essere stata inizialmente,
una piccola colonia greca per il commercio.
Le origini si perdono sempre nella nebulosit� del tempo.
Il nome le fu dato da Seleuco I in onore di suo padre Antioco.
La leggenda narra che Seleuco, in cerca di un luogo dove fondare la citt�
per farne sua residenza, la cui fortuna avrebbe protetto la sua stirpe,
si rivolse a Zeus sul monte Silpio offrendogli sacrific�,
un'aquila rap� una parte delle carni delle vittime
e ne lasci� cadere frammenti presso la foce dell'Oronte, ove fu fondata Seleucia
e sul monte Silpio ai cui piedi fond� la capitale del nuovo regno di Siria.
Cos� Antiochia sorse  sulla riva sinistra dell'Oronte,
con rito solenne ma purtroppo crudele,
poich� sarebbe stata immolata una fanciulla Aimatea per mano del sacerdote Anfione.
Brutta storia ma tant'� all'epoca si usava cos�
per� anche ai nostri tempi le donne vengono immolate
ma per fini molto meno nobili.



Cominciamo a vedere parecchi reperti dell'epoca degli Ittiti
che vissero da quelle parti circa 2000 anni prima di Cristo.







Questo � Suppiliulumas il pi� famoso fra i re degli Ittiti
che govern� dal 1350 a. C. fino al 1422 a.C. e che mor� di peste
contratta mentre era in trasferta
in terra di Canaan. Fu il re che trasform� il regno in impero.



Ci inoltriamo poi in percorsi, che mostrer� pi� ampiamente in un mio video,
dove si possono vedere resti di quelli che furono i primi confini delle propriet� private,
case, campi e altro
e per riconoscerli propri, gli Ittiti inventarono i primi marchi
simili ai nostri numeri civici o nomi sulla porta di casa.



La citt� realizzata da Seleuco I, continua Gianni,
fu creata ad imitazione di Alessandria d'Egitto,
ed era popolata da un insieme di coloni locali
che gli Ateniesi avevano portato dalla vicina citt� di Antigonia,
oltre a Macedoni ed Ebrei.
La popolazione totale di Antiochia al momento della sua fondazione
� stata stimata tra i 17.000 e i 25.000 abitanti,
senza considerare gli schiavi.
La popolazione parlava prevalentemente aramaico oltre al greco.
A partire dal 281 a.C. per pi� di due secoli
fu la capitale del Regno dei Seleucidi per la parte occidentale
mentre Seleucia al Tigri lo era per la parte orientale del regno.
Pur tra le turbolenze che agitarono il susseguirsi delle  dinastie seleucide
i vari sovrani ingrandirono e abbellirono con monumenti e templi la citt�
che era conosciuta anche come tetrapolis per essersi ingrandita in quattro ampi sobborghi
e tale la trov� Gneo Pompeo quando nel 64 a.C. sconfisse il re armeno Tigrane,
conquist� la regione e costitu� la Provincia Romana di Siria
di cui Antiochia divenne capitale.
Negli anni successivi poi sub� vari assedi
ad opera dei Parti che ingaggiarono guerre di potere con i Romani
fino a che nel 47 a. C.
Giulio Cesare durante la sua compagna in Oriente,
 ne conferm� il suo stato di citt� libera.
Durante il periodo romano fu visitata da quasi tutti gli imperatori di Roma
che ne facevano quartieri generale durante le loro campagne militari,
sub� assedi e distruzioni ma non diminu� la sua importanza
tanto che l'imperatore Costantino pens� ad Antiochia
quando decise di spostare la capitale da Roma in Oriente
prima di scegliere Bisanzio.
Di tutte le opere pubbliche che i vari imperatori fecero costruire
palazzi, teatri, terme, templi, un grande foro,
due strade colonnate lunghe tre chilometri,
non rimane nulla,
i resti sono ormai sepolti sotto i sedimenti del fiume
e le abitazioni della citt� moderna.
Resta soltanto una piccola parte della cinta muraria
e dell'acquedotto.
e una preziosa raccolta di mosaici.





Sono mosaici di epoca romana che vanno dal II al IV secolo
provenienti dalla stessa Antiochia, da Daphne, da Seleucia, da Tarso
e rappresentano diversi soggetti mitologici
oppure disegni geometrici in quelli che furono pavimenti.





Gli scavi per riportare alla luce questi reperti
iniziarono nel 1934 e contemporaneamente nacque l'idea del museo
che fu terminato nel 1939 raccogliendo le scoperte di cinque missioni archeologiche
operanti nella zona.
Il museo fu aperto al pubblico nel 1948, ampliato nel 1974
e nel 2014 � stata inaugurata la nuova sede, quella appunto
dove ci troviamo noi.







E' molto bello soffermarci fra queste meraviglie
tratto di unione fra noi e epoche tanto lontane



che danno la misura che veramente siamo un tutt'uno
nel Tutto che ci comprende tutti.

Dopo un'ampia sosta tra i mosaici ci spostiamo a vedere i sarcofagi





e questo, dice Gianni, � il pi� bello di tutti.



E' stato rinvenuto nel 1993 nel corso di lavori stradali
nel centro della citt� di Antiochia, vi si trovarono dentro due scheletri femminili
e uno maschile oltre che monete, gioielli e resti di tessuto purpureo.

Passiamo poi a vedere bellissimo gioielli
con i quali terminiamo questa assai interessante visita al Museo dell'Hatay





Riprendiamo il pullminopoi per raggiungere la - Grotta di San Pietro -
che si trova su una collina a circa due chilometri e mezzo dalla citt�.
Questa grotta scavata nella roccia alle pendici del monte Stauris







 � considerata il luogo in cui i segauci di questa nuova religione
si riunivano, in segreto, per celebrare i loro riti.
La tradizione dice che la grotta apparteneva a San Luca evangelista
originario di Antiochia, il quale la don� alla prima comunit� che cominci� a seguire la parola di Ges�
e San Pietro e San Paolo, che vissero, per alcuni anni in quella citt�,
predicarono proprio l�
e da l� sono stati trasmessi i primi insegnamenti
e forme rudimentali di riti e messe.
Praticamente � la prima chiesa
Inoltre in questo luogo,
come sostiene un passo degli Atti degli Apostoli,
per la prima volta i seguaci di Ges� presero il nome di �cristiani�.
La grotta � lunga 13 metri, larga 9 e alta poco pi� di 7 metri.



Dell'antica costruzione restano tracce di affreschi sul lato destro dell'altare
poi la galleria tra le rocce che sale sulla montagna retrostante,
una scappatoia, forse, attraverso la quale i primi cristiani potevano fuggire
nel caso fossero stati scoperti
e una piccola vasca, che si ritiene fosse un fonte battesimale,
che raccoglieva l'acqua che fino a poco tempo fa,
cadeva dalle rocce e veniva bevuta dai fedeli.
Ma, mi sa che cade ancora oggi, perch� un paio di gocce sono cadute sulla mia testa,
l'ho presa come una benedizione.
I bizantini prima e poi i crociati quando conquistarono Antiochia nel 1098
portarono delle aggiunte come la facciata esterna e il portico.
E' emozionante pensare di essere nel luogo origine della cristianit�
dove Pietro e Paolo, non ancora santi,
quindi pensati con meno austerit� e pi� affinit� umana,
hanno gettato le basi di questa religione,
cominciando a far conoscer alle genti la parola e gli insegnamenti di Ges�.
Un luogo piccolo e raccolto ma ricco di spiritualit�.



Molto affascinanti sono quelle nicchie che si vedono disseminate
sul monte dietro la grotta e che gli studiosi del ramo pensano che siano state
edicole votive fatte al tempo dei pagani, come la stessa grotta che prima di diventare rifugio
dei primi cristiani al tempo delle persecuzioni, era un tempio pagano.
La grotta pot� lasciare la sua clandestinit� con l'editto di Tessalonica del 38' d.C.
quando l'imperatore Teodosio l il Grande dichiar� il cristianesimo religione ufficiale dell'impero,
unica e obbligatoria, proibendo sacrifici e culti pagani.

La Grotta oggi appartiene alla santa Sede
ed � gestita dai frati Cappuccini ma non vi si celebrano pi� riti in modo continuativo
soltanto cerimonie importanti come Natale, Pasqua e matrimoni
ma, chi vuole, credo pagando e con regolare permesso, pu� ottenere di far celebrare messa.

Dalla terrazza fuori la grotta si pu� ammirare il panorama bellissimo di Antiochia.



o Antakya come si chiama oggi in turco, nome acquisito, credo,
quando la citt�, per volere di Ataturk, entr� a far parte della Turchia.
Tanta storia ha questa citt� che Gianni ci continua a riassumere mentre sul pullmino,
al quale siamo tornati dopo aver lasciato la Grotta,
ci apprestiamo a lasciarla alla volta di Gaziantep.





La strada � lunga, circa 200 chilometri,
per cui tra una sosta e l'altra per esigenze tecniche
Gianni ha il tempo di raccontare.

Dopo il lungo periodo di dominazione romana
durante il regno dell'imperatore Eraclio I,
Antiochia venne conquistata nel 636 dal califfo arabo degli Omayyadi
e divenne una citt� araba, prese il nome di Antakya e decadde di importanza.
Poich� la dinastia degli Omayyadi non riusc� a penetrare in Anatolia,
per 350 anni rimase sul confine dei due regni senza una collocazione ben precisa.
nel 1078 presero il potere gli Armerni fino a quando i Turchi Selgiuchidi la occuparono nel 1084
e rimase sotto la dominazione turca fino a che i crociati tornarono ad occuparla nel 1098.

Lungo la strada, Gianni ci fa vedere alcune colline dove i crociati costruirono
i loro castelli e i loro accampamenti per fare base durante il loro cammino verso Gerusalemme
ma, a volte, visto che in quei castelli non stavano poi tanto male, non avrebbero voluto pi� proseguire
tanto che i capi dovevano farli distruggere per costringerli a continuare a compiere il servizio
per il quale erano partiti.



La prima crociata vide la riconquista di Antiochia da parte delle forze congiunte d'Occidente
al termine dell'assedio del 1098,
che caus� ingenti danni alla citt�.
Pur contenendo una grande popolazione cristiana,
fu tradita dagli alleati islamici di Boemondo, principe di Taranto,
il quale, dopo la sconfitta della guarnigione turca,
ne divenne suo signore.
e la citt�,la capitale latina del Principato d'Antiochia per quasi due secoli,
ma cadde sotto i colpi del sultano mamelucco d'Egitto Baybars, nel 1268,
dopo un ennesimo assedio
e Baybars fece massacrare la popolazione cristiana.
Oltre alle devastazioni della guerra,
il suo porto divenne inaccessibile alle navi di grandi dimensioni
a causa dell'accumulo di sabbia nel letto del fiume Oronte,
e Antiochia non riusc� pi� a recuperare il suo status di grande citt�,
Successivamente pass� sotto i domini mamelucco e ottomano,
e infine, dopo la sconfitta turca nella prima guerra mondiale,
fu posta sotto mandato della Francia
e vi rimase fino al 1939,
quando con un referendum popolare, torn� alla Turchia.

Arriviamo a Gaziantep verso sera e andiamo direttamente in albergo
Il nostro hotel �



un bel complesso che ci ospiter� solo per una notte





Dopo cena consumata nel ristorante dell'albergo,
visto che l'albergo appunto si trova nel centro della citt�,
decidiamo, con Gianni, di andare a fare una passeggiata notturna.
Poca gente, pochi negozi ancora aperti, fra cui una rivendita di scarpe fatte a mano



carine ma non incontrano i nostri favori
favori riservati abbondantemente, invece, ai pistacchi
quando ci imbattiamo nel negozio in cui si vendono solo questi frutti.



Ciascuno di noi ne compra una bella quantit� confezionata
in graziose apposite scatole che rendono l'acquisto ancora pi� piacevole.

Terminiamo la serata in un locale tipico del posto



per bere qualcosa e vivere un momento di chiacchiere e di relax prima di rientrare
e darci la buonanotte.










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