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La leggenda narra di un uccello che canta una sola volta nella vita,
pi� soavemente di ogni altra creatura al mondo.
Da quando lascia il nido,
cerca e cerca un grande rovo e non riposa finch� non lo abbia trovato.
Poi, cantando tra i rami crudi, si precipita sulla spina pi� lunga e affilata.
E, mentre muore con la spina nel petto,
vince il tormento superando nel canto l'allodola e l'usignuolo.
Una melodia suprema il cui scotto � la vita.
Ma il mondo intero tace per ascoltare, e Dio, in Paradiso, sorride.
Al meglio si perviene soltanto con grande dolore...

Colleen McCullough
dal libro "Uccelli di rovo"




Come un uccello di rovo

Sottili strati onirici
m'allietano il pensarti ogni momento
quotidiano alimento
del mio rifugio fantastico mentale
che ne l'immenso Amore
affonda il suo infinito esser presente
oltre lo spazio ambiguo
che ci tiene distanti
oltre la legge umana
che ci vuole divisi
oltre lo specchio concavo
riflesso
di realt� apparente

Tra le tue braccia placo
il battito infuocato del mio cuore
su la tua pelle spargo
il respiro ansioso di soffici carezze
sul tuo corpo lascio
il mio profumo cenno velato di delicate ebbrezze
nella tua anima
verso il mio dolore
che con alchemici
giochi del destino
tu possa mutarne il suo colore
in dolce azzurrino
di realt� cosciente

E muoio ogni volta
muoio
trafitta dalla spina
dell'impossibile terreno
muoio cantando,
cantando sul tuo amore


Diana
Da Caleidoscopio "Il sogno"





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