La casa di fronte al mare







 Non avrei voluto reagire in quel modo.
Non vorrei il carattere che ho.
Non vorr� pi� soffrire cos�.

Avresti dovuto dirmelo.
Dovresti capirmi.
Dovrai dimenticarmi.

Non so neppure io come mi sento, mi sembra di essere in alto mare sballottata dalle onde di qua e di l�, senza una meta, senza un appiglio. Ho la testa vuota e l�anima squarciata. Non riesco a pensare e, se appena appena ci provo, � il tuo pensiero che prepotente balza alla mente. E sto male.
E� difficile da un momento all�altro dovermi allontanare da te.
Mi sembra di avere la febbre alta ma, forse, � anche a causa del gran caldo di oggi.
Non riesco a organizzare tutto il lavoro che c�� da fare per casa. Mi guardo intorno e vedo un gran disordine, Ma non ho voglia di fare niente.
Ieri, dopo aver visto quelle parole, sono partita per la casa al mare con il pretesto di rimetterla in ordine prima dell�arrivo di tutti gli altri, in realt�, perch� volevo stare sola. Non avrei sopportato le voci, i richiami, gli obblighi, le frasi inutili di circostanza, i sorrisi falsi di ipocrisia che troppo spesso condiscono il mio quotidiano.
Avevo bisogno di stare sola e l�unico modo era quello di venire in questa casa di fronte al mare dove la solitudine e il silenzio mi avrebbero aiutato a capire, ad accettare o, forse, a morire.
Ho portato con me i tuoi libri, il primo e l�ultimo: la mia vita e la mia storia.
- Posso raccontare la tua storia? Mi dicesti. Stavi per cominciare il tuo ultimo, splendido libro. � Vedrai ti piacer�.-
Oh s�, mi � piaciuto, mi � piaciuto moltissimo, la protagonista � salvata dall�amore ma � un amore fuori dal tempo, fuori dallo spazio, contro tutto e contro tutti, contro ogni costrizione, contro ogni diversit�.
Ricordo quando te lo dissi � Un libro � ti dissi � dove l�amore possa gridare nonostante tutto, e sui libri pu� accadere.-
E, come la protagonista del tuo libro, ricordi? anch�io cercai di capire, di capirti, dalle tue parole, dall�espressione del tuo volto, dal tuo respiro quando mi parlavi al telefono, dalla tua pelle quando ho potuto starti vicina, e se mi fosse concesso poter fermare il tempo avrei fermato quegli attimi per l�eternit�:

E se fossi certa che,
finita questa vita,
la mia e la tua, continueranno a vivere,
lascerei questa mia
come una buccia
="/left> e sceglierei con te l�eternit�

( Emily Dickinson)


Ora di te, della tua anima, dei tuoi pensieri so tutto, anzi � come sapere di me stessa, tanto siamo simili.

Hai mai sentito parlare del mito dell�anima divisa che Platone, in uno dei suoi dialoghi pi� belli, il Simposio, fa narrare da Aristofane?. �All�inizio la nostra vera natura non era quella che ciascuno di noi si ritrova ora. Gli uomini originari avevano forma sferica, quattro arti superiori e quattro inferiori due teste, due sessi e si muovevano come gli acrobati, rotolando.
E� un�immagine di forza che rasenta quasi la tracotanza e per questa loro forza, gli uomini/acrobati, vollero dare l�assalto al cielo.
Allora Zeus intervenne e tagli� questi umani in due parti, come si fa con le sogliole. E� da qui che ha origine la ricerca della nostra met�. Dopo la ferita originaria ciascuno di noi si considera compiuto ma, in realt�, � una parte, si considera sano ma � ammalato non si rende conto di essere solo un simbolo, la nostra vita � solamente simbolica.
Forse gli umani originari di cui parla Platone, erano privi di simboli e la punizione per la loro prepotenza, per la loro poca umilt�, � stata, oltre all�essere suddivisi a met�, quella di diventare realt� simboliche con cui dover fare i conti in ogni attimo della propria esistenza terrena e concreta.
Pu� accadere, allora che, chi � preposto alla costruzione di questi simboli, qualche volta si distragga, si dimentichi qualcosa, tralasci qualche ingrediente, condannando questi esseri alla disperazione di una vita.
Mi piace il mito raccontato dal grande filosofo greco, perch� inaspettatamente, immediatamente � stato quello che ho sentito quando ti ho conosciuto, fu come essere arrivata ad un traguardo, come aver concluso una ricerca, aver raggiunto una compiutezza, fu come dimenticare a mia volta quella dimenticanza che il costruttore della mai realt� simbolica ebbe quando la costru�.
Non sapevo della vita, allora tanto che me ne sarei voluta andare e scoprii in un attimo che � meravigliosa.
- Se vogliamo, possiamo cambiare il nostro destino � mi dicevi spesso
- S�, sui libri pu� accadere � ti rispondevo.
- Tu manipoli a tuo piacimento i tuoi personaggi ma sei sicuro che siano contenti della vita che dai loro, delle storie che fai loro vivere, degli amori che togli, come fai spesso? �
- Sei tu che predisponi il loro destino, come un Dio ha predisposto il destino delle sue creature e noi ci troviamo soltanto a viverlo e, spesso, a soffrirlo.


Misuro ogni dolore
Che incontro,
Con occhi penetranti,
stretti,
mi chiedo se pesa come il mio
o ha misure pi� facili.

Mi chiedo se l�hanno portato
A lungo
O � appena cominciato
Non saprei dire la data del mio
Sembra tanto vecchio.


(Emily Dickinson)


Ma perch� � successo che quella sera ti sei trovato sulla mia strada ad interrompere quel mio percorso di morte? Solo una parola, a volte basta se � la stessa parola, solo una frase se � la stessa frase, � sufficiente per colmare i vuoti per riconoscersi fra tanti, attimi di luce che nascono dal nulla e crescono come fiori di primavera e ci prendono per mano.
E, per mano, mi conducesti sull�isola dell�amore, della meraviglia, sull�isola del miracolo.

Eri tu che mi chiedevi spesso di leggere quanto stavi scrivendo, per avere un parere o un suggerimento, per questo non mi sono meravigliata, entrando nel tuo studio, di trovare il computer aperto e prevedendo un qualcosa di nuovo appena composto mi sono avvicinata ma quello che ho letto non erano tue parole ma poche parole in un�email di qualcuna firmatasi semplicemente Letty che ti ringraziava per �l�altra notte � magnifica notte trascorsa assieme. L�altra notte, gi�, quella in cui sei andato a Milano ad incontrare il tuo editore.


Fuggire, fuggire e capire.
Perch�?�tutto �ma non le bugie e i raggiri.
Questa sono io e tu lo sapevi.



Diana
Da Caleidoscopio "In un pozzo...la luna"










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