Te ne sei andato
senza sbattere la porta

 

27/10/04

Non avevo voglia di rientrare. Sapevo che, a casa, non ti avrei trovato.
Sapevo che mi sarei aggirata intorno al telefono, nella vana speranza di un tuo squillo.
Sapevo che sarei stata male, che sarei stata sola e questo pensiero mi era insopportabile.

Per questo, uscendo dal lavoro, decido di fare il giro lungo.

E� una bella serata, come spesso ne sa regalare l�ottobre a Roma; l�aria, dopo l�improvviso abbassarsi della temperatura dei giorni scorsi, � tornata ad essere tiepida e piacevole, qualche nuvola, che il riverbero del sole al tramonto tinge di soffuse sfumature dal rosa al lilla, s�aggira per il cielo, interrompendone, con una gustosa armonia, l�intenso azzurro.

M�avvio, lentamente sul tappeto di foglie gialle che la pioggia dei giorni scorsi ha amalgamato al terreno, sembra di camminare su una soffice stoffa dai bizzarri arabeschi.

Gli alberi del viale si stanno spogliando, tempo ancora qualche settimana e non saranno che nude braccia in supplice preghiera verso il cielo.
Bench� sappia che si stia preparando in loro una nuova vita, mi d� sempre molta tristezza vedere quei rami innalzarsi, in tutta la loro nuda verit�, verso il mistero sconfinato.
Vorrei farlo anch�io in questo momento, innalzare le mie braccia al cielo e domandargli perch� della mia sofferenza, perch� mi sta riservando quest�ultimo ironico scherzo: non avrebbe dovuto farmi farfalla e non darmi le ali per volare.
>br> Non ci � dato, come agli alberi, un rinnovamento di vita, e la mia, l�unica che ho, te la stai portando via tu.
A me non resta che l�involucro vuoto, pesante ed inerte dal sapore di morte.

Cammino lentamente, distrattamente, un passo dietro l�altro, passi stanchi, indolenti, senza meta.

Mi soffermo, nel mio vagare, davanti alle vetrine dei numerosi negozi che si snodano lungo "il percorso lungo" come sono solita chiamare quell�insieme di strade che, con un itinerario molto pi� lungo di quanto sarebbe necessario, arrivano alla via dove � situata la mia abitazione.

Ormai i saldi estivi, esposti fino a qualche giorno fa, hanno lasciato il posto ai nuovi arrivi autunnali. Pare che quest�anno la moda tenda decisamente al pratico, un capo di vestiario, cio�, con determinati accorgimenti, potr� passare dallo sportivo all�elegante e, con quello che costano questi abiti, mi sembra il minimo.

Istintivamente, come tante volte facevo, m�immagino cosa avresti pensato , vedendomi con qualcuno di quei capi indosso.
C�� nell�angolo basso di una vetrina, esposta in bella vista, una giacca azzurra-cielo_ al_ tramonto che non mi starebbe niente male, ma immediatamente rimuovo quella considerazione.

Tu non penserai pi� niente di me, ormai.

E mi allontano dalla vetrina asciugando qualche lacrima che, nonostante gli sforzi per fermarla, mi cominciava a rotolare lungo la guancia e vedere una donna sola piangere davanti ad una vetrina non sarebbe stato il massimo dell�estetica, avrebbe senz�altro destato la curiosit� dei passanti, che in questo calmo met� pomeriggio di fine ottobre, sono ancora molto numerosi.

Ma non riesco, quando ti penso, a trattenere le lacrime, sei ancora cos� presente, troppo presente in me per non farmi male la tua assenza.

Per dominare un po� il convulso di pianto che, nonostante tutto non vuol passare, entro in chiesa: non � ancora ora della funzione serale ed � pressoch� deserta.
Mi siedo nell�ultimo banco della fila di sinistra, quello vicino all�icona di Ges� in Croce, il dipinto che impreziosisce la nostra parrocchia. Pare infatti che sia opera di un allievo del Tintoretto, da sempre in un convento che, con l�urbanizzazione della zona, venne demolito e ricostruito altrove, lasciando l�icona in regalo alla chiesa che, sorse al suo posto, come ricordo, credo.

Non prego. Le poche preghiere che conosco sono retaggio della mia frequentazione dell�istituto di suore durante la scuola elementare, ma non mi sembrano adatte al momento.

Non so pregare, in genere parlo con Dio.
Infatti il mio rapporto con Nostrosignore � un rapporto tutto particolare, non segue alcuna dottrina istituzionalizzata da cui rifuggo ogni esteriorit�, ma ho un mio concetto della divinit�, un Dio immanente in noi: un Dio, uno che diventa molteplice come un braciere che si trasmette a mille torce, si moltiplica eppure rimane unico, un unico che non cambia la propria natura e unico pu� ritornare ogni volta che vuole, ogni volta che � necessario.

Vorrei chiedergli di aiutarmi a toglierti dal cuore cos� da stare meno male, vorrei chiedergli perch� mi ha dato quest�ennesima sofferenza quando Lui, soprattutto Lui sa quanto per me possa essere sofferenza.

E invece non gli dico tutto questo ma gli parlo di te , gli racconto di come stavo bene quando ridevamo insieme, quando cantavamo insieme, quando nel cuore della notte, rubando le ore al sonno, gironzolavamo senza meta, tenendoci per mano e parlavamo, parlavamo fino a ritrovarci abbracciati e diventare un solo fiato, un solo respiro, una sola anima che avvolgeva due corpi senza pi� i loro confini.

Te ne sei andato senza sbattere la porta anzi, l�hai chiusa delicatamente alle tue spalle, come sei tu, dolce e delicato anche quando avresti voluto essere burbero e astioso.

Era stata la sola cosa che ci eravamo promessi: se uno dei due avesse deciso di andare ce lo saremmo detto tranquillamente, senza rancore n� ipocrisia.
L�ho dovuto capire da sola che quella chiusura di porta fosse definitiva e non una normale chiusura di momentaneo saluto.

Forse avevi paura di farmi male? E non pensi che il male sia molto pi� forte, pi� intenso dato goccia a goccia dato un po� alla volta?

S�, forse avrei dovuto capirlo da quei vaghi accenni che, specialmente negli ultimi tempi, erano sempre pi� frequenti: "sai non voglio far tardi, ho una giornata molto intensa e devo essere in forma, sai � un po� di tempo che mi sento molto stanco e dovr� rallentare i nostri incontri."

E il diradarsi delle telefonate e il contrarsi dei nostri dialoghi�

Avrei dovuto capire�..ma cercavo di zittire quella vocina interna che mi metteva di fronte alla verit� opponendole mille attenuanti in tuo favore.

E� difficile per il mio cuore convincersi che nel tuo non ci sono pi� ma, forse, non ci sono mai stata, non lo so, non me l�hai mai detto.

Difficile da accettare: eri tutto per me, con te avevo ripreso a vivere sorprendentemente allentando quel dolore esistenziale che aveva accompagnato da sempre il mio tempo terreno. Non mi sono mai chiesta perch�, cosa tu avessi per darmi quella sensazione di bene che fino ad allora non avevo mai conosciuto: forse l�amore, la felicit� era ci� che avevo provato con te, forse fino a quel momento mi ero illusa di aver conosciuto l�amore e la felicit� era stata soltanto una parola.

C�era il buio
e�all��improvviso tu
ed � stata la luce.

C�era l�angoscia
e�poi tu
ed � stata la gioia.

C�era la paura
e�intensamente tu
ed � stato l�amore.

C�era la morte
e�.ancora tu
ed � stata la vita.

E� quasi ora, ormai, dell�inizio della Messa vespertina e il sagrestano sta cominciando ad accendere le candele e a preparare l�altare. Quella luce tremolante illumina il volto del Cristo nel quadro alla mia sinistra e, a tratti quando il chiarore � pi� intenso, sembra che mi guardi.

Chiss� se almeno Lui riuscir� a leggermi dentro.

Potrebbe trovarvi scritto perch� non avrebbe dovuto metterti dentro al mio cuore, Lui dovrebbe sapere che l�amore non pu� essere concesso a tutti e a me non doveva, non avrebbe mai potuto essere.

Ti sei fermato con me, perch�? Momentanea curiosit�, momentaneo interesse, ci siamo incontrati e riconosciuti ma poi ti sei accorto che non avrei mai potuto seguirti n nei tuoi splendidi voli, potevo soltanto vederti volare e l�ho fatto e ti sono grata di avermi permesso di farlo senza distogliere i tuoi occhi da quei miei goffi tentativi di sollevarmi in volo anche senza l�aiuto delle ali.

E� stato breve il tempo del nostro stare insieme, breve ma per me intenso, tanto da segnarmi profondamente la vita.

I fedeli cominciano ad entrare alla spicciolata ed a prendere posto in attesa che il sacerdote dia inizio alle preghiere. P rovo a guardare i volti di quelli che mi stanno pi� vicini, vorrei scorgere in loro la serenit� che la fede dovrebbe dare, ma chiss� se poi � cos� o se i problemi quotidiani finiscono per surclassare anche la fede.

Chiss� se la fede che ho avuto in te pu� paragonarsi alla fede per il soprannaturale, alla fede cristiana, insomma. Non mi sento blasfema nel pensare questo, la mia convinzione d i un dio immanente mi fa pensare a un pizzico di divinit� in ciascuno di noi. Ho amato, amo ancora il divino che � in te e che ha fatto s� che l�umano, la tua concretezza fosse una cosa splendida, unica capace di dare felicit� a chiunque abbia l�avventura di poterti avvicinare.

Guardo i volti dei fedeli e penso come facciano a vivere senza conoscerti, mi sembra impossibile, il mondo senza di te non ha valore.

Mi alzo

Finche ero sola col Cristo, non mi importava delle lacrime, Lui poteva vedermi piangere ma ora che la chiesa sta cominciando a riempirsi mi asciugo discretamente gli occhi ed esco.

Non mi ero resa conto di essere stata dentro la chiesa cos� tanto tempo, forse pi� di un�ora. Si � fatto buio e l�aria si �, piuttosto, rinfrescata.

Vengo percorsa da un brivido di freddo, quello interno e quello esterno si sono uniti scuotendomi all�unisono il corpo e l�anima.

M�infilo il golfino, sollevando il bavero a fasciarmi il collo fin quasi sotto al mento, in un gesto di protezione, di difesa da quel dolore lancinante c he mi tormenta senza darmi tregua, quella voglia di te insaziabile e insolubile ora pi� che mai, ora che ti sento distante, lontano dalla mia anima e dal mio mondo.

Perch� mi manchi cos� tanto, perch� senza di te mi sento cos� maledettamente vuota da considerare tutto inutile?

Eppure non c�erano state promesse fra noi, non progetti avevano dato consistenza al nostro futuro, non ti ho mai pensato con me neppure un attimo dopo quello in cui effettivamente ci stavi, non richieste, non catene, non obblighi, ma te soltanto te, volevo solo te con me e potermi sentire finalmente io, poter entrare con te nell�anima della mia assurdit� e sconfiggerla per un attimo, solo per un attimo.

Ma sapevo che non avrebbe mai potuto essere.

L�amore sai, non ti avverte quando arriva, se ne frega del tempo, dello spazio, delle convenzioni, delle apparenze, te lo ritrovi dentro e ne resti un po� frastornata, con i pensieri scompigliati a cui fai fatica a dare ordine e credibilit� ma poi ti abbandoni alla meraviglia delle loro sensazioni e tuo malgrado li rinvii a chi � stato capace di farti scaturire tutto questo anche se sai che non devi, che non puoi che non ti � concesso.

Ora non ho pi� presente, c�� solo quel passato di ricordi a cui resto aggrappata per ritrovarti nella memoria, quindi non vivo, sono un niente che cammina che soffre che piange perch� alcune note di una canzone che la radio di un venditore ambulante sta trasmettendo gli ricordano un nome, una data, un amore.

" Potevi dirmelo"

sta cantando una voce alla radio !che i tempi cambiano
ed io sapevo che forse l�amore non era cos�"

Potevi dirmelo e non lasciarmi distendere l�anima sul tappeto di fiori che avevi fatto nascere, seminando sentimenti, con la tua grandezza e particolarit� d�uomo che sei e non farmene sentire la morbidezza e il conforto e il calore , potevi dirmelo che era la mia illusione, quando ti chiamavo "il mio attimo di eterno" di eterno non esiste nulla, esiste solo l�immediatezza delle cose e la loro fine anche se � maledettamente difficile e doloroso accettarlo.

"A che vale la vita

sono le ultime parole della canzone che riesco a percepire mentre mi allontano

"se l�amore � finito a che vale la vita per me."

Non avresti dovuto farmi abituare alla tua dolce presenza e poi togliermela. E non vale ritrovarti nei ricordi, mi manca la tua voce, il tuo respiro, le tue mani che sapevano cos� bene infondermi la calma, quando ne avevo bisogno, la tua allegria che spesso faceva a pugni con la mia vena triste e riusciva sempre a vincere tanto da farmi conoscere quella me allegra che aveva finito anche per p iacermi.

Mi manca il tuo pensiero che � quello che misteriosamente ci fa sentire legati alle altre persone.

Ma gi�, ora che ci rifletto, non mi hai mai detto "ti penso", al contrario di me che te lo ripetevo e me lo ripetevo costantemente.

Ti penso troppo ancora adesso anche se so che � inutile anzi dannoso perch� sar� pi� difficile dimenticarti ammesso che ci riesca, ammesso che lo voglia.

No, non voglio dimenticarti ma tu non lo saprai, nel silenzio ti terr� con me e continuer� a seguire i tuoi voli appoggiata sul prato della mia esistenza.

Alcuni negozi stanno abbassando le serrande, altri stanno spegnendo le insegne e le luci interne: � l�ora della chiusura serale. La via sta diventando buia e ormai poco popolata. Dovr� rientrare anche perch� dopo le otto di sera nel mio quartiere non � tanto sicuro aggirarsi, troppi sgradevoli episodi di rapine ed altro sono successi i n questi ultimi tempi per girare con tranquillit�.

Quella domanda che mi � rimasta dentro e non ho voluto farti per non voler scorgere un�ombra di tristezza e di imbarazzo nei tuoi occhi, voglio continuare a vederli limpidi e sorridenti quando capiter� di guardarci nell�anima, per non voler percepire un�incrinatura nella tua voce che voglio continuare a sentire limpida quando capiter� di parlarci delle cose quotidiane, perch� una tua eventuale risposta avrebbe potuto farmi impazzire di dolore o farmi volare anche senza ali, le ali della gioia possono fare miracoli. Ma tu non lo saprai. Tante cose non hai saputo e non saprai perch� � giusto cos� perch� io non avrei mai potuto volare con te e raggiungere il cielo.

Regaler�
l�amore che non vuoi
ai fiori
perch� mantengano
pi� vivi i loro colori.

Regaler�
l�amore che non vuoi
al mare
perch� plachi
le sue onde troppo impetuose.

Regaler�
l�amore che non vuoi.
ad una speranza
perch� lo doni
a un cuore che l�attende.

Regaler�
l�amore che non vuoi
alla nostra favola
perch� resti
splendente dentro di me
e mi aiuti a vivere.


Diana
...................

Come pesano queste giornate!
Non c�� sole che rida per me
Solo il vuoto c��
Solo le cose gelide e spietate
E perfino le chiare stelle
Mi guardano sconsolate
Da quando ho saputo nel cuore
Che anche l�amore muore.

Hermann Hesse

 



Indietro