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L'organetto di Barberia









- Ed ora - sta dicendo la mia maestra di yoga, durante una fase di rilassamento
- regredite ai ricordi dell'infanzia, chiudete gli occhi e rivivete quel bel ricordo.-
L'immagine che subito mi viene in mente � quella di mio padre che mi accompagna a scuola,
ma non � un bel ricordo, almeno in parte non lo �.
Lo � quando mi rivedo per mano a mio padre camminare a tratti lentamente a tratti pi� velocemente, a tratti persino a ritmo di musica, cosa che ci faceva molto ridere.
Era pap� che si occupava di accompagnarmi, durante il periodo di quell�anno scolastico,
in cui dovetti fare il turno di pomeriggio.
Avevo cominciato quell'anno, la prima media e in un'ala della scuola che frequentavo
si stavano facendo lavori di ristrutturazione pertanto il Preside si vide costretto
a farci fare i turni pomeridiani.
"Ricordi pap�? Tutti i giorni invariabilmente incontravamo il pianino di barberia
che con quella sua musichetta allegra e sgangherata ci accompagnava per un tratto di strada,
lungo il viale che passava davanti alla caserma degli avieri e che dovevamo percorrere
in tutta la sua lunghezza, prima di arrivare all'angolo e prendere le altre vie per arrivare a scuola, non ne avevamo altre di strade, quella era una strada obbligata per noi e,
forse, anche l'omino del pianino non ne aveva altre - pensavo - perch� tutti i giorni
era l� che girava la manovella e diffondeva un po' di allegria nell'aria.
Da grande poi ho capito perch� tutti i giorni passava di l� sempre a quell'ora.
"Ricordi pap�? Sempre a quell'ora, qualche minuto prima delle 14 rientrava in caserma quel plotone di soldati. Percorreva la via provenendo in senso contrario a quello che stavamo percorrendo noi, sull'altro marciapiede e il viale non era poi tanto largo.
Forse l'omino sperava di racimolare, da quei ragazzi, qualche monetina chiss�, per questo,
puntualmente a quell'ora si faceva trovare da quelle parti.

- Un due, un due, - risuonava la voce del capitano credo o comunque di chi li guidava
- un due, un due- e i soldati marciavano e il pianino suonava e le voci di quei ragazzi
si levavano con frasi non troppo carine nei miei riguardi.
Il mio non essere proprio conforme alle regole della normalit�, suscitava la loro ilarit�,
i loro sfott� e le frasi canzonatorie si mischiavano alle note emesse dal pianino di Barberia
e mi accompagnavano fino a che non svoltassi l'angolo e prendessi un'altra direzione.
"Ricordi pap�? Cantavamo dietro a quelle note musicali - lo sai che i papaveri son alti....alti...alti..-
e le nostre voci si alzavano per coprire le loro e la tua mano in un moto spontaneo e protettivo stringeva ancora di pi� la mia.
Sai pap� quel gesto � l'unico gesto di affetto che ricordo di aver ricevuto da te, mi volevi bene
e lo sentivo ma eri un uomo tutto d'un pezzo, schivo e chiuso nei tuoi sentimenti.
Solo quando rimanemmo soli in quella stanza d'ospedale che stava raccogliendo le tue ultime ore di vita, ma ero gi� grande ormai, in un momento di lucidit� mi guardasti e sollevasti a fatica la tua mano stanca e quasi senza vita e mi desti una carezza sulla guancia.
Forse hai voluto farmi capire che, anche senza avermelo mai detto, sapevi da sempre tutto il mio dramma, e hai voluto comunicarmelo nel tuo addio come allora me lo volevi comunicare stringendomi di pi� la mano in un gesto di estrema protezione, facendo finta di niente, magari pensavi che non li sentissi, che non ci facessi caso, non lo so, ero ancora piccola e speravi, chiss�, in una mia infantile incoscienza.
Quello che non sai, invece, pap� o forse s�, non lo so � quanto gi� io, allora, soffrissi,
ma non per me, soffrivo per te che magari provavi disagio per non sapere come arginare quella situazione e allora cantavi pi� forte e io appresso a te - lo sai che i papaveri son alti.....alti...........alti......-
- pap�, avrei voluto sotterrarmi in quel momento, sparire dalla faccia della terra e di quei soldati che continuavano a lanciare i loto lazzi nell'aria.
Quattro mesi per tutto il periodo che a scuola feci il turno di pomeriggio.
Poi i lavori nell'ala in rifacimento finirono e non ci fu pi� bisogno di turni pomeridiani.
E la vita continua�.


Diana


Racconto
Da �Orme di passaggio�









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