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Il Cavaliere del Giglio

di Carla Maria Russo

Edizioni Pickwick

Pagine 304







� Volgiti! Che fai?
Vedi l� Farinata che s'� dritto:
de la cintola in su tutto 'l vedrai �



Gi� Farinata di dantesca memoria
pi� che personaggio storico
poich� i testi di storia ben poco spazio gli hanno dedicato
rendendocelo una figura asettica,
senza spessore umano, senza fisionomia,
Farinata che invece ci viene fatto ampiamente conoscere
da Carla Maria Russo nel suo bel romanzo !Il Cavaliere del Giglio".
Ed � cos� che vengo a sapere
che Farinata,
nome che mi faceva sorridere ai tempi della scuola,
venne, in tal modo, chiamato
a causa dei suoi capelli talmente biondi da ricordare la farina.
Se Carla ce lo fa conoscere attraverso la scrittura,
Andrea del Castagno ce lo mostra  con le sue opere pittoriche
che lo ritraggono e, dalle quali si evince,
che doveva essere proprio un bel tipo.

Mi � capitato di vederlo agli Uffizi
e confermo.



Allora,
Manente, detto appunto Farinata
��di statura grande,
faccia virile, membra forti, continenza grave,
eleganza soldatesca,
parlare civile, di consiglio sagacissimo,
audace, pronto e industrioso in fatto d�armi�,
come lo descriveva il coevo Giovanni Villani
nella sua Nuova Cronica,
nacque a Firenze intorno al 1212,
ed � stato senz'altro il pi� famoso membro
della nobile famiglia fiorentina degli Uberti.
Figlio di Jacopo
ma un ruolo fondamentale nella sua formazione
lo ebbe senza dubbio il nonno Schiatta degli Uberti
figura molto ben descritta
nella prima parte del libro
Schiatta, capo del partito ghibellino, fu, ai suoi tempi
l'uomo pi� influente nella citt� di Firenze,
colui che viene sempre coinvolto nelle faccende del Comune,
sia positive o negative.
Fedele a Federico II di Svevia,
imperatore di Germania e Sicilia,
fu acerrimo nemico  dei Donati,
altra nobile famiglia fiorentina
fedele ai Guelfi e quindi al papato.
Uomo forte, determinato a conservare l'onore della famiglia
e soprattutto la pace in citt�;
si adoper� in prima persona
in varie battaglie pi� o meno cruente
per mantenere questo suo proposito
Attraverso Schiatta possiamo comprendere appieno
cosa significasse all'epoca essere un Uberti,
le conseguenze e i doveri che da ci� derivavano
e che si sommanono a quelli derivanti dalla fedelt� all'Impero.
E dal nonno, Farinata erediter� quelle caratteristiche morali e fisiche
che lo porteranno, alla di lui morte, a prendere in mano
le sorti della famiglia degli Uberti nel bene e nel male.
Dal 1239, infatti, divenne il capo riconosciuto dei ghibellini fiorentini
e, nel 1248, svolse un ruolo fondamentale nella cacciata dei guelfi dalla citt�.
Ma nel 1251 i guelfi riuscirono a rientrare a Firenze e,
a loro volta,
esiliarono nel 1258 gran parte dei ghibellini,
fra cui gli Uberti, che, si stabilirono a Siena
con numerosi altri fuorusciti fiorentini.
L�asilo ai fuggiaschi ghibellini fu la causa della guerra dichiarata da Firenze
alla rivale Siena e uno degli animatori della resistenza senese
fu proprio Farinata degli Uberti.



Ma la Lega Guelfa, con a capo Firenze,
nell�estate del 1260 mosse contro Siena con un poderoso esercito
di 30 mila fanti e 3 mila cavalieri.
Siena e gli alleati ghibellini erano molto inferiori di numero
(circa 18.000 fanti e 1.800 cavalieri),
ma contavano su una determinazione e un�abilit� guerresca non comune.
Il 4 settembre 1260 si tenne nei campi di Montaperti






-Farinata a Montaperti-

lo scontro campale che termin� con
�lo strazio e �l grande scempio che fece l�Arbia colorata in rosso�
(Dante, canto X dell�Inferno, versi 85-86).
Ma Farinata
che aveva un amore smisurato per l sua citt�,
nella successiva dieta di Empoli
si oppose con fierezza
alle insistenti richieste dei rappresentanti di Pisa e di Siena,
determinati a volere la distruzione di Firenze.
Riusc� a convincere la gran parte dei ghibellini toscani
e Firenze fu salva.
Farinata,
ormai fra i maggiorenti fiorentini,
mor� nel 1264
e venne sepolto nella Chiesa di S. Reparata,
sopra la quale venne realizzata a partire dal 1296
la fabbrica di S. Maria del Fiore, il magnifico Duomo di Firenze.





Ma Firenze fu molto ingrata con Farinata.
Nel 1283,
ritornati al potere i guelfi,
divisi in varie fazioni,
riesumarono i corpi del cavaliere ghibellino
e della moglie Adaleta
e imbastirono un macabro processo postumo
con l�accusa di eresia.
Farinata infatti era eretico epicureo,
non credeva bell'immortalit� dell'anima.
Il processo,
condotto dall�inquisitore Salomone da Lucca,
aveva esito scontato:
i corpi vennero poi gettati nell�Arno
e tutti i beni vennero confiscati agli eredi,
in seguito esclusi da qualsiasi amnistia.
Le case degli Uberti vennero demolite
e l�area venne utilizzata in seguito
per la realizzazione della Piazza della Signoria
e di Palazzo Vecchio.






Che ingrati i fiorentini!

Interessanti e molto ben puntualizzati dall'autrice
sono gli inevitabili scontri tra i doveri,
pubblici e verso il casato,
e i sentimenti,
che si evincono soprattutto con le vicende amorose dii Neri e Farinata
gli inseparabili fratelli.
Attraverso le vicende che coinvolgono gli Uberti
il romanzo ci offre un quadro realistico e dettagliato
della societ� italiana in Toscana al tempo dei Comuni,
con le sue guerre,
gli scontri, le divisioni politiche,
i tradimenti, gli intrecci familiari.
e, attraverso i vari personaggi,
i loro pensieri e dialoghi,
possiamo entrare anche nella mentalit� medievale,
basata sul timor di Dio e sulla caccia all'eresia,
sull'importanza del casato,
sul predominio dei padri sulle figlie,
le quali diventano spesso strumenti per far nascere
nuove alleanze basate sul matrimonio.
Notevole � l'accuratezza degli eventi storici riportati dall'autrice,
che contribuiscono ad arricchire la cornice storica nella quale si sviluppa l'intreccio
delle vicende del romanzo.
E' semplice e scorrevole,
senza l'uso di periodi lunghi o complessi,
piacevole e facile da leggere e comprendere.
E' veramente un piacere
rivisitare la storia
attraverso i romanzi di Carla Maria Russo.
Da asettico personaggio storico,
anche dimenticato dai pi�,
alla fine del libro, il nobile e simpatico cavaliere
diventa un amico.




Carla Maria Russo � una scrittrice italiana.
Nata a Campobasso ma residente da molti anni a Milano,
dove ha frequentato il liceo classico
e si � laureata in Lettere Moderne.
Ha iniziato l'attivit� di scrittrice con romanzi per ragazzi
approdando alla narrativa per adulti nel 2005,
con il romanzo La sposa normanna (Piemme)
che ha vinto il premio Citt� di Cuneo per il primo Romanzo
e il premio Feudo di Maida.
Il libro ha conosciuto ben presto un vasto successo,
mai interrotto, passando attraverso numerose edizioni
e ha venduto oltre 150.000 copie.
Sono seguiti Il cavaliere del giglio (2006),
L'amante del Doge (2008) e
Lola nascer� a diciott'anni (2010),
vincitore del premio Fenice-Europa 2010,
tradotto in inglese nel 2011
e pubblicato in formato e-book per la casa editrice Emmabooks
con il titolo di Waiting for Lola,
La Regina irriverente (2012)
La Bastarda degli Sforza (2015).
I suoi libri sono tradotti in inglese,
tedesco ed altre lingue europee.




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