Privacy Policy

Sapiens Da animali a dèi
Breve storia dell'umanità

di Yuval Noah Harari

Editore Bompiani

Saggistica

Pagine 544

Pubblicazione in ebraico nel 2011
in italiano nel 2014







Il 20 luglio 1969 Neil Armstrong e Buzz Aldrin atterrarono
sulla superficie della Luna.
Nei mesi poi culminati nella loro spedizioen gli astronauti dell'Apollo 11
si allenarono in una remota regionedesertica del?ovest degli Stati uniti,
simile alla superficie della lunare.
la zona è la patri di diverse comunità di nativi americano,
e si racconta una storia
- o una leggenda -
sull'incontro avvenuto tra gli astronauti e uno del posto.
Un giorno, mentre si addestravano,
gli astronauti s'imbatterono in un vecchionativo americano.
l'uomo chiese loro cosa stessero facendo.
Gli risposero che facevano parte di una spedizione di ricerca che entro breveempo
sarebbe andata a esplorare la luna.
Asoltando questo,
il vecchio restò in silenzio per qualche minuto,
e poi chiese agli astronaut se potevano fargli un favore.
"Cosa vorresti?" gli chiesero.
"Be'," disse il vecchio, "il popolo della mia tribù
crede che i sacri spiriti vvano sulla Luna.
Mi domando se voi potreste portare un importante messaggio
a loro dA parte della mia gente."
"che tipo di messaggio?"
domandarono gli astronauti.
L'uomo mormorò qualcosa nella lingua della sua tribù,
e poi domandò agli astronauti di ripeterlo più e più volte
finché non lo memorizzarono correttamente.
"Cosa signofica?" chiesero gli astronauti.
"Oh, non posso dirvelo.
E' un segreto che solo alla nostra tribù
e agli spiriti della Luna è consentito conoscere."
Quando tornarono alla loro base,
gli astronauti, dopo aver cercato a lungo,
riuscirono finalmente a trovare qualcuno
che sapeva parlare il linguaggio tribale,
e gli domandarono di tradurre il messaggio segreto.
Quando gli ripeterono ciò che avevano memorizzato,
quello che doveva tradurre la frase scoppiò in una fragorosa risata.
Una volta che si fu calmato,
gli astronauti gli chiesero cosa mai volessero dire quelle parole.
L'uomo spiegò che la frase da loro imparata tanto accuratamente diceva:
"Non dovete credere a nessuna parola che questi vi diranno.
Sono venuti a rubare la vostra terra."

Dal testo




All’inizio l’Homo Sapiens non era un vincente,
quando si affacciò per la prima volta in Medio Oriente
venne sconfitto e dovette tornare indietro in Africa
ma poi sviluppò la capacità di operare assieme,
in gruppo,
e prevalse velocemente sulle altre cinque specie umane esistenti”.

Dal testo

E cominciò l'opera di conquista.



Nella sua breve storia dell’umanità,
Harari intende ripercorrere quello che è stato il cammino della nostra specie
verso il nuovo millennio,
attraverso guerre, invenzioni, grandi spostamenti e nuove scoperte,
ma soprattutto nuovi modi di immaginare la realtà.
E' proprio questo il perno di tutto il libro,
la “capacità di immaginarsi come collettività”
fece la differenza,
diventando il primo esempio di una “qualità che distingue l’uomo dall’animale
perché una scimmia capisce solo ciò che vede,
come una banana o un leone,
mentre un uomo riesce a immaginare il Paradiso o la felicità”



Ed allora eccolo harari partire dall'Inizio
quando
i primi esemplari di specie umana comparvero sulla Terra
circa 2,5 milioni di anni fa.
Gli umani preistorici erano animali insignificanti
e il loro impatto sull’ambiente era minimo.
Inizialmente c’erano molte specie di genere homo oltre a homo sapiens;<
le loro caratteristiche fisiche più importanti erano la posizione eretta
e il cervello più grande rispetto ad altri animali.
Un traguardo importante raggiunto da Homo erectus fu la scoperta del fuoco;
ciò permise di poter cuocere la carne,
di velocizzare il processo di masticazione e digestione
e di prevenire molte malattie.
Ma fu solo negli ultimi 100.000 anni
- con lo sviluppo di homo sapiens –
che l’umano riuscì in poche migliaia di anni a passare
dalla metà della catena alimentare all’apice.
Circa 200.000 anni fa l’Homo Sapiens iniziò a espandersi dall’Africa
verso tutti gli altri continenti.
Con l’arrivo dei Sapiens le altre specie di homo si estinsero.
Esistono due principali teorie che spiegano questo fenomeno:
la prima è l’ibridazione,
ovvero l’unione tra l’Homo Sapiens e le altre specie già presenti nel territorio,
e la seconda è quella del rimpiazzamento,
cioè l’Homo Sapiens prevalse sulle altre specie che successivamente si estinsero.
La comparsa di nuovi modi di pensare e di comunicare,
nel periodo che va da 70.000 a 30.000 anni fa, costituisce

la Rivoluzione cognitiva.

Il linguaggio dei Sapiens era formato da suoni limitati
e infinità di frasi ed espressioni che permettevano di raccontare storie
ed elaborare concetti astratti come leggende, miti, dèi e religioni.
I Sapiens poterono così sviluppare tipi di cooperazione più stretti e più sofisticati.

Molti dei comportamenti presenti nella società dei Sapiens
continuano ad esistere anche nella società moderna:
la nostra voglia di ingozzarci di cibi ipercalorici,
avere più relazioni amorose contemporaneamente
o il rapporto che abbiamo con gli animali domestici.
Avendo una dieta vasta e diversificata, i cacciatori-raccoglitori

hanno sofferto meno di carestie e vivevano più a lungo
rispetto alle società contadine successive alla Rivoluzione agricola.
Dall’analisi di alcuni dipinti rupestri
si pensa che i Sapiens credessero che ogni oggetto o luogo avesse un’anima
e che essa potesse interagire direttamente con l’uomo;
questa concezione viene chiamata animismo.

In seguito alla rivoluzione cognitiva
i Sapiens acquisirono le capacità organizzative e l’immaginazione necessaria per insediarsi nel mondo esterno.
Il loro primo traguardo fu la colonizzazione dell’Australia,
circa 45.000 anni fa,
che rappresentò uno degli eventi più importanti della storia.
I Sapiens trasformarono in modo irriconoscibile l’ecosistema australiano.
Nel giro di poche migliaia di anni tutte le specie giganti,
come i canguri giganti o i leoni marsupiali,
scomparvero e le catene alimentari australiane furono spezzate
e ristrutturate in maniera differente.
Inoltre l’Homo sapiens fu la prima e unica specie umana ad arrivare nel continente americano.
e raggiunse il record di chi portò all’estinzione
la maggior parte delle specie animali in America.
Se noi esseri umani ci rendessimo conto di quante specie abbiamo fatto estinguere
potremmo essere più motivati a proteggere quelle che ancora vivono.
Se le cose continuano così, rimarranno solo esseri umani e animali domestici.

10.000 mila anni fa l’uomo cambiò drasticamente la sua vita con

la rivoluzione agricola.

L’affermazione dell’agricoltura avvenne gradualmente, nell’arco di millenni.
Le condizioni climatiche migliorarono,
favorendo la crescita del frumento e degli altri cereali del Medio Oriente.
Questo portò l’ uomo ad una società stanziale.
Nel giro di pochi millenni,
gli umani di molte regioni del mondo
non fecero altro che prendersi cura delle piante addomesticate.
La rivoluzione agricola portò numerosi svantaggi come danneggiamenti alla spina dorsale,
ginocchia, collo e arcate dei piedi
e anche una quantità non indifferente di malattie.
Per Harari, l’unico vantaggio fu la maggior disponibilità di cibo,
che consentì l’aumento della popolazione
cosa che li portò a non abbandonare le coltivazioni
nonostante gli svantaggi per il crescente bisogno di cibo.
La storia della trappola del lusso porta con sé una lezione importante:
trasformare il mondo in un modo che nessuno aveva immaginato o voluto.



La Rivoluzione agricola viene definita da Harari
la più grande impostura della storia
perché portò alla cupidigia e all'alienazione dell'uomo.
L'Homo sapiens iniziò a vivere in zone molto più contenute della Terra.
Inoltre iniziarono a proteggere le proprie abitazioni e tutto ciò che possedevano,
ad esempio gli animali e le proprie coltivazioni.
Ai cacciatori il futuro interessava poco perché vivevano alla giornata
e con difficoltà riuscivano a preservare cibo.
L’economia agricola si basava su cicli di produzione stagionali,
che comprendevano lunghi mesi di coltivazione seguiti da brevi momenti di raccolta.
Inoltre i contadini erano obbligati a produrre più di quanto consumavano per possedere delle riserve per eventuali carestie;
il contadino che avesse ignorato questa realtà non sarebbe vissuto a lungo: tutto questo determina l’avvento del futuro.
I miti condivisi sulle divinità a cui tutti credevano condizionavano la vita delle persone
che di conseguenza obbedivano a quelle regole.
Inoltre permettevano la collaborazione umana, alcune volte spinta dalla violenza e dall’oppressione.
I due esempi messi a confronto da Harari sono il Codice di Hammurabi e la Dichiarazione di Indipendenza americana.
Il re babilonese Hammurabi emanò il suo Codice nel 1776 a.C,
con lo scopo di far prevalere la giustizia sulla terra e abolire la cattiveria e il male.
La dichiarazione di indipendenza fu proclamata nel 1776 d.C.
dagli americani per affrancarsi dalla madre patria inglese.
Anche i principi di questa dichiarazione sono immaginari,
perché affermano che gli uomini sono tutti uguali,
invece biologicamente sono tutti diversi. Un ordine naturale è un ordine stabile (come la legge di gravità).
Un ordine immaginario invece è sempre in pericolo di collassare.
Per salvaguardarlo, sono necessari continui sforzi.
È importante che l’ordine in base al quale si regge la società
sia una realtà oggettiva creata da grandi dèi o dalle leggi della natura;
occorre quindi una sistematica educazione delle persone.
Tre sono i fattori che impediscono di comprendere che l’ordine costituito è solo frutto di immaginazione:
1) l’ordine costituito è incastonato nel mondo materiale
(sebbene l’ordine immaginario sia solo nelle nostre menti è radicato nella realtà materiale);br> 2) l’ordine costituito modella i nostri desideri
(anche i desideri che la gente ritiene più personali di solito sono programmati dall’ordine costituito immaginario);
3) l’ordine costituito è intersoggettivo
(l’ordine immaginario non è un ordine soggettivo ma intersoggettivo
e per cambiarlo bisogna per forza convincere milioni di estranei
a cooperare con l’individuo con opinione diversa).

L0importanza poi dell'invenzione della scrittura>br>

La scrittura è un metodo che consente di immagazzinare dati per mezzo di segni specifici,
per riuscire a conservare più dati di quanto un cervello umano riesca a ricordare.
Inizialmente la scrittura era utilizzata solo per registrare eventi e numeri e solo poche persone potevano usufruirne.
Ci sono due tipi di scrittura: la prima è detta parziale,
è formata da segni in grado di rappresentare solo particolari tipi di informazioni.
invece la seconda scrittura, detta totale,
è un sistema scrittorio caratterizzato da un insieme di segni materiali
in grado di rappresentare quasi completamente una lingua parlata.
Un esempio è la scrittura cuneiforme, ideata dai Mesopotamici,
che veniva utilizzata dai re per emanare decreti
e dai cittadini per scrivere messaggi.

Con l'avvento della Rivoluzione Agricola,
le società umane crebbero diventando sempre più ampie ed articolate.
I costrutti dell'immaginazione sui quali si basava l'ordine sociale,
di conseguenza, diventarono molto più elaborati rispetto a quello che erano stati in precedenza.
I miti abituarono milioni di estranei a ragionare e comportarsi in un certo modo,
permettendo loro di cooperare con efficacia.
Questo porta alla nascita della cultura.
Le culture non rimangono invariate nel corso dei secoli,
sono in costante flusso.
Nel corso dei secoli molte piccole culture si sono unite per crearne poche di più grandi,
fino a raggiungere una singola unità.
singola unità.
A rendere possibile quest'unificazione è stata la comparsa di tre potenziali ordini universali:
quello monetario,
quello imperiale
e quello delle religioni universali.







Altro punto importante nella storia dell'umanità e
la rivoluzione industriale
che ha prodotto decine di cambiamenti radicali nella società:
l’adattamento del quotidiano agli orari industriali,
l’urbanizzazione,
la scomparsa della classe contadina,
la nascita del proletariato industriale,
l’impoverimento delle persone comuni,
la democratizzazione,
la cultura giovanile,
la disintegrazione del patriarcato.
Tutti questi cambiamenti sono, però,
poca cosa in confronto della più grande rivoluzione sociale
che il genere umano abbia mai vissuto:
il crollo del ruolo storico della famiglia e della comunità locale
e la loro sostituzione con lo stato e il mercato.

I Sapiens non sono in grado di affrancarsi dai propri limiti biologici
e questo può essere un bene,
nella ricerca del miglioramento,
ma anche un male,
quando si procede a tentoni senza sapere cosa si vuole.
La realtà è che stiamo causando la distruzione dei nostri compagni animali
con le nostre attività intensive di allevamento e dell’ecosistema circostante,
ricercando null’altro che il nostro benessere e il nostro divertimento e,
per giunta, senza essere mai soddisfatti.

Nel corso dei millenni, i Sapiens hanno aumentato il loro potere senza sosta,
come dèi insoddisfatti e irresponsabili
che non sanno neppure cosa vogliono.
Di questo passo, cosa ci aspetta nel futuro?!



L’interrogativo finale getta un alone di mistero:
che sarà di noi?
In che modo riusciremo,
se ce la faremo a cavarcela con le nuove frontiere della scienza
pronte per essere cavalcate,
che potrebbero renderci sempre più simili a degli dei?
“Oggi siamo esseri umani assai diversi da quelli che esistevano 200 anni fa e fra 200 anni i nostri discendenti saranno altrettanto differenti da noi”
perché
“potrebbero essere dei super-esseri umani,
grazie all’incrocio fra biologia e alta tecnologia,
oppure degli esseri artificiali”.
È questa la scelta che
“spetta alla nostra generazione”:
usare la tecnologia “per perfezionare l’uomo” o “sostituirlo con i robot”.
Il volume, nato come libro di testo universitario
per un corso di storia tenuto da Harari stesso,
scorre via in modo gradevole,
pagina dopo pagina,
ricco di spunti di riflessione e non annoia mai,
anzi stimola all’approfondimento
e alla ricerca di informazioni più dettagliate
sui grandi periodi storici
che vengono citati nella loro interezza e integrità,
come blocchi separati di un percorso evolutivo
che ormai procede unicamente da 13mila anni.




Harari, Yuval Noah.
– Storico israeliano (n. Kiryat Ata 1976).
Addottoratosi in Storia medievale e militare
presso la Oxford University nel 2002,
docente all’Università ebraica di Gerusalemme,
ha concentrato i suoi studi sui processi macrostorici,
analizzando le dinamiche evolutive delle specie viventi
su basi etiche
e raccordandole con le dimensioni globali della contemporaneità.
Autore di numerose pubblicazioni sulla storia militare
(Renaissance military memoirs: war, history and identity, 1450-1600, 2004;
Special operations in the age of hivalry, 1100-1550, 2007;
The ultimate experience: battlefield revelations and the making of modern war culture, 1450-2000, 2008),
ha raggiunto notorietà mondiale con i saggi Sapiens.
A brief history of humankind (2014; trad. it.
Da animali a dèi. Breve storia dell'umanità, 2016),
Homo Deus. A brief history of tomorrow
(2016; Homo Deus: breve storia del futuro, 2017),
in cui individua come caratteri fondamentali dell’evoluzione umana
la creatività e la fantasia,
e la raccolta di saggi 21 lessons for the 21st Century (2018; trad. it. 2018).

Dall'Enciclopedia treccani abr>





Indietro




home


Gocce di pensiero