Il bambino nel cassonetto

Orrore a Roma, corpo di un neonato tranciato a met� in un deposito di carta.

Forse, ormai il cinismo � diventato il nostro habitus vivendi, qualsiasi notizia ci scivola addosso in veste di indifferenza e di menefreghismo, almeno apparente, il tutto disciolto nella fretta e nei caotici e affastellati affanni quotidiani, le notizie passano nei tg, una di seguito al'altra, senza un ordine ben preciso, dalla politica, all'ennesimo morto sul lavoro, dalla cronaca rosa che ci narra della vita sentimentale del presidente francese alla cronaca nera che parla del boss mafioso ucciso, dall'annuncio dell�ultimo album appena uscito del noto cantante, al risultato della partita della Nazionale e via discorrendo e anche la notizia del bambino ritrovato oggi, vicino Roma, in un magazzino di riciclaggio della carta, � scorsa via, sulla rotativa dei tg, senza rimbalzo a risonanza alcuna.
Lo so, non � la prima volta che si sentono notizie di questo genere e, come ogni volta, anche oggi sono stata presa da un senso di profonda tristezza, di desolazione, da sconforto, da rabbia impotente e non sono riuscita a frenare le lacrime
Ma ci pensate? Un bambino buttato come rifiuto dentro al cassonetto della mondezza.
E� anche difficile esprimere tutta quella ridda di pensieri e sensazioni che tali notizie suscitano.
Penso alla donna che ha partorito quel bambino, chi sar�?, come si sentir�?, sia se sono state le sue mani ad aprire quel contenitore, sia se la sua creatura le � stata strappata suo malgrado, in questo momento mi sembra di sentire il suo urlo interiore di bestia ferita a morte.
La maternit� va a toccare l�essenza, il primordio, l�archetipo della vita terrena, � un legame unico ed indissolubile che si viene a creare con la creatura che per nove mesi, si porta in grembo e, in qualsiasi modo la si concepisca, non si pu� fare a meno di amarla, � qualcosa di istintivamente divino al di sopra di ogni ragionamento, di ogni situazione affettiva ed ambientale che poi possa sopraggiungere.
Non assolvo n� condanno quella donna, per questo ci sar� la giustizia umana a fare il suo corso a cercare di capire quali siano state le motivazioni esterne che l�abbiano condotta a compiere o a lasciar compiere quel gesto di morte e, forse, quella divina, dove fa capo ogni nostra esperienza e conoscenza, non propongo rimedi o soluzioni, per questo ci sono i curatori del corpo e dell�anima che agiranno, se potranno, mi soffermo soltanto, escludendo anche il pensiero a sentire con l�anima, la sofferenza di quella mamma e il dolore infinito che, insinuatosi nella sua essenza, non l�abbandoner� pi�.


Roma, 07 febbraio 2008


http://www.corriere.it/cronache/07_febbraio_08/neonato_ morto_roma_ a7234626-d560-11dc-aa3d-0003ba99c667.shtml

 

 

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