Rubrica Poesia in Grafica

Questa è una rubrica da me curata sul Gruppo Grafico Words and Tags
e consiste in un'attività che richiede di illustrare o meglio, di disegnare, di pitturare poiché le grafiche che facciamo sono dele vere e proprie pitture tecnologiche, una poesia che, di volta in volta, andrò a proporre.

Entrare in una poesia è cosa assai ardua, difficilmente infatti, si riuscirà a conoscere la scintilla che l'ha fatto poi nascere, c'è sempre un qualcosa scatenante ma esso è racchiuso nel cuore e nell'anima del poeta.
Ci possono un po' aiutare il profilo biografico del poeta, il periodo storico in cui è vissuto, per i viventi è il nostro, la corrente letteraria a cui è appartenuto o appartiene e la nostra interpretazione personale.

Leggetela la poesia più volte e vedrete che sarà una parola, una frase, un intero concetto che vi farà scattare la scintilla per creare la vostra grafica.
Potete liberamente fare una vostra creazione o seguire un tutorial che riporti qualcosa della poesia e, sarebbe gradito conoscere quale elemento della poesia ha fatto nascere la vostra creazione.


12 gennaio 2023

La poesia che vi propongo oggi è di una poetessa che a me piace molto: Maria Luisa Spaziani. Un breve cenno biografico presa dal'Enciclopedia Treccani online.
Maria Luisa Spaziani nacque a Torino, in via Saluzzo 30, il 7 dicembre 1922, figlia di un facoltoso imprenditore, Ubaldo Spaziani, titolare di un’attività nel settore dolciario.
La madre Adalgisa era originaria di Mongardino d’Asti.
Morì a Roma anel 2014



Cliccando sull'immagine si può accedere ad una biografia più dettagliata.

"La poesia ha coinciso con la mia vita, e cioè è stata parallela ad essa, non è mai stata fuori.
Non ho scritto una poesia perché in quel momento mi andava di parlare del Carnevale di Rio; ci doveva essere un rapporto ma non ero io che mi dovevo domandare se ci fosse o no un rapporto.
Se non ci fosse stato non nasceva nemmeno la voglia di fare quella poesia.
Quindi la poesia è un frutto spontaneo che trae le sue linfe da cose che non sono del tutto naturali e cioè da tutto ciò che abbiamo appreso e non abbiamo come scienza innata".


La poesia che ho scelto è:

"Una rosa che sboccia"
Tutte le poesie, I Meridiani Mondadori, 2012)

Tre quartine in versi liberi scritti in modo scorrevole che racchiudono, secondo me, la nostra esistenza: chi siamo, da dove veniamo, dove andremo, domande che non hanno risposta, quello che è certo è che ora siamo qui in questa "oasi" dove c'è la rosa che sboccia e dove possiamo vivere le emozioni del nostro cuore.

Clicca sulla rosellina
per andare alla poesia.




26 gennaio 2023

oggi vi propongo quello che fu il grande amico (o amore, chissà magari l'uno e l'altro) di Maria Luisa Spaziani:
Eugenio Montale, uno dei miei miti.

Breve cenno biografico.
Nasce a Genova il 12 ottobre del 1896 da una famiglia benestante, per problemi di salute vive un'adolescenza difficile che lo porta a trovarsi spesso solo e lontano dalla vita borghese, cosa che lo rende molto attento al dolore che caratterizza la condizione umana

“Spesso il male di vivere ho incontrato”
forse inizia proprio in questo periodo.

È quindi, già da ragazzino, molto sensibile e tendente all’introspezione.
Dopo la Prima Guerra Mondiale alla quale partecipa, comincia ad avvicinarsi al mondo intellettuale ligure, conosce Camillo Sbarbaro e pubblica, nel 1925, la sua prima raccolta poetica, Ossi di Seppia.
Nel 1927 si trasferisce a Firenze e qui passa degli anni molto impegnati e vivaci: collabora con importanti riviste del tempo e soprattutto dirige il Gabinetto Vieusseux, un’istituzione culturale fiorentina nata nel 1819 e ancora oggi riconosciuta come un importante punto d’incontro culturale anche fra italiani e letterati stranieri.
Tuttavia nel 1938 viene allontanato dall'incarico: il Fascismo domina in Italia e tutti coloro che non sono iscritti al partito vengono rimossi dalle cariche pubbliche.
Nonostante questo ritiro, sono anni molto importanti per il poeta che nel 1939 pubblica una nuova raccolta, Le Occasioni, e conosce Drusilla Tanzi che sarà sua moglie e il grande amore di tutta la sua vita.

"Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino."

Nel 1948 si trasferisce a Milano dove inizia a collaborare con il Corriere della Sera.
Per questo giornale scrive reportage di viaggio, critiche letterarie e ovviamente vari tipi di articoli molto importanti.
Contemporaneamente pubblica altre poesie e nel 1975 gli viene assegnato il Premio Nobel per la Letteratura.
In quell'occasione il poeta dichiarò: "Sono qui per aver scritto poesia, un prodotto assolutamente inutile, ma quasi mai nocivo!"
Muore il 12 settembre 1981 a Milano.

Per una biografia più dettagliata cliccare sull'immagine.



La poesia che ho scelto è "La casa dei doganieri", bellissima, che racchiude un po' tutta la visione poetica di Montale circa il suo modo di considerare la vita.
Lasciando il significato politico che alcuni critici ci hanno voluto vedere, mi soffermerò soltanto sul lato romantico che aleggia in tutta la poesia e sul ricordo che ne è il cardine.

(Il ricordo, secondo me è la vita, l'attimo fugge immediatamente e soltanto nel pensiero e nel ricordo sappiamo quello che abbiamo vissuto.)

La poesia, secondo alcuni pare sia dedicata ad una donna, vissuta realmente, Annette o Arletta che il poeta frequentò in gioventù, dal 1920 al 1924, al tempo dei soggiorni estivi a Monterosso e con la quale pare abbia vissuto dei bei momenti, secondo altri, invece, quel -tu- potrebbe essere l'insieme delle donne che, sentimentalmente ha incontrato nel corso dei suoi anni, addirittura c'è chi vede, invece, quel -tu- rivolto a se stesso con i ricordi che sono solo suoi e la inesorabilità del tempo che passa, le ipotesi sono tante ma sfociano tutte nel ricordo, tema caro al poeta e molto presente nelle sua poesie.
-Tu non ricordi- dice il poeta -la casa dei doganieri che ora ti aspetta sconsolata dalla sera in cui vi entrò lo sciame dei tuoi pensieri e vi sostò irrequieto (guardate che bella espressione ha usato per immaginare la miriade di pensieri che invadono la mente umana).
-Ora il suono del tuo riso felice non c'è più, solo il vento colpisce da anni le vecchie mura, la bussola si muove senza senso, non orienta più e la somma dei dadi non è più corretta (altra bella espressione per indicare l'insicurezza, la delusione, l'insoddisfazione, il rimpianto temi, anche questi, che caratterizzano tutta la poetica montaliana che il poeta stesso definisce negativa e pessimista.
-Tu non ricordi- continua -altro distrae la tua memoria ormai, si riaggomitola il filo, solo io ne tengo ancora un'estremità ma la casa si allontana e la banderuola affumicata gira senza interruzione (il tempo, inesorabile, corre via) E l'orizzonte, anch'esso fugge via, solo, a tratti, illuminato da una luce di una petroliera (solo a tratti, forse, incontriamo la luce della felicità).
E' qui il varco?
-Sarebbe stato qui, in questa casa, il punto fermo della mia vita?- si chiede.
Ma resta solo il ricordo e la nostalgia.
Trovo bellissima questa poesia oltre che per i temi trattati sui quali ci sarebbe da scrivere pagine, anche per la costruzione tecnica dei versi, la scelta delle parole, la loro unione in un modo piuttosto che in un altro che non avrebbe prodotto la stessa gradevole musicalità, le parole suonano anche se si leggono solo con la mente... e mi fermo.
Un'ultima nota utile soprattutto per esprimere in disegni e colori la poesia:
Montale è definito anche il poeta dell'oggetto infatti tende a rappresentare una determinata sensazione o emozione attraverso alcuni oggetti concreti che descrive a volte minuziosamente e che dovrebbero far capire al lettore ciò che prova il poeta.


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