L�altro ieri ero in auto con mio figlio. Scendo ed entro in un bar per chiedere un�informazione. La radio stava trasmettendo Lui.
Come star�?
Gi�, chiss� come diavolo star�, quella famiglia � pi� ermetica del vecchio CC sovietico...
Riprendo la macchina; trovo il negozio che cercavo, cinque minuti dopo sono di ritorno.
-Guarda che � morto, stamattina alle otto, l�ha detto la radio...
-Trent�anni di vita, Chicco... trent�anni di vita...
Non sono riuscito a dire altro.
Non � forse neanche esatto, il numero degli anni, ma non importa.
Quello che � importante, invece, � che questo cantante per amico ha scandito per me, come per tanta
gente della mia et� e anche un tantino pi� grande e anche un tantino e anche parecchio pi� giovane,
tappe della vita che anzi chiamerei LE tappe della vita.
Fin qui niente di nuovo. Me ne rendo conto perfettamente. Dal pi� autorevole quotidiano alla rivistuccia
che anticipa la trama delle telenovelas della settimana, dovunque, nelle redazioni, si annida un fan,
un emulo, o un semplice estimatore, simpatizzante - usate il termine che preferite: dovunque
lo conoscevano, canticchiavano o fischiettavano le sue canzoni, dovunque si � sentito e stampato
il tonfo degli anni, delle atmosfere, che furono e che non saranno pi�.
Chi era Lui?
Il grande Morricone l�ha commentato da specialista, attribuendogli una rivoluzione del
modo italiano di scrivere musica, e questo, come non addetti ai lavori, pigliamolo per buono.
Gi� La Testa ha pubblicato un pezzo "tecnico", ma traspariva l'emozione.
Mogol, interpellato anche
durante il disperato ricovero, ha dovuto far uso di tutta la sua arte diplomatica, e per non tradire
la nota riservatezza di Lui e della Sua famiglia, e forse per non inquinare ci� che dovr� essere
il ricordo di una grande coppia. Ha sorvolato quindi sui motivi che portarono alla fine della loro
collaborazione, motivi che possiamo supporre di carattere artistico (cos�altro c�era ancora da
scrivere senza cadere nel ripetitivo?), ma che purtroppo sappiamo essere anche e soprattutto legati
al denaro, denaro, concediamolo, faticosamente guadagnato dal provinciale sbarcato da un paesino
come tanti in quel di Rieti nella Cinecitt� del vinile, a comporre per gli altri e finalmente
a cantare in proprio. Ma chi ha memoria ricordi: non sono passati tanti anni - non saprei
dire se dieci o quindici, ma non ha importanza - dacch� il paroliere, attivo pi� che mai con la sua
scuola per aspiranti artisti del pentagramma, intervistato sulla morte del sodalizio, aveva risposto
che con Lui avrebbe potuto s� ricominciare a lavorare, a patto che quest�ultimo calasse le pretese
sui diritti d�autore. Anzi, era stato ancora pi� esplicito: alla domanda aveva risposto che se ne
sarebbe potuto parlare, se il suo amico avesse smesso di avanzare diritti anche su ci� che non gli
apparteneva.
Le sinistre lo riabilitano in pieno. Per meglio dire, sostengono che di riabilitazione da parte loro
non c'� alcun bisogno, visto che per loro � sempre stato, almeno a livello personale, un mito, come
lo era per tutta la generazione (le generazioni?) dell�epoca.
Non � vero.
Erano i tempi dell�O con noi o contro di noi, girava voce che finanziasse organizzazioni di estrema
destra, le Sue canzoni non recavano quasi mai traccia di impegno sociale, ebbene s�, non s�era mai
sognato di scrivere capolavori (di idiozia, anche, mi si conceda, per una persona di sinistra che abbia
un briciolo di sale in zucca e un minimo di gusto) del tipo �Saluteremo il signor padrone� a firma di
Finardi, o, per andare sul campo cinematografico, film dai titoli lunghi quanto la trama stessa che
volevano dimostrare quanto i poveri siano buoni e i ricchi cattivi, zavorra retorica della quale
un�intelligenza come quella della Wertm�ller farebbe bene a vergognarsi, almeno adesso. S�,
anzi no, non scriveva niente del genere, o quanto meno non la musicava. Ci� che scrivevano
& musicavano i Due poco aveva a che fare con gli avvenimenti dell�epoca. E per tutto questo quella
parte politica lo aveva messo all�indice.
Non venissero a raccontarmi storie: io c�ero.
Se, poi, il liceale, dopo essere riuscito finalmente a parlare con quella biondina che aveva notato
al collettivo, che a ogni corteo era in prima fila, che non parlava d�altro che di Rivoluzione e Morte
ai revisionisti, con quella camicetta del mercato dell�usato americano, senza reggiseno, e con i jeans
strascoloriti; se, approfittando di un viaggio improvviso dei genitori, fosse riuscito a portarsela
a casa e a baciarla al chiuso della propria cameretta con i poster del Che, di Ho Chi Minh, del
Vietnamita che chiede e si chiede �Why?�, dell�ultimo Navaho, tra una citazione e l�altra: ebbene,
se in quel momento dallo stereo malandato a 33, 45 e forse 78 giri fossero uscite le note della Canzone
del sole, o di E penso a te, penso che non ci sarebbe stato nulla di strano, di vergognoso, di borghese.
E suppongo che ci� sia avvenuto, e pi� di una volta. Michele Serra, ottima penna, ottima materia grigia
, maestro di satira, ammette (anzi dichiara, si noti ora la differenza) di saper tuttora accompagnare
correttamente con la chitarra almeno una ventina di brani dello Scomparso.
Bene, gli rispondo, magari
un duetto quando e se dovessimo incontrarci. Ma sento puzza della solita retorica post mortem
(e di tentativo, more solito, di appropriazione).
Meno male che qui almeno non abbiamo Elton John, che avrebbe rispolverato qualche suo vecchio
successo con parole adattate alla circostanza, atte ad accendere una causa di beatificazione a
vantaggio di chi non c�� pi� (e di chi c�� ancora e opera nel settore discografico...).
Non giocatevi a dadi le Sue vesti.
Vorrei riassumere quel che mi � dato capire e valutare. Io non so se quanto scrivo sar� mai
letto da qualcuno, ma appaia a tutti chiaro che � un grande dolore a spingermi a dire la mia.
Riassumendo, quindi:
- Un rivoluzionatore del fraseggio musicale, un giro di boa nella canzone italiana che anche grazie
ai Due (ma pensiamo un po� a tutti i cantautori, pensiamo a Modugno) pot� effettuare una svolta e uscire
definitivamente da profumi, balocchi, mamme che imbiancano (le pareti di casa?), e se lo dice Morricone
ci possiamo, anzi ci dobbiamo credere;
- Un rivoluzionario, s�, ma Ad Usum Italianorum: all�estero c�era gi� da anni un bel po� di materiale,
materiale che senz�altro forn� - e non soltanto a Lui - un alto trampolino di lancio e che ben ricorre
in diversi brani dall�aria rock-rhythm-blues etc: �Luisa Rossi�, �Il tempo di morire�, �Insieme a te
sto bene�, �Elena no�, �Una�, �Se la mia pelle vuoi�, cito a caso, non i pi� coinvolgenti,
a mio parere, sul piano emotivo, musicale, e anche testuale - sar� veramente qualcuno le volte
che sapr� operare, diciamo, una sintesi del tutto e ad elaborare motivi Suoi e veramente Suoi, pur
con alti e bassi: Anima Latina � un album �strano�, stesso dicasi per Amore e non Amore;
- Un rivoluzionario che non parlava di rivoluzione. Dipingeva quadri senza un filo conduttore interno.
Ma che quadri! Reali, veri, sentiti. Sentiti soprattutto da chi assocer�, anche ad anni di distanza,
quel brano a quella situazione, al �come eravamo�, a quella ragazza, sensazioni precluse, purtroppo per
loro, alle generazioni pi� recenti (se non c�erano non c�erano, non � colpa di nessuno), che pure hanno
imparato a conoscerlo e ad amarlo. Ma senza quella marcia in pi� che ha chi viveva quegli anni, marcia
in pi� in termini di passioni e nostalgie che puntualmente l�ascolto di un Suo brano rievoca;
- Uno che teneva al proprio denaro, guadagnato agli esordi in maniera quasi disperata (Cristo:
chitarrista di Tony Dallara!), e che anche, se non soprattutto, per questo (e non diretto, forse,
responsabile), ruppe con Mogol;
- Uno che poi pens� di vivere di rendita sfornando dischi forse perfetti sul piano tecnico, pi�
raffinati nel testo, ma privi ormai di quella freschezza, di quella carica di passione che ci aveva
contagiato a quel tempo e che come una malattia cronica continua a pervaderci. Le opere pi� recenti non
sono riuscite infatti neanche a sfiorare (come erano riusciti invece i Suoi brani pi� famosi - Le Sue
Canzoni), le coscienze, i sentimenti. Le Vere Canzoni riescono addirittura a far presa sul parlato
quotidiano, cosa che, appunto, riusc� senza difficolt� ai Suoi successi degli anni Settanta (quante
non abbiamo avuto la tentazione di suggerire ad un amico un po� depresso E se davvero tu vuoi vivere
vita luminosa e pi� fragrante...?). Le ultime generazioni lo citano a memoria. Ma, guarda caso,
conoscono Dieci ragazze e non La sposa occidentale...;
- Uno che si isol� dal mondo. Lo fece per almeno due motivi: � abbastanza verosimile che anche Mogol
stesso gli sconsigli� di esibirsi a quei tempi. Ricordate il lancio di molotov sul palco dei Santana a
Milano, nel 1977? O il �processo popolare� intentato a De Gregori durante una sua esibizione, sempre
in quegli anni? Figuriamoci cosa sarebbe accaduto durante un concerto tenuto da �quello che finanzia
Ordine Nuovo�... E pare che avesse, inoltre, un carattere schivo. Ma un Paolo Limiti smentisce
categoricamente, sostenendo di averlo conosciuto e di aver fatto un viaggio da solo con Lui.
Sostiene che fosse una sorta di buontempone, un goliarda. La maggioranza dice invece che era gentile
e semplice, s�, ma che poi non vedeva l�ora di ritirarsi tra le mura domestiche. Sta di fatto che poi
questo Suo isolamento divenne un mito. Era, Lui, come l�Araba Fenice: che ci sia ciascun lo dice; dove
sia, nessun lo sa. O meglio, si sapeva: di tanto in tanto qualche rotocalco rubava una sua immagine,
di vita strettamente privata (in bicicletta, a spasso con la piccola famiglia), anche se era una
sofferenza vederlo invecchiato, ingrassato, da parte di chi si ostinava, come il sottoscritto,
a vederlo con gli osceni foulard di due decenni fa e pi�, con quel casco di riccioloni neri,
con quegli occhi da eterno bambino e quel Suo sorriso timido. Il mito risiedeva, penso,
principalmente in questo: Lui � Lui, e cos� rester� per sempre. E non ci ha traditi almeno
in una circostanza: ci ha risparmiato improbabili accoppiate musicali, dal successo economico
garantito, grazie anche ad un lancio pubblicitario degno di Hollywood, ma dall�esito artistico
quanto meno dubbio. Sto parlando di Mina e Celentano travestiti da brutti anatroccoli. Celentano,
posso anche capirti. Ti sei sempre venduto al miglior offerente. Ma tu, Mina? Tu quoque, amor mio
(e di chiss� quanti altri...)? Ma lasciamo perdere: certi avvenimenti, anche musicali,
si commentano da s�, e credo comunque, voglio credere, che Lui non si sarebbe mai prestato
a giochini del genere. Sar� vero quel che penso? La morte non mi toglie il dubbio, ma, almeno questo,
annulla la nefasta eventualit�.
12.9
Una parola su altre circostanze.
- Leggo stamattina su un quotidiano un ribadire in stampa di voci che vogliono la Sua Grazia Letizia
emula italiana di Yoko Ono, che la vogliono saggia e tirchia amministratrice degli introiti, che la
vogliono elemento considerevole se non fattore scatenante e determinante della rottura tra musicista e
paroliere. A quest�ultimo, pare e si dice, voleva sostituirsi lei, e la cosa le riusc�, con un disco che
non conosco ma che comunque non frutt� secondo le aspettative (e che non � riuscito a valicare, se non
tra irriducibili fedelissimi, il confine della memoria breve). Direi piuttosto che di riflesso fece un
piacere a suo marito, visto che la mitica coppia era ormai all�apice (Una donna per amico), e che Una
giornata uggiosa cominciava a mostrare segni di stasi creativa.
� Enrico Lenaz
in web Peterpan
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I giardini di marzo