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E comincia uno stano periodo mai vissuto, in maniera cos� drastica, per quanto io ricordi.
Ci fu un'altra epidemie , ero ragazzetta, l'asiatica la chiamarono, ma non ai livelli dell'epidemia che stiamo vivendo in questo periodo.
Le giornate cominciano ad allungarsi e il tempo dentro casa trascorre lento.
Approfitto per fare quelle cose che, in tempi normali, per mancanza di tempo, venivano trascurate, come riordinare cassetti, armadi, credenze, sistemare foto o dedicare un po' pi� di tempo alla cucina sperimentando nuove ricette trovate in internet che ne offre in abbondanza.

Ogni tanto mi affaccio alla finestra e fa una strana sensazione vedere la via che, solitamente � piena di traffico e di un corposo via vai di persone che riempiono i marciapiedi, totalmente vuota.
Almeno, penso, gli abitanti di questa via si attengono alle regole.





Il mio -almeno- � abbastanza giustificato per�, poich� ancora ieri sera leggevo che  c'erano state richieste alla sindaca Raggi, da parte di Istituzioni varie e cittadini comuni, affinch� facesse appelli ai giovani di restare a casa ed evitare assembramenti, in riferimento a quanto successo ieri notte quando Roma si � riempita di giovani e non che si sono beatamente infischiati delle disposizioni (o, magari, vivendo nel loro beato limbo, neppure sapevano del dilagare del coronavirus e della sua pericolosit�), riversandosi nelle strade e nelle piazze del centro-citt� per vivere la movida romana quando, invece, medici, politici e chi pu� dare indicazioni non fanno altro che dire che, per evitare la diffusione del virus, occorre mantenere le distanze, non fare assembramenti, oltre che lavarsi spesso le mani.



In un servizio del tg regionale del Lazio hanno fatto vedere locali comunque aperti non rispettando le indicazioni del Governo, dico indicazioni poich� se fossero leggi dovrebbero essere comunque rispettate, pena la chiusura a vita di quei locali.
Se non c'� responsabilit� personale, se non c'� senso civico, se non c'� solidariet�, gli appelli servono a poco, se i locali devono essere chiusi, devono essere chiusi punto e basta, se non ci devono essere assembramenti, non ci devono essere assembramenti punto e basta.
E se l� dove si vedono assembramenti le forze dell'ordine arrivassero con gli idranti per dare una lavatina ai cervelli degli assembranti, hai visto mai cominciassero a ragionare, che ne dite?
Sono eccessivamente draconiana, come si dice oggi?
Ebbene qui � una lotta o siamo drastici noi o � drastico il coronavirus, a noi la scelta.

E, inoltre, pare che stia succedendo come quando ci fu la fuga da Milano, appena subito dopo l'annuncio della chiusura, una massa di gente si � riversata nei supermercati, provocando file lunghissime, data la disposizione di dover entrare uno alla volta, per la paura di rimanere senza scorte alimentari, per quanto le autorit� cercassero di rassicurare dicendo che i supermercati sarebbero stati riforniti in continuazione e nulla sarebbe mancato.



12 marzo 2020

E si prosegue con questa strana vita di clausura.

Al tempo del coronavirus

Tutto � sospeso

Un'atmosfera quasi onirica
avvolge piazze e vie
e il silenzio
e i nostri pensieri incerti,
come farfalle
che non trovano pi� fiori
in giardini senza prato.

Paura

Ci guardiamo
smarriti e circospetti,
nel cuore il domani nebuloso,
mani spente, rassegnate,
e un tepido sorriso
a nascondere il tremito
di labbra senza pi� poesia.

Speranza

Sull'albero del giardino
� spuntato un fiore
ha sconfitto il gelo,
e noi torneremo farfalle
sui prati
che si rivestiranno d'erba
Sta arrivando la primavera!

Diana
Da Caleidoscopio "In un pozzo...la luna"



Per evitare quell'insolito isolamento comincia s girare sui social l'invito a trovarsi tutti, alle 18.00 di ogni giorno su balconi e terrazzi per fare un qualche tipo di rumore battendo, ad esempio coperchi tra di loro oppure qualche mestolo su pentole o altro a scelta pur di rompere quel triste silenzio che aveva preso a riempire vie e piazze e intanto su parecchie finestre e terrazzi si cominciarono a vedere appese bandiere italiane il cui sventolio accompagnava il canto dell'inno di Mameli.





Insomma era un modo per poter stare assieme cercando di esorcizzare quella tristezza e anche, diciamocelo, anche se non osavamo esprimerlo in esterno, quel senso di paura strana che cresceva giorno per giorno man mano che sentivamo quelle terribili notizie di malati gravi e morti che i media ci comunicavano.
Infatti un altro appuntamento quotidiano era quello col bollettino  della Protezione Civile diffuso attraverso le reti tv in cui il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli dava il numero dei malati ricoverati in terapia intensiva e ancor pi� triste il numero di coloro che non ce l'avevano fatta a sopravvivere al virus.





15 marzo 2020

Al tempo del coronavirus 2
Dopo,
solo dopo,
quando non saranno pi� soltanto numeri,

quando non saremo pi� soltanto numeri
e ci accorgeremo di stanze
che resteranno vuote,
di sorrisi
che non vedremo pi�
di mani che non potremo pi� stringere,
di abbracci che avvolgeranno l'aria,
ricompatteremo la nostra vita
che, oggi, � smembrata da paure,
da incertezze, da disordine,
e potremo, finalmente, piangere.

Diana
Da Caleidoscopio "Fuori dal coro"



16 marzo 2020

Al tempo del coronavirus 3

Malgrado che la maggior parte della gente si dimostra responsabile ed osserva le regole date dal Governo per evitare la diffusione del virus, continuano a moltiplicarsi gli appelli a restare in casa perch�, pare che ci sia pi� di qualcuno che non lo capisce. Allora senti che te dico...

E m� me riferisco a te furbetto
che penzi de riusc� a falla franca
certo ch'a faccia tosta nun te manca
ma rassomija tanto ar tu culetto

Ma nn'hai capito che t'� stato detto
che pe' vince sto virus che ce sfianca
puro si questa regola te stanca
hai da sta drento casa, maledetto?!

Senza la mascherina e la distanza
te vedo passeggi� pe' li rioni
ma 'a gente more p'a tu marcreanza

Te credi d'esse er pi� dei furbacchioni
fregannote del Covidde(-19) ch'avanza
'nvece sei solo er pi� de li cojoni.

Diana
Caleidoscopio "I miei sonetti in dialetto"



20 marzo 2020

Le cronache ci dicono infatti, che sempre pi� spesso si vedono degli sconsiderati che senza mascherina a senza mantenere il distanziamento
in tenuta ginnica percorrono correndo vie e marciapiedi per mantenersi in allenamento dicono ma, credo, che anche chi non aveva mai fatto un passo di corsa in vita sua, tanto per darsi un tono, in maglietta e calzoncini, fregandosene delle disposizioni, scende sul marciapiede e credendosi un centometrista, muove qualche passo di corsa.

E state a casa, santa pazienza!
Ma non li sentite gli appelli che arrivano?
Ma tutta adesso vi � venuta la voglia di passeggiare, di correre, di fare ginnastica all'aperto?
Dice... ma io lo facevo pure prima...
Emb� e ora, per un po' di giorni non lo fai.
E lascia perdere il diritto alla libert� personale, al fatto che hai bisogno di aria, ti affacci alla finestra e respiri, tu che lo puoi fare, pensa a chi, in questo momento non pu� pi� farlo e, forse, anche, a causa dei nostri, vedi? non dico tuoi ma dei nostri insofferenti atteggiamenti verso ogni regola.
Pensaci.



21 marzo 2020

La sera del 19 marzo il tg ci fece vedere un'immagine triste, molto triste da far stringere il cuore: una fila di camion militari che portavano in altre citt� numerosi morti poich� nel cimitero di Bergamo non c'era pi� posto dove poterli seppellire n� per poter eseguire la cremazione dato che pi� di un numero prestabilito le cremazioni non potevano essere eseguite.
Pensiamo un attimo allo strazio di parenti che, oltre a non poter accompagnare il loro congiunto lungo le ultime ore terrene, poich�, dato l'isolamento, il malato moriva da solo, o forse, quando poteva, col conforto di qualche infermiere o medico  si vedevano poi consegnare un sacchetto con le ceneri di ci� che restava del loro caro.
Terribile, veramente terribile.

il 21 marzo � La giornata mondiale della Poesia e, come ogni anno per omaggiare la Poesia sono solita preparare qualcosa. ma quest'anno, � un anno speciale, atipico, triste, difficile.

21 marzo Giornata Internazionale della Poesia

Tace la Poesia
Bergamo 19 marzo 2020

Piega il capo la Poesia
al passaggio della Storia
al passaggio delle storie
anonime storie chiuse
in legno e soffocata vita

Tace la Poesia
non ha parole degne
capaci di onorare
dolci eroi che s'involano
verso l'Altrove Eterno
e solo il rumore dei camion,
come un solenne requiem,
li accompagna,

non ha parole vere
capaci di scalfire l'insondabile
trama del destino
che pervade il mondo

pu� solo accostare ed emozionare cuori
per lenire il dolore di chi resta.

Diana
Da Caleidoscopio "Fuori dal coro"






Ma il 21 marzo � anche il giorno in cui inizia la primavera, la stagione dei fiori, del sole sempre pi� caldo, delle giornate sempre pi� lunghe, nella natura tutto procede come deve, anche se il nostro animo non � pronto ancora per ammirarla e viverla come succedeva gli altri anni.

Al tempo del Coronavirus 4
21 marzo 2020

Non possiamo gioire, oggi,
Primavera,
per il tuo arrivo
troppo dolore nel cuore,
troppe lacrime oscurano
la radiosit� del sole,
siamo in guerra
Primavera
contro un nemico invisibile
e tanto crudele
e ci zittisce
che vane sono le parole
di fronte alla morte.

Tu, ignara,
percorri assieme al vento
citt� e paesi,
montagne e fiumi
e le onde del mare
spargendo fiori
sugli alberi e sui prati,
dando la sveglia agli animali
e carezzi, come ala di farfalla,
i nostri occhi per dirci che ci sei.
Ci aggrappiamo a questa tua carezza,
Primavera,
per sperare che la guerra finisca,
presto.

Diana
da Caleidoscopio "Fuori dal coro"



25 marzo 2020

A chi si lamenta perch� "� costretto" a stare a casa (ne leggo e ne sento) consiglio di vedere qualcuno di quei servizi giornalistici che ora la maggior parte dei canali tv trasmette, in cui fanno vedere come "si vive" nelle corsie degli ospedali e soprattutto in quelle di terapia intensiva dove si trovano i malati di coronavirus e allora, forse, qualcosa di pi� potr� capire.



31 marzo 2020

Al tempo del coronavirus 5
Ed � cominciata un'altra settimana di questo tempo non tempo, un tempo che non riconosciamo pi� come nostro perch� scorre via senza la nostra partecipazione, fermati tutti da un qualcosa di invisibile che ci fa paura, un nuovo essere che sta sconvolgendo l'esistenza di tutti gli umani abitanti della Terra.
La vita continua s�, anche quella che i tanti medici, infermieri, operatori sanitari tutti, tentano di salvare a coloro che sono gi� stati attaccati da questo essere, cercando di ucciderlo con le armi in loro potere, ma, a volte non riescono e il virus se li porta via.
A me, che non ho vissuto la guerra, sentire ogni giorno quel gran numero di morti mi d� molta tristezza e un profondo stato di costernazione, � una cosa cos� grande, cos� distante dal mio rapporto con la vita e la morte che non riesco ad immaginarla, anche se i molteplici servizi giornalistici che passano in tv me ne mostrano la sua tragica vastit� ma immaginarla come trovandomi sul posto � altra cosa. Non posso, quindi, che ringraziare, commossa, tutte le persone che si stanno adoperando, anche mettendo a rischio la propria vita, perch� questo momento che il nostro pianeta, e noi con lui, sta attraversando, passi con meno danni possibile.
Da parte mia non posso fare altro che attenermi alle disposizioni date dal Governo per contenere il diffondersi del virus.
Sto a casa, ormai quanto tempo �?, a volte si confondono anche i giorni, la notte fra sabato e domenica scorsi hanno messo l'ora legale, siamo allora quasi ad aprile, il tempo dei fiori, dell'aria tiepida, delle giornate che mano a mano si vanno allungando, della Pasqua che quest'anno trascorreremo a casa, la finestra � diventata il mio occhio sul mondo, il balcone, con quei fiorellini che stanno spuntando nei vasi, � diventato il mio giardino e quando c'� i sole esco fuori a passeggiare avanti e indietro ed � come se stessi lungo i viali di Villa Borghese ma va bene cos� se serve a far allontanare dalle nostre esistenze il coronavirus.
C'� stato dato vivere questo momento, ci sar� un perch�?



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