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Perché si scrive?

Perché si scrive?

Si scrive per fermare il tempo, per sfogarsi, per consolarsi, per divertirsi, per sentirsi meno soli, per non dimenticare qualcuno o qualcosa.

La scrittura ci porta a scendere nel profondo della realtà imprimendole qualcosa di solamente nostro, assolutamente personale, unico ed irripetibile poiché se si scrivesse quella stessa cosa in un altro momento, si userebbero altre parole o altre costruzioni sintattiche dato che altre sarebbero le dinamiche che ci porterebbero a scriverla.

Non a caso, infatti, quando rileggiamo qualcosa scritto in precedenza, se possiamo correggiamo, modifichiamo, cancelliamo, aggiustiamo o ritroviamo lo stato d'animo del momento in cui abbiamo esternato quelle parole che, forse, ora non è più tale e ci meravigliamo noi stessi di quei pensieri e di quelle emozioni, ritrovandoli.

Si scrive per soddisfare una necessità, un'urgenza, si scrive perché non se ne può fare a meno e, mentre si scrive si sta bene anche se ciò che si esterna reca dolore a noi stessi perchè magari sono ricordi che fanno male, sono constatazioni di una certa realtà che non vorremmo ci fosse ma che non abbiamo poteri per cambiare se non quello di denuncia su parole, sono raccolte di momenti belli ma passati e, come tali, pieni di nostalgia.

Fogli sparsi, quaderni, libri blocchi virtuali di parole in cui vengono traslati stati d'animo, pensieri, sensazioni, informazioni, percezioni, insomma tutto ciò che fa parte del nostro mondo pensante e senziente.

A volte decidiamo di rendere pubblico ciò che scriviamo e accettiamo un confronto con gli altri, basta un solo lettore per essere altro da noi.

E' come quando si tende una mano se anche una sola mano viene ad allacciarsi alla nostra, vuol dire che abbiamo stabilito un'identità di emozioni.

Anche il pezzo più asettico, più impersonale, più saggistico, contiene un qualcosa dell'anima del suo autore e, basta, a volte una frase, addirittura una singola parola perchè, chi legge, venga colto da un impulso emotivo di inspiegabile natura ed è questa la ragione per la quale alcune scritture ci entrano nell'anima mentre altre ci scivolano addosso senza minimamente smuovere un poro della nostra pelle.

E non che siano scritture fatte male o poco interessanti anzi, ci possono coinvolgere per l'argomento oppure per la scorrevolezza prosastica o per la gradevole costruzione poetica ma non acchiappano l'anima che è altra cosa.

E, forse, la -poesia- l'arte più delicata, sublime e forte di cui l'essere umano possa godere, è -il luogo - in cui poter trovare quanto ho espresso piuttosto che in altre forme di scrittura più allungata e diluita.

Una citazione di Quasimodo che ho riportato nel mio spazio/bacheca, che mi è piaciuta assai e che ha dato lo spunto a queste mie ulteriori riflessioni sulla scrittura dato che mi è capitato farne ancora in altre occasioni, dice che "....La poesia è la rivelazione di un sentimento che il poeta crede che sia personale e interiore, che il lettore riconosce come proprio..." Infatti è proprio così.

Diana Moscatelli
Da Caleidoscopio "Fuori dal coro"



 

 

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