Rubrica Poesia in Grafica

Questa è una rubrica che curo sul Gruppo Grafico Words and Tags
e consiste in un'attività che richiede di illustrare o meglio, di disegnare, di pitturare poiché le grafiche che facciamo sono dele vere e proprie pitture tecnologiche, una poesi1 che, di volta in volta andrò a proporre.

Entrare in una poesia è cosa assai ardua, difficilmente infatti, si riuscirà a conoscere la scintilla che l'ha fatto poi nascere, c'è sempre un qualcosa scatenante ma esso è racchiuso nel cuore e nell'anima del poeta.
Ci possono un po' aiutare il profilo biografico del poeta, il periodo storico in cui è vissuto, per i viventi è il nostro, la corrente letteraria a cui è appartenuto o appartiene e la nostra interpretazione personale.

Leggetela la poesia più volte e vedrete che sarà una parola, una frase, un intero concetto che vi farà scattare la scintilla per creare la vostra grafica.
Potete liberamente fare una vostra creazione o seguire un tutorial che riporti qualcosa della poesia e, sarebbe gradito conoscere quale elemento della poesia ha fatto nascere la vostra creazione.


07 maggio 2023


Per l'attività di questa settimana non vi propongo un solo poeta ma un mese: il dolce mese di maggio.
Ho scelto alcune poesie che trattano vari aspetti di questo mese, scegliete e interpretate con immagini e colori quella che più vi piace.



Sole di maggio

I motorini, come api, sul prato
ricalcano danze intricate.

Sono tenere gote di bimbi
le foglie appena nate,
fili d'erba novella
le tue ciglia.

Come un uccello caduto dal nido
è tiepido
il tuo seno di fanciulla.
Stringo nel pugno il battito del polso
come in fuga d'uccello prigioniero:
cosa sanno gli uccelli dell'amore?

Ah la dolcezza del solo di maggio!

Corrado Calabrò
da Rosso d'Alicudi




E' maggio

A maggio non basta un fiore.
Ho visto una primula: è poco.
Vuoi nel prato le prataiole:
è poco: vuole nel bosco il croco.
È poco: vuole le viole; le bocche
di leone vuole e le stelline dell'odore.

Non basta il melo, il pesco, il pero.
Se manca uno, non c'è nessuno.
È quando è in fiore il muro nero
è quando è in fiore lo stagno bruno,
è quando fa le rose il pruno,
è maggio quando tutto è in fiore.

Giovanni Pascoli
da Tutte le poesie
(Roma, Newton Compton 2009).





Era di maggio.

Il pomeriggio afoso
sembrava interminabile. La terra riarsa
si spaccava nel gran caldo, assetata.
Dalla riva del fiume udii una voce
che gridava: -Vieni, tesoro mio-.
Chiusi il libro e aprii la finestra
per guardare fuori.
Vidi presso il fiume un grande bufalo, coperto di fango,
che guardava in giro con occhi placidi e pazienti;
un ragazzo, nell'acqua fino al ginocchio, lo chiamava
per farlo bagnare.
Sorrisi compiacente ed ebbi un senso di dolcezza
che m’invase il cuore.

Rabindranath Tagore
da Il giardiniere





Maggio

Al bel tempo di maggio le serate
si fanno lunghe; e all’odore del fieno
che la strada, dal fondo, scalda in pieno
lume di luna, le allegre cantate
dall’osterie lontane, e le risate
dei giovani in amore, ad un sereno
spazio aprono porte e petto. Ameno
mese di maggio! E come alle folate
calde dall’erba risollevi i prati
ilari di chiarore, alle briose
tue arie, sopra i volti illuminati
a nuovo, una speranza di grandiose
notti più umane scalda i delicati
occhi, ed il sangue, alle giovani spose.

Giorgio Caproni





Maggiolata

Maggio risveglia i nidi,
maggio risveglia i cuori;
porta le ortiche e i fiori,
i serpi e l’usignol.
Schiamazzano i fanciulli
in terra, e in ciel li augelli:
le donne han ne i capelli
rose, ne gli occhi il sol.
Tra colli prati e monti
di fior tutto è una trama:
canta germoglia ed ama
l’acqua la terra il ciel.
E a me germoglia il cuore
di spine un bel boschetto;
tre vipere ho nel petto
e un gufo entro il cervel.

Giosuè Carducci





Maggio benedetto

Per le tue rose
candide e porporine
e per le roselline
che s’apron rugiadose
nella siepe che va lungo la via,
sii benedetto , o mese d’allegria!
Per l’operoso stuolo
delle api, che gli umori
raccolgono dai fiori,
e pel dolce usignolo
ch’empie i boschi di grata melodia,
sìì benedetto, o mese d’allegria!
Per tutta la dolcezza
che c’infondi nel cuore,
maggio, che in ogni fiore
dischiudi una carezza
ed un miracolo sei di cortesia,
sìì benedetto, o mese d’allegria!

Adfriana Enriques







 

28 maggio 2023

Il poeta di cui ci occuperemo questa settimana
è un poeta abbastanza conosciuto soprattutto per la sua poesia
Gabbiani

Vincenzo Cardarelli

Nacque nel 1987 a Corneto Tarquiniq, in provincia di Viterbo, il suo vero nome di battesimo era Nazareno.
Non compì studi regolari.
Trasferitosi a Roma a diciassette anni esercitò svariati mestieri
finché si diede al giornalismo.
Fu collaboratore della rivista letteraria La Ronda
Morì a Roma nel 1959.
Tra le sue opere principali sono da ricordare Prologhi, Viaggi nel tempo, Favole e Memorie, Parole all'orecchio, Parliamo all'Italia.

Notizie biografiche più dettagliate le puoi trovare
Qui



La prima poesia che propongo da esprimere in grafica è, come ho già detto, una fra le più conosciute se non proprio la più conosciute di Cardarelli che esprime proprio la difficoltà, da parte del poeta, di trovare terra, sinonimo di pace, per la sua anima


Gabbiani

Non so dove i gabbiani abbiano il nido
dove trovino pace.
Io son come loro
in perpetuo volo.
La vita la sfioro
com'essi l'acqua ad acciuffare il cibo.
E come forse anch'essi amo la quiete,
la gran quiete marina
ma il mio destino è vivere
balenando in burrasca.




Propongo anche quest'altra poesia dove appare evidente l'influenza leopardiana.

Sera di Gavinana

Ecco la sera e spiove,
sul toscano Appennino.
Con lo scender che fan le nubi a valle,
prese a lembi qua e là
come ragne fra gli alberi intricate,
si colorano i monti di viola.
Dolce vagare allora,
per chi s'affanna il giorno
ed in se stesso, incredulo, si torce.
Viene dai borghi, qui sotto, in faccende,
un vociar lieto e folto in cui si sente
il giorno che declina
e il riposo imminente
Vi si mischia il pulsare, il batter secco
ed altro del camion sullo stradone
bianco che varca i monti.
E tutto quanto a sera,
grilli, campane, fonti,
fa concerto e preghiera,
trema nell'aria sgombra.
Ma come più rifulge,
nell'ora che non ha un'altra luce,
il manto dei tuoi fianchi ampi, Appennino.
Sui tuoi prati che salgono a gironi,
questo liquido verde, che rispunta
fra gl'inganni del sole ad ogni acquata,
al vento trascolora, e mi rapisce,
per l'inquieto cammino,
si che teneramente fa star muta l'anima vagabonda.
1913

*Ragne - Ragnatele

*Sera di Gavinana si riferisce alla frazione di San Marcello pistoiese, dove cadde nel 1530 Francesco Ferrucci in difesa della Repubblica fiorentina.
Ferrucci viene citato anche nella poesia -Camicia nera-
scritta nel 1933, con un fine piuttosto politico.






E, visto che siamo nell'imminente arrivo della stagione estiva,  metto anche questa

Estiva

Distesa estate,
stagione di densi climi
di grandi mattini
dell'albe senza rumore -
ci si risveglia come in un acquario -
dei giorni identici, astrali.

Stagione la meno dolente
d'oscuramenti e di crisi
felicità degli spazi,
nessuna promessa terrena
può dare pace al mio cuore
quanto la certezza di sole
che dal tuo cielo trabocca.

Stagione estrema, che cadi
prostrata in riposi enormi,
dai oro ai più vasti sogni,
stagione che porti la luce,
a distendere il tempo
di là dai confini del giorno,
e sembri mettere a volte
nell'ordine che precede
qualche cadenza dell'indugio eterno
1915









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