15 Ottobre 2023
Con la ripresa delle attività, riprende anche Poesia in Grafica.
La poesia che vi propongo oggi è di una poetessa ancora non portata alla
ribalta della sfera poetica, come meriterebbe ma che trovo molto brava e interessante.
C'è da dire che avendo studiato musica ed essendo appassionata di musica,
conferisce ai suoi versi una musicalità non comune e assai gradevole.
Breve cenno biografico
Amelia Rosselli nasce il 28 marzo del 1930 a Parigi, figlia di Marion Cave,
un'attivista del partito laburista britannico, e di Carlo Rosselli,
esule antifascista, fondatore di Giustizia e Libertà e teorico del Socialismo Liberale.
Nel 1940, ancora bambina, è costretta a fuggire dalla Francia in seguito all'assassinio,
compiuto dalle milizie fasciste, del padre e dello zio Nello, voluto da Benito Mussolini e da Galeazzo Ciano.
Il duplice omicidio la traumatizza e la sconvolge dal punto di vista psicologico e da quel momento Amelia
comincia a soffrire di ossessioni persecutorie, convinta di essere seguita dai servizi segreti con lo scopo di ucciderla.
Esule con i suoi familiari, si trasferisce in un primo momento in Svizzera, per poi spostarsi negli Stati Uniti.
Si cimenta in studi di carattere musicale, filosofico e letterario, pur senza regolarità; nel 1946 torna in Italia,
ma i suoi studi non le vengono riconosciuti, e decide quindi di andare in Inghilterra per completarli.
In seguito prende a frequentare, tramite l'amico Rocco Scotellaro, incontrato nel 1950, e Carlo Levi,
gli ambienti letterari romani, entrando in contatto con gli artisti che genereranno l'avanguardia del Gruppo 63.
Negli anni Sessanta si iscrive al Partito Comunista Italiano, mentre i suoi testi attirano l'attenzione,
tra gli altri, di Pasolini e di Zanzotto.
Colpita da una grave depressione, che va a sovrapporsi a
diverse altre patologie (il morbo di Parkinson in particolare,
ma in diverse cliniche all'estero le avevano diagnosticato anche una schizofrenia paranoide,
muore suicida l'11 febbraio del 1996 nella sua casa: in passato aveva già tentato in più occasioni
di togliersi la vita, ed era reduce da un ricovero a Villa Giuseppina, una casa di cura in cui aveva provato a ritrovare la serenità.
Senza riuscirci.
Il tema principale delle poesia è il ricordo.
Possiamo raccontare la nostra vita soltanto con i ricordi.
I ricordi ci raggiungono attraverso oggetti, luoghi e, soprattutto, come nel caso di Amelia,
eventi che hanno profondamente colpito il nostro cuore. br>
Oggetti, luoghi, eventi che riportano al dolore vissuto anche
se il tempo tende a mitigarlo e che, a seconda del ruolo che occupano nel ricordo,
metaforico peso, acquisiscono significati diversi.
E ciascuno ha i propri di ricordi, invisibili all'esterno,
(impossibile conoscere il senso di fame negli altri), solo gli oggetti esterni (
le stilizzate e precise fontane) possono avere una visione comune ma non è così
per il destino, entità invisibile che quando, per il nostro sentire umano,
a volte può diventare avverso e separare uomini con un rumore obliquo,
con qualcosa, cioè, che non va dritta, non va per il verso giusto almeno secondo il nostro sentire.
C’è come un dolore nella stanza
C’è come un dolore nella stanza, ed
è superato in parte: ma vince il peso
degli oggetti, il loro significare
peso e perdita.
C’è come un rosso nell’albero, ma è
l’arancione della base della lampada
comprata in luoghi che non voglio ricordare
perché anch’essi pesano.
Come nulla posso sapere della tua fame
precise nel volere
sono le stilizzate fontane
può ben situarsi un rovescio d’un destino
di uomini separati per obliquo rumore.
Amelia Rosselli
da “Documento”, 1966-1973, in “Amelia Rosselli, Le poesie”, Garzanti, 1977
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