21 gennaio 2024
Riprendiamo, dopo la pausa natalizia, il nostro percorso poetico.
Il poeta che ho scelto oggi è,
sempre secondo il mio modesto e poco professionale parere,
uno dei mostri sacri della poesia mondiale
e la poesia che propongo è anch'essa -un mito-.
E' una fra le più conosciute poesie nerudiane
forse perché il poeta affronta, col suo stile fluido,
lineare, gradevole alla lettura,
un argomento in cui ciascuno di noi potrebbe ritrovarsi.
Chi, infatti, durante il proprio cammino di vita non si è mai incontrato con l'assenza?
Per un breve o lungo periodo, per varie circostanze dovute al quotidiano o un'assenza definitiva
senza possibilità di ritorno sono comunque eventi che ci danno tristezza, nostalgia, a volte sofferenza,
per la mancanza della persona o delle persone a cui vogliamo bene.
E dell'assenza parla Neruda nella poesia
-Abbiamo perso anche questo crepuscolo-
non ci dice di chi
ma ci fa conoscere, in modo poetico,
le sue sensazioni ed emozioni dovute alla mancanza di qualcuno che ama e che gli
manca moltissimo e che ritrova nel ricordo di luoghi, parole, situazioni che li hanno visti insieme.
Bellissimo è il verso del mantello che gli si accuccia ai piedi da sembrare un cane ferito,
una delle metafore che spesso Neruda adopera nella sua poetica
e che potrebbe significare che lui stesso
in quel momento si senta come un cane ferito.
Del resto ogni poesia ha un significato di base,
come in questo caso l'assenza,
le sensazioni che essa dà, i ricordi, su cui tutti concordiamo ma,
oltre a questo,
ogni lettore può trovarvi altri significati
in base alla propria sensibilità,
alle proprie conoscenze, alle proprie esperienze.
Abbiamo perso anche questo crepuscolo
Abbiamo perso anche questo crepuscolo.
Nessuno ci ha visto stasera mano nella mano
mentre la notte azzurra cadeva sul mondo.
Ho visto dalla mia finestra
la festa del tramonto sui monti lontani.
A volte, come una moneta
mi si accendeva un pezzo di sole tra le mani.
Io ti ricordavo con l’anima oppressa
da quella tristezza che tu mi conosci.
Dove eri allora?
Tra quali genti?
Dicendo quali parole?
Perché mi investirà tutto l’amore di colpo
quando mi sento triste e ti sento lontana?
È caduto il libro che sempre si prende al crepuscolo
e come cane ferito il mantello mi si è accucciato tra i piedi.
Sempre, sempre ti allontani la sera
e vai dove il crepuscolo corre cancellando statue.
xxxxxxx
Hemos perdido aun este crepúsculo.
Nadie nos vio esta tarde con las manos unidas
mientras la noche azul caía sobre el mundo.
He visto desde mi ventana
la fiesta del poniente en los cerros lejanos.
A veces como una moneda
se encendía un pedazo de sol entre mis manos.
Yo te recordaba con el alma apretada
de esa tristeza que tú me conoces.
Entonces, dónde estabas?
Entre qué gentes?
Diciendo qué palabras?
Por qué se me vendrá todo el amor de golpe
cuando me siento triste, y te siento lejana?
Cayó el libro que siempre se toma en el crepúsculo,
y como un perro herido rodó a mis pies mi capa.
Siempre, siempre te alejas en las tardes
hacia donde el crepúsculo corre borrando estatuas.
Pablo Neruda
da Venti canzoni d'amore e una canzone disperata.
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