Privacy Policy



Nepal
Da Kathmandu a Chitwan


21 ottobre 2017

 Sabato





Sveglia all'alba perch� la partenza � prevista per le 7,30
Beh, alba per Kathmandu, infatti da noi, date le 6 ore di fuso
sar� circa mezzanotte,
in compenso, dalla finestra dell'albergo, possiamo goderci
la capitale nepalese illuminata dal primo sole del mattino.







Qualche foto per avere un ricordo
della stanza d'albergo che mi ha ospitato







e via per la nuova partenza
che il viaggio si prevede lungo.



Infatti Raji ci dice che per raggiungere il Jungle Village
il resort che ci ospiter�,
dovremo percorrere circa duecento chilometri.
che gi� sono tanti di per s� ma lo saranno ancora di pi�
per le strade non troppo confortevoli del Nepal.
Infatti stanno facendo le fogne per tutto il Paese
e la strada spesso � sterrata e piena di cumuli di sassi
e terra per cui il pullman balla da una parte all'altra.
 Dopo circa una quarantina di chilometri
a ritmo di valzer,
(un grazie alla perizia dell'autista, nella guida )
ci immettiamo su una strada che, per noi, sarebbe
una strada provinciale invece � l'unica strada
che collega il Nepal con l'India.
Tutta curve, traffico e si scende
poich� dai mille e settecento metri di Kathmandu
ci portiamo a circa mille metri e fa caldo.
Ma va bene cos�
pur di stare in Nepal, anche a piedi sarei andata.
Alte montagne all'orizzonte
che, dal pullman, non se ne vede la fine.
E' assai piacevole vedere anche il paesaggio
che costeggia la strada, case, campi coltivati, fabbrichette
si susseguono lungo il percorso.





Ad un certo punto la guida ci mostra piante di canapa
quella con cui si fa la droga, che cresce spontanea
in mezzo ad altre erbe



anzi fa fermare l'autista per scendere ed andare a prenderne dei rametti
per farcene prendere conoscenza tattile.







Vabb� � erba, sono poi gli umani che la imbastardiscono
 per i loro malefici usi rendendola poi colpevole
dei danni in cui si ritrovano.
Comunque Raji ci dice di non farci pizzicare con qualche ramoscello
di canapa in mano o in borsa o in zaino
poich� le autorit� sono inflessibili
con gli stranieri se trovati con qualcosa di illegale per l'esportazione,
saremmo arrestati per spaccio.
e pure messi in galera.
E ci mancherebbe pure...

Riprendiamo il viaggio
e la guida ci parla un po' dell'economia del Paese.
I regnanti nepalesi del passato
non hanno mai aiutato molto il progresso,
basti pensare che nel 1951,
il Nepal era privo di scuole, ospedali, strade,
energia elettrica e industrie.
Bisogna per� anche dire che almeno parte dell�arretratezza del paese
� causata dalla posizione geografica e dal conseguente clima
(solo il 20% � coltivabile)
e con un clima meno estremo,
sicuramente l�economia non si troverebbe nelle attuali disastrate condizioni.

Al giorno d�oggi essa si basa
per il 35% sull�agricoltura,
per il 20% sull�industria
ed il 45% sul settore terziario.
L�agricoltura viene praticata principalmente nelle poche aree pianeggianti,
in particolare nel Terai, la zona meridionale confinante con l�India,
e anche questa zona deve fare i conti con un clima particolarmente ostile
tanto da mettere in crisi l'intero settore.
Nelle zone collinari che occupano la fascia centrale del paese,
la poca agricoltura che c'� oltre che al clima,
deve far fronte all�irregolarit� del territorio,
infatti molte zone sono coltivate da secoli
con il sistema delle terrazze.
Le valli sono, invece, molto fertili,
grazie all�abbondanza di acqua
ed all�origine lacustre di molte di esse,
come la Valle di Kathmandu,
anticamente un lago,
dove la fertilit� del suolo permette buoni raccolti di vari prodotti,
alcuni dei quali, ad esempio il riso,
riescono a maturare addirittura tre volte l�anno.



A causa per� della sovrappopolazione di queste zone
non si produce a sufficienza per sfamare tutti.
Carenza di cibo che c'� anche nelle zone montane
dove l�agricoltura � di sussistenza.

L�industria nepalese,
a causa di scarse materie prime, produce molto poco.
Numerose, nelle pianure meridionali del Terai,
sono le fabbriche per la lavorazione dello zucchero,
della iuta, del riso,
nonch� mulini per la produzione di vari tipi di olio, di senape su tutti.
Anche il settore tessile � molto attivo e, in questi ultimi tempi
sempre pi� fiorente appare il mercato di tappeti.
Nella Valle di Kathmandu, a causa della continua urbanizzazione,
le industrie pi� attive sono quelle legate all�edilizia,
soprattutto per la produzione di cemento e mattoni
tanto che il panorama agreste � completamente rovinato
dalle ciminiere dei numerosi mattonifici,
che insieme ai cementifici sono la causa maggiore
dell�elevato inquinamento di Kathmandu.
Importante nel settore industriale nepalese
� la produzione di alcolici
con piccole e grandi distillerie presenti un po� ovunque,
grazie all�abbondanza d�acqua di buona qualit�.
Il settore terziario,
come avviene nei paesi in via di sviluppo,
� quello pi� in crescita e pi� stabile
Soprattutto in questi ultimi anni si sta molto sviluppando il turismo.

Intanto siamo arrivati nei pressi del fiume Trishuli Centre
che, ci dice Raji,
prende il suo nome dal trishula o tridente di Shiva,
il quale, secondo una leggenda
trovandosi in alto nell'Himalaya a Gosaikunda,
guid� il suo tridente nel terreno e fece creare tre sorgenti
la fonte del fiume e da qui il suo nome Trishuli.
Nasce nel Tibet
scorre attraverso il Nepal e si unisce al fiume Devghat poi al Narayani,
percorre l'India e si unisce al Gange.





Ci fermiamo, scendiamo per andare ad attraversare il fiume
su un tipico ponte di ferro di 160 metri,
(a prima vista sembra pi� lungo)


dal web













Questo luogo, ci dice Raji, che prende il nome di The Trisuli Center,
� famoso in tutto il Nepal e anche all'estero
perch� � a base di 'Whitewater
accampamento comodamente attrezzato
per chi vuole cimentarsi a praticare
il rafting che � una discesa fluviale
su un particolare gommone inaffondabile
e autosvuotante chiamato raft
dove l'equipaggio governa l'imbarcazione con le pagaie.









E nei pressi c'� anche uno dei pi� grandi Banyan il Big Fig appunto
che con le sue 50 radici aeree e pi�
� uno dei pi� grandi del mondo.
Il banyan o " baniano ",
� un fico che inizia la sua vita come epifita,
cio� una pianta che cresce su un'altra pianta,
quando il suo seme germina in una fessura
dell'albero o di un albero ospite.
Il "Banyan" o Ficus benghalensis (il "banyan indiano"),
� l' albero nazionale della Repubblica dell'India.

Si riprende la strada,
si fa per dire,
perch� pi� che una strada � appena pi� che un sentiero
per raggiungere il



il resort che ci avrebbe ospitati per un paio di giorni.





un bel villaggetto in cui, disseminati tra i vari vialetti
ci sono graziosi bungalow per ospitare i clienti.
Raggiungiamo il nostro





sistemiamo i bagagli e andiamo a pranzo.
Verso le 16.00 si riparte





perch� ci stanno attendendo gli elefanti
per farci fare una passeggiatina
in mezzo nella giungla.



Come pi� volte ho detto,
non amo la fatica n� umana n� animale
per puro divertimento umano
ma mi viene assicurato che
per la loro possente mole, gli elefanti non risentono
del peso che portano sopra per cui non fanno fatica
e nel contempo danno lavoro.

Saliamo su quelle ampie ceste,
attenti a bilanciare il peso
e la carovana si sposta.





Percorriamo alcuni metri attraversando
una folta vegetazione poi ad un tratto:
"Aiuto, c'� un fiume da attraversare"
gli elefanti, infatti, sempre col loro passo cadenzato
lo stanno proprio puntando.
Beh, per quanto l'aria e anche l'acqua, credo,
siano calde mi dispiacerebbe
fare un bagno fuori programma.
Ma loro, tranquilli, un passo lento dietro l'altro,
passano sull'altra riva.





Di vegetazione tanta ma di animali
se ne avvistano pochi
forse spaventati dalle voci umane
se ne stanno rintanati nei loro nascondigli.







Con meno apprensione,
abbiamo riattraversato il fiume









per rientrare poi alla base.



E anche oggi si sono guadagnati il pane quotidiano.

Dopo cena ci � stato offerto un gradevole spettacolo
di danze e musiche tradizionali.











Clicca sull'immagine
per accedere al video



1     2       3   4  



Avanti


Indietro


Home