Istanbul



Domenica 23 settembre 2012


Istanbul � una citt� immensa.
Istanbul un cantiere continuo, ci dice, sorridendo, la guida,
perch� ad ogni elezione,
a chi ne fa richiesta,
viene dato un appezzamento di terreno su cui costruirsi la casa,
la quale casa viene poi lasciata con un tetto non rifinito, per aggiungere eventuali piani ma,
negli anni successivi, viene buttata gi� per costruirne altre migliori,
insomma � un continuo costruire e demolire, e la citt� � sempre in continua espansione dato che molto Turchi
lasciano semrpe di pi� la campagna per trasferirsi in citt�.
Il motivo pi� importante per cui Istanbul sia diventata una grande metropoli mondiale,
� la sua posizione geografica. unica citt� al mondo che si trova fra due continenti,
sulle due sponde del Bosforo che collega il Mar Nero e il Mar di Marmara e, nel frattempo,
separa l'Europa dall'Asia.
L'insenatura di mare che viene chiamata Corno d'Oro, divide in due la parte europea della citt�.
La citt� pu� essere considerata formata da tre parti: sulla parte europea,
a sud c'� il Corno d'Oro, la Penisola Storica, a nord del Corno d'Oro,
il Quartiere di Galata, la Citt� Nuova e La Parte Asiatica.
Mentre la parte europea � un centro di commercio e di lavoro,
la parte asiatica � pi� residenziale.
Istanbul si estende su una superficie di 7500 kmq, � lunga 150km e larga 50 km.
La popolazione � di 15 milioni di abitanti ed ogni anno, a causa dell'immigrazione dalle campagne,
aumenta di circa 500 mila unit�.




Un po' di storia


Le tracce dei primi insediamenti umani a Istanbul sono stati scoperti nella parte asiatica
e risalgono al periodo neolitico, nel 680 a. C. i Megaresi, spinti dai Dori, fondarono Kalkhedon,
nella parte asiatica.
Nel 660 a. C. altre colonie di Megara, guidate dal comandante Byzas vennero a fondare un altro grande insediamento
di fronte a quello asiatico, sulla parte europea,
alla punta della penisola storica, oggi chiamata Sarayburno.
Per la sua posizione geografica e per il suo porto naturale, conveniente al commercio,
la citt� che prese il nome di Bisanzio, in breve tempo, si svilupp� moltissimo.
Nel 513 a. C. pass� sotto la dominazione dei Persiani e, nel 405 a. C. sotto quella degli Spartani.
Nel 227, arrivarono dall'Europa i Galati che si stabilirono nella parte asiatica.
Nel 146 a. C. l'alleanza fatta con Roma, procur� la difesa militare della citt� e, nel 196 a: C.
la citt� fu aggiunta al territorio dell'Impero Romano, da parte dell'imperatore Settimio Severo.
Alla fine di una ricostruzio e di un rinnovamento, nell'anno 330 d. C. l'imperatore Costantino,
dichiar� la citt� come la seconda capitale dell'Impero Romano, chiamandola Costantinopoli.
In questo periodo fu costruita una forte cinta di mura a difesa della citt�.
In questo periodo si diffuse anche il Cristianesimo che, nel 391, divenne la religione di Stato.
Nel 395, alla morte dell'imperatore TeodosioI, l'Impero Romano si suddivise in due parti e Costantinopoli
divenne la capitale dell?Impero Romano d'Oriente. All'inizio del V secolo fu costruita una nuova cinta di mura, visibile anche ai nostri giorni.
Mentre l'Impero Romano croll� nel 476, l'Impero d'Oriente continu� a svilupparsi e fra gli anni 527 - 565,
durante il regno di Giustiniano, venne costruita la chiesa di Santa Sofia assieme ad altre costruzioni
e la citt� visse il suo periodo di massimo splendore.
Dall'anno 666 all'870 la citt� fu assediata 8 volte dagli arabi.
Le discordie tra cattolici e ortodossi aumentarono sempre pi� fino a causare la divisioen delle due chiese nel 1054. Costantinopoli divenne il centro religioso degli Ortodossi.
Nei secoli 11 e 12 i Genovesi e i Veneziani, si stanziarono sulle sponde del Corno d'Oro (Galata)
e si impadronirono del commercio.
Nel 1204, durante la 4� Crociata, i Latini conquistarono la citt� e la saccheggiarono e nel 1261 pass�,
di nuovo, sotto i Paleologi.
All'inizio del 14� secolo gli Ottomani cominciarono i primi assedi.
Nel 1390 la citt� fu assediata dal Sultano BayezidI, nel 1422 dal Sultano MuradII e
nel 1453 l'esercito Ottomano sotto MehetII fece la grande conquista,
la citt�, ceh venne chiamata Istanbul, divenne la capitale dell'Impero Ottomano.
Quando, nel 1517, gli Ottomani conquistarono l'Egitto, il califfato fu trasferito ad Istanbul
e la citt� divenne il centro del mondo musulmano.
Dal 16� secolo fino al 18� secolo, quando inizi� la decadenza dell'Impero Ottomano,
Istanbul fu abbellita con delle bellissime moschee, complessi e palazzi.
Purtroppo terremoti ed incendi arrecarono a queste costruzioni ingenti danni.
Nel 19� secolo si pu� notare il passaggio dalla tipica architettura ottomana allo stile barocco e roccoc�,
dovuto allo sforzo di occidentalizzazione degli Ottomani.
Durante la Prima Guerra Mondiale, il 15 marzo del 1919,
Istanbul fu occupata dalle forze alleate.
Con la vittoria per l'Indipendenza, ottenuta alla fine della Guerra,
fu abolito il sultanato e il califfato e Ankara divenne la capitale della Repubblica il 13 ottobre del 1923.
Istanbul, non pi� capitale ma centro di commercio ed inmdustria,
continu� a svilupparsi e ad attirare immigrati dalla campagna ed oggi
� meta di numerosissimi turisti durante tutto l'anno





In giro per Istanbul

La partenza, in pullman � prevista per le ore 9,00.
E' domenica, pertanto le strade sono poco trafficate,
in giro si vedono soprattutto turisti.
Priam tappa la moschea di Solimano il Magnifico e per raggiungerla percorriamo parte della penisola Storica,
passando davanti ad edifici governativi e all'Universit�.
In tutta la Turchia ci sono 166 universit� e lo studio e la cultura si vanno sempre pi� diffondendo
tra i giovani Turchi.

Per arrivare alla Moschea di Solimano si deve percorrere un tratto a piedi
intervallato dalle immancabili bancarelle davanti alle quali tentiamo di fermarci
per qualche acquistino di souvenir ma non c'� tempo,
la guida, orologio alla mano e cipiglio serio,
ci richiama all'ordine e ci mettiamo in fila per accedere alla moschea.
Immediatamente fuori, solita sosta per togliersi le scarpe,
deporle nel sacchetto che, gentilmente (sarebbe antipatico girare in moschea con le scarpe in mano)
viene messo a disposizione dei "fedeli", indossare sopra ai propri pedalini o ai propri piedi nudi
un'altra busta di plastica, facente funzione, le donne a mettre il veli in testa
e si entra.


La Moschea di Solimano il Magnifico

Fu fatta costruire dal sultano Solimano il Magnifico fra gli anni 1550 e 1557,
quando l'Impero raggiunse il suo massimo splendore ed un'espansione quasi uguale a quella del periodo di Giustiniano.
L'architetto � Sinam, il pi� famoso architetto ottomano,
quello che "...mentre lavora, non necessita di uan pianta...."
La moschea si trova sulla terza collina della citt�
(Istanbul � costruita su sette colli come Roma),
affacciata al Corno d'Oro,
in mezzo ad un giardino
che misura 200m. per 140m.

Davanti alla moschea si trova un cortile con un portico e dietro un cimitero abr> dove ci sono i mausolei del sultano Solimano il Magnifico e di sua moglie Hurrem (Rosselana).
Attorno a questo grande giardino si trova il complesso di Suleymanye
costruito sempere da Sinan che crea l'aspetto di una piccola citt�.


Le medrese
(le scuole di un'intensa educazione religiosa)
erano i reparti pi� importanti del complesso e si trovano di fronte alla moschea.
Sul lato sud della moschea si trovano le fontane per le obluzioni.
Il cortile interno ha tre ingressi ed � circondato da un portico di 10 colonne di colore bianco,
10 di colore rosa,
2 di porfido e 28 cupolette.
Al centro del cortile interno si trova una fontana rettangolare
che ricorda al forma della Kaaba.





La moschea ha 4 minareti,
due di questi hanno due balconcini e gli altri ne hanno tre,
con essi l'architetto ha voluto indicare che Solimano era il 4� sultano
dopo al conquista della citt�
e il 10� del sultanato ottomano.
Questa, per grandezza � la seconda moscha,
dopo Sultan Ahmet,
misura 57mq. per 60mq.
La cupola � alta 50 metri e il suo diametro � di 26,5 metri.
Poggai su 4 grandi pilascti (chiamati anche zampe di elefante)
ed � sostenuta anche da due semicupole, sui lati est ed ovest.
A nord e a sud ci sono due archi grandi sostenuti,
ciascuno, da due colonne di granito rosso.
Attorno alla cupola ci sono 36 finestre e in tutta la moschea ce ne sono 136.
Le vetrate interne,
molto belle,
sono opera di Sarbos Ibrahim, un famoso vetraio di quel periodo.
Le scritte sui quadri sono opera del famoso maestro Hasan Cedebi
e la tinta nera del fondo di questi quadri � opera della fuliggine
che veniva fuori dai candelabri che, allora, funzionavano ad olio.
Nel 1957 la moschea sub� un restauro in occasione del quattrocentesimo anno della sua inaugurazione
e furono rifatti gli ornamenti interni, come gli originali.
La loggia del muezzin e la nicchia della moschea sono di marmo bianco. L'acustica � ottima.
I candelabri sono bassi per poterli accendere facilmente e per avere abbastanza luce.
Le palline nere appese ai candelabri,
sono uova di struzzo.
L'odore di queste uova bollite dentro diverse spezie e verdure,
non fanno entrare i ragni nella moschea.



















Sostiamo alcuni minuti dentro la moschea
per ammirarne e fotografarne la maestosit�,
dai tappeti, ai candelabri, alle decorazioni,una vera gioia per gli occhi.

Usciamo e ci avvaimo, a piedi,
verso la chiesa di Santa Sofia, passando per l'Ipodromo.





L'Ippodromo


La piazza del Sultan Ahmet,
una volta chiaamta la Piazza dell?ppodromo,
� considerata il cuore del turismo di Istanbul.
I monumenti antichi che si trovano al centro della piazza
e le costruzioni che la circondano,
sono le pi� importanti opere storiche di Istanbul.
I lavori della costruzione dell'Ippodromo cominciarono subito dopo
che la citt� pass� sotto i Romani,
nel 203 al tempo dell'imperatore Settimio Severo e terminarono quando,
nel 230, Costantino dichiar� la citt�, capitale dell'Impero.
Attorno a questa pista da corsa a forma di U, si trovavano 40 gradini br> e la capacit� era di 30.000 persone.
Con le sue diemnsioni, 400 metri per 120 metri,
era il pi� grande ippodromo del mondo,
dopo il Circo Massimo di Roma.
Al centro della pista c'era un muro,
chiamato -spina- sul quale erano deposte numerose opre d'arte.
Nel periodo bizantino la piazza aveva tre funzioni:
riunione sportiva e attivit� d'arte, le corse dei cavalli
e le lotte dei gladiatori, erano gli sport pi� importanti,
era, inolte, una piazza politica, nel periodo degli Ottomani,
i Giannizzeri iniziarono a ribellarsi proprio in questa paizza,
la sua terza funzione fu quella di essere trasformata,
dagli imperatori in un museo all'aperto,
sulla -spina- erano esposte colonne, statue, obelischi e monumenti,
trasportati l� da tutte le parti del mondo.
Solo tre di queste opre sono riuscite ad arrivare fino ai nostri giorni,
le altre o sono state distrutte o importate in altre citt�.

Ci sediamo, per riposare un po' sulle panchine che ora circondano la piazza,
e, mentre un lustrascarpe, dietro qualche euro lustra le scarpe
a coloro ai quali si sono impolverate,
ammiriamo l'obelisco al centro della piazza.







Dikilitas (l'obelisco)

E' il monumento pi� antico, non solo dell'Ippodromo ma di tutta Istanbul.
Risale al 15� secolo a.C., ha, quindi, 3 mila e 500 anni.
Fu fatta realizzare dal Faraone TutmosisIII, in onore delle vittorie ottenute dalla sua armata,
in Mesopotamia.
Fu trasportato dall'Egitto (dalla regionwe Luxor, dal Tempio Amon della citt� di Kamuk)
a Costantinopoli nel 390, con l'ordine dell'imperatore TeodosioI.
L'Obelisco � di granito di Assouan e pesa circa 300 tonnellate.
In origine aveva un'altezza di 32,5 metri.
Per poterlo trasportare con pi� facilit�, fu tagliato il 40% dalla base e ora � alto 20 metri.
Sulle sue 4 facciate ci sono i geroglifici che parlano della vittorie di Titmosis.
In cima sono rappresentsti il dio Amon e il Faraone, mano nella mano.
Sotto si trova un falcone di nome Horuiis e indica l'inizio del testo.
Alcune delle figure umane sono distrutte,
La base sdell'obelisco non � piatta e, per questo, poggia su 4 cubi di bronzo
che si trovano su un piedistallo di marmo preparato nel 389.
Sulle quattro facciate del piedistallo si possono vedere diversi episodi avenuti nell'ippodromo:
l'imperatore e i familiari nella loto loggia,
musicisti, danzatrici, figure del popolo,
il trasporto dell'obelisco e scritte in latino e in greco antico.

Dopo esserci riposati, pulite le scarpe ed ascoltata la spiegazionw ci avviamo verso la Cisterna Yerebatan o Cisterna sotterranea.





La Cisterna Yerebatan o Cisterna sotterrane.
nel periodo bizantino,
� proprio di fronte al museo di Santa Sofia.
Non avendo le fonti d'acqua sufficienti, dentro le mura che circondano la citt�,
per secoli l'acqau della citt� fu rifornita dalle fonti della Foresta di Beogrado
che si trova a 25 km. da Istanbul.
Durwante le guerre e gli assedi i nemici didtruggevano gli acquedotti oppure avvelenavano l'acqua.
Per questo motivo, anche nel periodi di pace,
nella citt� furono costruite diverse cisterne.
La cisterna Yerebatan, costruita nel 532, era il deposito d'acqua che arrivava in citt�
tramite l'acquedotto di Valente.
Fu utilizzata fino al XVI secolo.
Per lungo tempo, nel periodo ottomano, la cisterna non fu utilizzata,
ma nel XIX secolo fu restaurata.
La cisterna costruita con le colonne di diverse costruzioni romane, � larga 70 m. e lunga 140 m.
Le colonner che sono 336 in totale e a 4 metri di distanza una dall'altra
creano l'aspetto di un bosco di colonne.





La cisterna ha una superficie di 10.000 metri quadrati e l'altezza di 8 metri.
La sua capacit� d'acqua � di circa 80.000metri cubi.
Nella cisterna, dopo i restauri del 1987 si pu� arrivare fino in fondo,
molto bello � il gioco di luci che assieme ad uan diffusa musica classica
rende misticamente misterioso l'ambiente.
Una piccola sosta al bar della cisterna per un caff�
che, secondo loro avrebbe dovuto essere all'italiana
ma, con tutta la pi� buona volont�,
dell'espresso aveva solo il nome...
e si risale.






















Negli ultimi restauri sono state riportate alla luce le due teste di medusa
che erano state usate come basamento di due colonne,
una di queste � storta e l'altra � capovolta.





Dicaimo quasi di strada
si trova la chiesa di Santa Sofia,
ci arrivaimo a piedi e, nonostante uan lunga fila,
dopo circa un quarto d'ora, riusciamo ad entrare.
Qui non ci sono scarpe da togliere n� fazzoletto da mettere in testa.
.


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